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Sicurezza sulle due ruote. Incontro al Niguarda sui nuovi ausili di protezione per il motociclista

di Edoardo Stucchi

L’ospedale milanese collabora da anni con Dainese, azienda leader nel campo della sicurezza per i motociclisti. Presentati i risultati di un’indagine su una casistica di quasi 1.000 incidenti in moto. Le strade di città più pericolose delle autostrade. Presto air bag meno costosi. All’incontro anche Giacomo Agostini

03 DIC - La motocicletta e le due ruote in genere sono i mezzi di trasporto più pericolosi. Ma se per ridurre gli incidenti occorre educazione e comportamenti corretti da parte dei conducenti, certamente si possono migliorare le protezioni per evitare le conseguenze delle collisioni. Così, gli operatori sanitari del trauma center dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano e il team Dainese (azienda leader nell’abbigliamento di sicurezza per le due ruote e non solo) hanno messo in piedi un progetto per valutare l’entità degli incidenti, le cause e individuare così le migliori protezioni.
 
Come si sa, infatti, l’introduzione nel codice della strada del casco obbligatorio ha diminuito i traumi cerebrali, mentre rimangono costanti  le conseguenze per danni al torace, all’addome, alle mani e alle caviglie, perché i motociclisti non usano giubbotti air bag, guanti, scarpe adatte e prediligono il casco a scodella rispetto a quello integrale.
 
“La collaborazione fra l’ospedale e Dainese – ha detto Giuseppe Genduso, direttore sanitario dell’ospedale – servirà per valutare le parti del corpo più a rischio e offrire al Ministero una panoramica delle protezioni più urgenti da rendere obbligatorie al fine di garantire più sicurezza ai motociclisti e a tutta la popolazione che viaggia”.
Niguarda e Dainese sono insieme dal 2011 sul tema sicurezza, lavorando fianco a fianco per creare protezioni sempre più efficaci, grazie all’apporto di Osvaldo Chiara, direttore del trauma center, che - conducendo un’analisi sugli incidenti stradali di questi ultimi anni - ha validato, dal punto di vista medico, le protezioni attualmente in atto e proposte  dalla fabbrica di abbigliamento.
 
“Gli studi condotti  - ha spiegato Osvaldo Chiara - rappresentano la più grande casistica italiana sugli incidenti motociclistici, da cui sono emersi e continuano ad emergere dati preziosi per noi, ma soprattutto per la messa a punto di nuove piattaforme protettive che possano incrementare la sicurezza di quelle parti che il nostro studio ha indicato come più sensibili, tra queste il torace e la zona addominale, dove organi come fegato, milza e reni spesso riportano gravi conseguenze”.
 
“Le rilevazioni effettuate dal dottor  Chiara – ha detto Lino Dainese, presidente di Dainese Spa - sono state preziosissime per progettare l'air bag per i motociclisti, e continueranno ad esserlo per le prossime evoluzioni. E' questo un esempio positivo e concreto di collaborazione efficace tra istituzioni ed impresa che dà più protezione a chi usa le due ruote in città e nel tempo libero, in tutto il mondo”.
 
“E questi dati, se da un lato forniscono ulteriori conferme di come gli impatti contro la parte anteriore e laterale del torace siano la prima causa di infortuni (18% del totale) – commenta Marcello Bencini, design manager safety equipment - dall’altro ci aiutano a migliorare le protezioni di altre parti del corpo, come nel caso degli arti inferiori in cui da proteggere non c’è solo il ginocchio (17% delle lesioni di arto inferiore) ma anche l’area frontale ed esterna della gamba, che rappresenta il 22% delle lesioni”.
 
All’incontro con la stampa, avvenuto ieri mattina, era presente anche il pluricampione del Mondo di motociclismo Giacomo Agostini, che ha ricordato come agli albori del motociclismo si circolava senza casco e con tute leggerissime che si sbrindellavano non appena toccavi terra. “Oggi, con i caschi integrali - ha detto – le tute con le protezioni in pelle e ferro, scarpe e guanti adeguati, la vita del motociclista è più sicura”.
 
Ma vediamo i risultati di questa indagine che ha messo sotto la lente 928 incidenti trattati a Niguarda negli ultimi 8 anni.Quello che emerge è che l’incidente con le due ruote rappresenta il 30% dei ricoveri al trauma center, una struttura ospedaliera in grado di accogliere il traumatizzato grave per la stabilizzazione, l’indagine diagnostica e gli interventi chirurgici che servono oltre ad un reparto di ricovero di 28 letti. Sembrerà strano, ma ci sono anche gli orari di maggior affluenza, quelli in cui si verificano più facilmente gli incidenti e cioè dalle 8 alle 10 del mattino e dalle 18 alle 20 dei giorni feriali. “Gli incidenti calano nei giorni gestivi – dice il dottor Chiara – segno che la motocicletta per i milanesi è uno strumento di lavoro. Un’altra sorpresa è l’età degli incidentati. Spiace dirlo, ma i più colpiti sono gli adulti tra i 18 e i 54 anni per l’83%, mentre per gli over 54 la percentuale è del 6%. I minorenni sono al 9,9%. Sono anche più pericolose le strade della città rispetto alle autostrada”
 
Lo studio si è soffermato anche sui tipi di lesione: per la testa siamo al  27% nonostante l’’uso del casco (c’è ancora il 6% che non lo usa e soltanto il 40% utilizza gli integrali) mentre la zona più colpita è il torace (30%).  Per proteggere questa parte del corpo, compresa la zona addominale superiore, è stato pensato un giubbotto airbag, pronto a gonfiarsi in un millesimo di secondo appena la moto entra in collisione. La tecnologia di questo giubbotto è stata validata dal team di Niguarda perché riesce ad assorbire l’80% dell’energia dell’urto, incrementando la sicurezza di questa parte del corpo che il nostro studio ha decretato come le più sensibili. Purtroppo l’uso di queste protezioni è costoso, ma Dainese si è proposto di dimezzare i prezzi collaborando con le case motociclistiche, come BMW, per arrivare a componenti elettroniche meno costose e diffonderne l’uso
Tra le curiosità nate da questa indagine è risultato che scooter e motociclette sono pericolose alla stessa maniera, ma il conducente degli scooter che spesso utilizza i caschi leggeri rischia di più per le ferite al volto.
 
Ma la sicurezza delle due ruote è determinata anche da altre situazioni ambientali, come ad esempio la presenza di guard rail troppi taglienti che provocano abrasioni e amputazioni, strisce stradali scivolose, e scarsa attenzione degli automobilisti che si sentono padroni della strada. “Ma le colpe sono di tutti e due i conducenti - ha sottolineato Giacomo Agostini – auspicando una  maggiore sensibilità e cultura del viaggiare”. A questo proposito, prima dell’incontro stampa  300 ragazzi del liceo Russel hanno incontrato  gli esperti che hanno dimostrato loro come la passione per le due ruote non deve trasformarsi in un rischio per la vita. Chissà se d’ora in poi non vedremo più motociclisti con le mani e gambe scoperte e ragazze con tacco 12 sui motorini. Sicurezza innanzitutto.
 
Edoardo Stucchi

03 dicembre 2013
© Riproduzione riservata


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