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Chirurgia plastica. Boom negli Usa. Cirillo (Aicpe): “Trend positivo anche in Italia”


Gli americani, nel 2013, hanno speso 7 miliardi in chirurgia plastica e 5 in medicina estetica. Il dato più alto dal 2008. Aumentano gli interventi di chirurgia intima femminile. Per l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, "passata la crisi, quello della chirurgia plastica sarà uno dei settori in più forte crescita”.

24 MAR - La chirurgia e la medicina estetica negli Usa non sono mai andate così bene dal 2008 a oggi. Nel 2013, infatti, gli americani si sono sottoposti ad oltre 11 milioni di interventi di chirurgia e medicina estetica, per una spesa che supera i 12 miliardi di dollari, la cifra più rilevante dalla Grande Recessione del 2008. Di questi, 7 miliardi sono stati destinati a procedure chirurgiche e 5 miliardi a procedure non chirurgiche. È quanto emerge dai dati dell’American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS) che ha presentato i risultati del sondaggio relativo all’anno da poco concluso.

“Quello che arriva dal mercato americano è un segnale positivo e importante”, ha commentato Pierfrancesco Cirillo, segretario dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), equivalente italiano dell’Asaps, spiegando che “in Italia, nel 2011 e nel 2012, secondo i dati raccolti da Aicpe tramite un sondaggio tra i soci, abbiamo registrato un segno negativo per quanto riguarda gli interventi di chirurgia, mentre la medicina estetica è sempre risultata in crescita. Il 2013 è andato meglio dei due anni precedenti, anche se non ai livelli americani”.

Ad aumentare è soprattutto la medicina estetica, “che ha costi più accessibili: la gente non rinuncia a curarsi e, pur di farlo, si orienta verso trattamenti meno costosi. Il settore però è maturo e, non appena la situazione economica generale sarà migliorata, crediamo che quello della chirurgia plastica sarà uno dei settori in più forte crescita”, afferma Cirillo.
 
In attesa dei dati ufficiali italiani, raccolti da Aicpe a partire dal 2011 e in elaborazione per quanto riguarda il 2013, i segnali che arrivano dagli USA fanno dunque ben sperare i chirurghi del settore: “Gli Stati Uniti sono il primo paese al mondo per interventi di chirurgia plastica ed è naturale che siano guardati con attenzione da tutto il mondo – afferma il segretario Aicpe -. Tra i motivi c’è senza dubbio la ripresa dell’economia, che spinge le persone a investire su stesse, sul proprio aspetto e, più in generale, sul benessere. Ci sono anche motivazioni più tecniche, che riguardano metodiche sempre più avanzate, in grado di dare risultati più performanti e naturali. Il ventaglio di proposte in campo estetico si va sempre più allargando, con tecniche mini invasive che attraggono sempre più persone”.

Per quanto riguarda gli interventi più praticati, negli Usa al primo posto c’è la liposuzione (363.912 procedure, +16,3% rispetto all’anno precedente), al secondo posto l’aumento del seno, che perde il primato (313.327 operazioni, -5.2%); al terzo la blefaroplastica (161.389, +5.4%), “tallonata” da addominoplastica (160.077, +2.3%), mentre al quinto posto c’è la rinoplastica (147.966, +2.9%).
“Anche in Italia,  la liposuzione è risultato l’intervento più praticato nel 2012, secondo i dati Aicpe, soppiantando così l’aumento del seno che è ‘scivolato’ addirittura al quarto posto, preceduto da blefaroplastica (ringiovanimento dello sguardo) e lipofilling, il trapianto di grasso”, spiega Cirillo.

Da segnalare nel sondaggio Asaps, l’aumento della chirurgia intima femminile. Le correzioni sono sempre più richieste: rispetto al 2012 la labioplastica è cresciuta del 48% e il rimodellamento dei glutei ha registrato un incremento del 58%. In Italia si registra lo stesso trend: “Pur restando un fenomeno di nicchia, sta acquisendo sempre più importanza e il numero di interventi è decisamente in crescita anche da noi” conclude il segretario Aicpe.

24 marzo 2014
© Riproduzione riservata


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