Tagli. Cgia di Mestre: negli ultimi 5 anni le Regioni hanno rinunciato a 13 miliardi
Tra 2011 e 2015 le Regioni a Statuto ordinario hanno perso 9,7 miliardi, mentre per quelle a Statuto speciale l'erosione è stata di 3,3 mld. Considerando anche le sforbiciate a Comuni e Province, gli Enti locali hanno dovuto rinunciare a 25,1 miliardi. LO STUDIO
07 APR - Negli ultimi cinque anni Regioni e Comuni sono stati destinatari di tagli pesantissimi. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che rileva come, tra 2011 e 2015, le Regioni a Statuto ordinario siano state falcidiate da mancati trasferimenti pari a 9,7 miliardi. Per quella a Statuto speciale l’erosione ha invece raggiunto quota 3,3 miliardi. Complessivamente, considerando anche le sforbiciate a Comuni e Province, gli Enti locali hanno dovuto rinunciare a 25,1 miliardi.
Nel corso del quinquennio analizzato, le Regioni hanno rinunciato complessivamente a quasi 2,6 mln incasellabili sotto la voce ‘spending review’. Per le Regioni a Statuto speciale ha inciso notevolmente il decreto Salva Italia, che nel 2012 ha portato via 920 mln. Per quelle a Statuto ordinario la mannaia più pesante è arrivata invece con la legge di Stabilità 2015, che ha determinato tagli per 3,5 mld.
Una cifra imponente – commenta il segretario della Cgia
Giuseppe Bortolussi - che, in buona parte, Sindaci e Governatori hanno compensato aumentando le tasse locali e tagliando i servizi alla cittadinanza. Grazie a questi tagli, lo Stato centrale si è dimostrato sobrio e virtuoso, scaricando il problema sugli amministratori locali che, ‘obtorto collo’, hanno agito sulla leva fiscale. Morale: la minor spesa pubblica a livello centrale è stata pagata in gran parte dai cittadini e dalle attività produttive che hanno subito un fortissimo aumento delle tasse locali”.
07 aprile 2015
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