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Calano ancora le nascite in Italia: 2.872 in meno in un solo anno. Il 9° Rapporto Cedap 


In tutto 554.428 nuove nascite. I parti nelle strutture pubbliche sono stati l’88,2%, l’età media della donna al primo parto è di 32 anni. Più bassa quelle delle straniere (29 anni). I padri presenti al parto nel 90% dei casi. Le tecniche di Pma sono in media 1,38 per ogni 100 gravidanze. Tutti i dati del Rapporto Cedap 2010.

19 SET - È uscito il 9 ° rapporto Cedap, relativo al 2010, che analizza una serie di voci come il contesto demografico, il luogo del parto, le caratteristiche delle madri ma anche “l’evento parto” inteso come parti plurimi, vaginali e i cesarei, non manca infine di valutare le schede pervenute relativamente a gravidanze in cui è stata effettuata una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA), in media 1,38 per ogni 100 gravidanze.
 
La rilevazione, avviata nel 2002, istituita dal Decreto del Ministro della sanità 16 luglio 2001, n.349 Regolamento recante “Modificazioni al certificato di assistenza al parto, per la rilevazione dei dati di sanità pubblica e statistici di base relativi agli eventi di nascita, alla natimortalità ed ai nati affetti da malformazioni”, costituisce la più ricca fonte a livello nazionale di informazioni sia di carattere sanitario ed epidemiologico sia di carattere socio-demografico, relative all’evento nascita e rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria nazionale.
 
La sintesi
La rilevazione 2010 fa registrare 554.428 nascite, in lieve calo dunque rispetto all’anno precedente quando i nati sono stati 557.300. Lo studio con un totale di 531 punti nascita, presenta una migliore copertura rispetto agli anni precedenti. Si registra un numero di parti pari al 98,8% di quelli rilevati con la Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO) ed un numero di nati vivi pari al 98,7% di quelli registrati presso le anagrafi comunali nello stesso anno. La qualità dei dati risulta buona per gran parte delle variabili, in termini sia di correttezza sia di completezza. L’88,2% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, il 11,8% nelle case di cura e solo 0,1% altrove. Naturalmente nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, le percentuali sono sostanzialmente diverse. Il 67,9% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Tali strutture, in numero di 208, rappresentano il 39,2% dei punti nascita totali. Il 7,1% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.
 
Cittadinanza della madre
Nel 2010, il 18,3% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. Tale fenomeno è più diffuso al centro nord dove oltre il 25% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna e Lombardia, quasi il 28% delle nascite è riferito a madri straniere. Le aree geografiche di provenienza più rappresentative, sono quella dell’Africa (26,9%) e dell’Unione Europea (25,5%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana sono rispettivamente il 18,4% e l’8,6% di quelle non italiane.
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Età media della madre
La donna al primo parto ha un’età media di 32,6 anni per le italiane mentre scende a 29,3 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 33 anni per le italiane e 29 anni per le straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane quasi in tutte le Regioni superiore a 31 anni con variazioni sensibili tra le regioni del nord e quelle del sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 27,7 anni.
Delle donne che hanno partorito nell’anno 2010 il 44,2% ha una scolarità medio alta, il 33,3% medio bassa ed il 22,5% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (51%).
 
Condizione professionale della donna
L’analisi della condizione professionale evidenzia che il 59,4% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 30,7% sono casalinghe e l’8% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2010 è per il 54,8% quella di casalinga a fronte del 65,7% delle donne italiane che hanno invece un’occupazione lavorativa.
Nell’84,6% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 2,9% mentre tale percentuale sale al 13,8% per le donne straniere. Le donne con scolarità bassa effettuano la prima visita più tardivamente rispetto alle donne con scolarità medio-alta: si sottopongono alla prima visita oltre la 12° settimana il 9,9% delle donne con scolarità bassa, mentre per le donne con scolarità alta la percentuale è del 3%. Per le donne più giovani si registra una frequenza più alta di casi in cui la prima visita avviene tardivamente (13,3% nelle madri con meno di 20 anni). In media, inoltre, sono state effettuate 13,6 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 38,72% dei casi.
 
La presenza dell’uomo al momento del parto
La donna ha accanto a sé al momento del parto (sono esclusi i cesarei) nel 90,20% dei casi il padre del bambino, nel 8,64% un familiare e nell’1,16% un’altra persona di fiducia. La presenza di una persona di fiducia piuttosto che di un’altra risulta essere influenzata dall’area geografica.
Si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica.
 
Parto cesareo
In media, il 37,5% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate in cui si registra tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 34,6% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere, nel 28,8% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo mentre si registra una percentuale del 39,5% nei parti di madri italiane.
L’1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar, il 99,2% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso tra 7 e 10.
 
Tecniche di PMA
Il ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) risulta effettuato in media 1,38 gravidanze ogni 100. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).
 
Sono stati rilevati 1.510 nati morti, corrispondenti ad un tasso di natimortalità pari a 2,72 nati morti ogni 1.000 nati, e 5.789 nati con malformazioni. L’indicazione della causa valida è presente rispettivamente nel 19,8% dei casi di natimortalità e nel 44,9% di nati con malformazioni. 

19 settembre 2013
© Riproduzione riservata


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