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Sostenibilità del Ssn. Con più prevenzione possibili risparmi fino a 8 miliardi l'anno. Il rapporto Farmafactoring


Una cifra importante che la Fondazione stima si possa raggiungere nel 2045. Ma a condizione di invertire la rotta investendo di più in prevenzione delle cronicità. Ciò porterebbe a un "ritardo" di 20 anni nell’insorgenza di molte malattie. E il risparmio ottenibile sarebbe equivalente al 25% della spesa medica dedicata ai servizi sanitari. Il rapporto.

12 MAR - “La prevenzione è un investimento per la sostenibilità del Ssn”. E per dimostrarlo la Fondazione Farmafactoring ha dato vita a una ricerca sugli effetti di maggiori investimenti nella politiche di prevenzione sulla sostenibilità del Ssn. Per la Fondazione, infatti, “in una prospettiva di crescente fabbisogno di cure sanitarie e di politiche fiscali stringenti, le uniche strategie che possono garantire la sostenibilità del sistema sembrano essere quelle di un maggiore risparmio legato alla riduzione della domanda i servizi sanitari. In quest’ottica, le politiche di prevenzione possono offrire una valida strategia, in alternativa a una costosa, spesso tardiva, cura degli individui e porterebbero ad una riduzione del numero di persone da curare in futuro".
 
Si tratterebbe, insomma, di investire su stili di vita, screening, campagne vaccinali, ma anche di sensibilizzare su alcuni fenomeni oggi in atto: "Si stima che il 50% dei diabetici non sia a conoscenza della propria condizione. Tra questi, il 50% presenta un metabolismo insufficiente e un controllo non accurato dei lipidi e della pressione arteriosa, anche se circa l’80% dei diabetici muore a causa di malattie di natura cardiovascolare. Ancora, 30.000 donne muoiono ogni anno in Europa a causa del tumore alla cervice, con tassi di mortalità da due a quattro volte superiore nei Paesi dell’Europa centrale e orientale rispetto alla regione occidentale: tali decessi potrebbero in larga misura essere limitati grazie ad un’appropriata tempistica della diagnostica e un adeguato trattamento medico e farmacologico".

Certo, capire gli effetti che le politiche di prevenzione possono avere sui tassi di mortalità, o sul ricorso ai servizi sanitari, è un compito difficile, ma Faramafactoring ha accettato la sfida ed effettuato una serie di simulazioni i cui risultati “hanno confermato che la riduzione delle prevalenze nelle patologie croniche potrebbe portare a risultati notevoli in termini di risparmi di spesa”.

In particolare, secondo la Fondazione, “nel 2045, il differenziale tra uno scenario “tendenziale” e quello in cui si ritarda l’insorgenza delle patologie croniche di 20 anni potrebbe arrivare a toccare gli 8 miliardi di euro in termini reali, equivalente a una riduzione di circa il 25% della spesa medica dedicata ai servizi sanitari. Altro aspetto interessante da notare è che gli effetti sulla spesa sanitaria del ritardare l’insorgenza delle patologie di 10 anni equivale a quella che si avrebbe nel ridurle gradualmente del 40%”.

Il Rapporto della Fondazione Farmafactoring tiene inoltre in considerazione che la crisi sta modificando profondamente una serie di comportamenti, in particolare nella sfera dei consumi e degli acquisti e di conseguenza nei confronti delle attività di prevenzione individuale. “I mutamenti ci sono stati e molto spesso si sono tradotti in vere e proprie rinunce di attività o abitudini prima consolidate”. Ad esempio, “il 36,6% degli italiani con reddito mensile netto familiare inferiore a 1.000 euro ha dovuto rinunciare a una o più prestazioni sanitarie di prevenzione per ragioni economiche nell’ultimo anno; circa il 51% delle famiglie con reddito mensile netto familiare fino a 1.000 euro e tra 1.000 e 2.000 euro ha deciso di accettare tempi di attesa più lunghi nell’ambito del Servizio sanitario pubblico per accedere a prestazioni di prevenzione che in altri tempi avrebbe effettuato privatamente”.

Il Rapporto propone in definitiva di “investire maggiormente in prevenzione, cercando di cambiare ove possibile gli stili di vita della popolazione al fine di ridurre le patologie croniche e/o di ritardarne l’insorgenza”.

Tutto ciò, secondo Farmafactoring, potrebbe essere fatto non necessariamente aggiungendo ulteriori cospicue risorse alle attuali, ma destinando gli attuali tagli spesa delle manovre a un fondo per la prevenzione. “Questo garantirebbe, ad esempio, che la quota di spesa per prevenzione in Italia sia riallineata alla media OCSE (L’Italia con meno dell’1% della spesa complessiva, si colloca all’ultimo posto nella classifica dei Paesi OCSE per l’investimento in prevenzione). Inoltre, nei prossimi anni si potrebbe riqualificare parte della spesa sanitaria, attuando in modo concreto quelle riforme già partite che mirano a spostare le cure dall’ospedale al territorio”.

12 marzo 2014
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