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Secondo pilastro assicurativo. Cui prodest? Solo agli intermediari finanziari?

di Ivan Cavicchi

Liquidare l’universalismo sarebbe un crimine e, come ha scritto Polillo, introdurre un sistema assicurativo sarebbe un “cavallo di Troia” utile solo a chi specula con l’intermediazione finanziaria. La tutela mutualistica resta un rottame di altri tempi. Nella post modernità e nel post welfarismo ci vuole altro

03 GIU - Dopo il bell’articolo di Roberto Polillo, l’intervista fatta a Enzo Giannini, vicepresidente dell'Ansi conferma in pieno le preoccupazioni dello stesso Polillo circa i rischi che corre il sistema universalistico.
 
Cosa dice questa intervista?
•    La sanità integrativa è uno strumento che consente di spostare i costi dallo Stato ai cittadini organizzati in Casse Sanitarie, Società di Mutuo Soccorso, Fondi Sanitari ecc
•    La sanità mutualistica è  sostitutiva non integrativa  dal momento che garantisce servizi assistenziali e sanitari, visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri
•    Lo strumento  per assistere per conto dello Stato  è il “convenzionamento” con le strutture sanitarie,
•    I finanziamenti  provengo dai sussidi  quindi dai contributi mutualistici defiscalizzati
•    Si tratta di dare le gambe ad un “welfare aziendale” per i lavoratori attivi aperti anche al singolo cittadino cioè ai propri famigliari
•    La condizione perché il welfare aziendale possa funzionare e con esso la mutualità sostitutiva è che lo Stato garantisca un’assistenza sanitaria di base per i meno abbienti,i “grandi anziani”,cioè una sanità minima
•    gli aderenti alle mutue versano una quota associativa e le mutue comprano sul mercato prestazioni sanitarie  a condizioni agevolate mettendo a disposizione i loro servizi a tariffe più convenienti e scontate
•    più sono gli associati, più sono potenzialmente estesi i servizi, più alto il volume dei contributi e il numero di strutture mediche convenzionate.

La funzione delle mutue come si vede è quella classica dell’intermediazione finanziaria per questo non è proprio esatto dire che non sono orientate al profitto. I contributi provengono dagli associati ma se defiscalizzati provengono comunque anche dallo Stato. L’intervista si conclude così: ”ritorna in auge la richiesta di una sanità integrativa a causa dei gravi problemi economici che affliggono Stato e cittadini: si ha sempre più bisogno di tutelare in via privata la propria salute, perché la spesa sanitaria pubblica diminuisce con perentoria drammaticità”.

Vorrei ringraziare il vicepresidente dell’Ansi perché senza eufemismi, senza infingimenti e senza giri di parole ha finalmente chiarito cosa significa “in via privata” e quindi il gioco del mutualismo integrativo e a chi veramente conviene. Potrei, da universalista convinto, rispondere ad una ad una alle tesi di questa intervista con dovizia di argomenti ma mi limiterò a far osservare che:
•    la mutualità non conviene neanche ai cittadini mutuati ma solo agli intermediatori finanziari,
•    i problemi finanziari della sanità si devono risolvere e si possono affrontare in altro modo, privatizzare è troppo semplice
•    si reintroduce una forma obsoleta di parastato ad orientamento speculativo,
•    trovo paradossale sostituire lo Stato con un sistema di convenzionamento che lo estrometta,
•    sostituire la comunità con l’azienda  in termine di welfare mi sembra proprio un capolavoro di neoliberismo.

Per concludere vorrei chiedere aiuto a Medea la famosa protagonista della tragedia di Seneca la quale ad un certo punto (versi 500_501) afferma: "cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto". Credo in tutta franchezza che liquidare l’universalismo sia un crimine e una tragedia,che il mio amico Polillo, non esagera a parlare di “cavallo di Troia” e che se dovessi rispondere al quesito “cui bono”, cioè “chi beneficia del mutualismo” non avrei dubbi a rispondere: chi specula con l’intermediazione finanziaria. La tutela mutualistica resta un rottame di altri tempi. Nella post modernità e nel post welfarismo ci vuole altro. Mi resta un dubbio sul discorso di Medea circa il crimine e suoi vantaggi: che dalle mutue gli intermediari finanziari abbiano tutto da guadagnare, mi è chiaro, meno chiaro è cosa ci guadagna la sinistra, il presidente Rossi citato da Polillo, il riformismo sanitario in generale, l’art 32.
Per me questo resta un mistero.

Ivan Cavicchi

03 giugno 2013
© Riproduzione riservata


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