Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 25 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Bambini sempre più 'extra-large'. Oms: “Entro 2025 obesità infantile aumenterà del 40%”


I tassi di obesità infantile sono in rapido aumento in molti paesi (soprattutto in Africa e Asia), e il numero di bambini in sovrappeso e obesi di età inferiore ai cinque anni è stimato in crescita: dai 42 milioni del 2013 ai 70 previsti da qui al 2025. L’appello Oms: “Serve sforzo comune”.

16 GEN - Bambini sempre più obesi. Le stime shock le fa l’Organizzazione mondiale della sanità che evidenzia come dai 42 mln di bimbi sotto i 5 anni obesi registrati nel 2013 si passerà nel 2025 al numero di 70 mln, una crescita del 40% in 12 anni.
 
“Senza uno sforzo comune – evidenzia l’Oms - l'impatto di una tale epidemia si tradurrà in un maggiore onere economico e sociale per tutte le popolazioni”. La prevalenza di obesità infantile è in aumento in tutti i paesi, con una più rapida crescita nei paesi a basso e medio reddito. La maggior parte dei bambini in sovrappeso o obesi vivono in paesi in via di sviluppo, dove il tasso di incremento è stato di oltre il 30% superiore a quello dei paesi sviluppati.
 
La prevalenza globale di sovrappeso e obesità nei bambini di età inferiore a 5 anni è aumentata dal 5% del 2000 al 6% nel 2010 e 6,3% nel 2013. La prevalenza di sovrappeso infantile è in aumento in tutto il mondo, ma soprattutto in Africa e in Asia. Per esempio, tra il 2000 e il 2013, la prevalenza di sovrappeso nei bambini sotto i 5 anni è aumentata dal 11% al 19% in alcuni paesi dell'Africa meridionale e dal 3% al 7% nel Sud-Est asiatico (regione delle Nazioni Unite). Nel 2013, ci sono stati circa 18 milioni di bambini in sovrappeso di età inferiore a 5 anni in Asia, 11 milioni in Africa e 4 milioni in America Latina e nei Caraibi. 

Oltre a questi rischi per la salute, il rapido aumento dell'obesità negativo impatto sulla capacità dei bambini di partecipare ad attività educative e ricreative, e impone una serie di oneri economici a livello familiare e sociale.
 
In uno sforzo per informare meglio e per offrire una risposta globale alla piaga dell'obesità infantile, il direttore generale dell’Oms Margaret Chan ha istituito una Commissione di alto livello contro l’obesità infantile.
 
"C'è stata una mancanza di consenso a livello mondiale – ha affermato il co-presidente della commissione Peter Gluckman, capo consigliere scientifico del primo ministro della Nuova Zelanda - sul pacchetto di strategie che possono essere più efficaci per prevenire l'obesità infantile in contesti differenti e diverse società. Il ruolo della Commissione è quello di fornire il razionale per cui affrontare la questione deve essere una priorità globale e fornire soluzioni basate sull'evidenza per sconfiggere l'epidemia".
 
"Nessuna singola disciplina – ha specificato - Sania Nishtar, fondatore di politica sanitaria think tank del Pakistan, Heartfile, ed ex ministro della Salute del Pakistan - può veramente combattere l'obesità infantile. Per questo motivo abbiamo riunito scienziati sociali, esperti di sanità pubblica, scienziati clinici ed economisti per costruire un piano d'azione comune".

16 gennaio 2015
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy