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Privacy e minori: il 50% di siti web e app condivide i dati di bambini con terze parti


Questo il quadro dei risultati di una ricerca internazionale. Le carenze delle tutele attualmente provvedute dalla rete espongono i bambini come "facile preda di malintenzionati". Il 67% dei siti web e delle app analizzate raccoglie dati personali di bambini ma  solo il 31% adotta controlli efficaci per limitare la raccolta di informazioni personali di minori”.

03 SET - Il 50% di siti web e app condivide i dati di bambini con terze parti. Questi i risultati emersi dall'indagine internazionale sull’ Internet dei bambini partita lo scorso maggio nell'ambito del "Privacy Sweep 2015", promossa dal Global Privacy Enforcement Network (GPEN), alla quale ha partecipato anche il Garante Privacy italiano.
 
L'obiettivo della ricerca, svolta su 1.494 siti web ed app di tutto il mondo, era quello di verificare se i principali siti web e le app più diffuse scaricabili su smartphone e tablet rispettassero o meno la privacy dei minori, in particolare quelli compresi tra gli 8 e i 12 anni, fascia d’età più vulnerabile, in cui molti giovanissimi già navigano in rete tramite con pc e dispositivi mobili.
 
Il report ha evidenziato che due siti su tre raccolgono e trattano dati personali di bambini, e un sito su due condivide tali informazioni con altre organizzazioni. Ecco nel dettaglio, i principali risultati della ricerca:
 
-  il 67% dei siti web e delle app analizzate raccoglie dati personali di bambini
-  solo il 31% adotta controlli efficaci per limitare la raccolta di informazioni personali di minori
-  il 50 % dei siti esaminati condivide i dati  personali dei minori con terze parti
-  il 22% prevede la possibilità ai bambini di fornire il loro numero di telefono
-  il 23% dei siti permette agli utenti minori di caricare le loro foto o video
 - il 58 % permette ai bambini di essere reindirizzati a un sito web diverso da quello visitato
 - solo il 24 % dei siti e delle app incoraggia i minori a chiedere il coinvolgimento dei genitori
 - ben il 71% per cento di siti e app è risultato non fornire una modalità facilmente accessibile per cancellare le proprie informazioni personali dall'account
 
Il quadro realistico su internet e minori che emerge dalla ricerca del GPEN, sollecita adesso l'urgenza di  accrescere la consapevolezza della necessità di proteggere i dati personali, favorire il rispetto delle norme a salvaguardia degli utenti, specie se minori, sviluppare azioni di sensibilizzazione e formazione di coloro che utilizzano applicazioni mobili, nonchè promuovere iniziative globali sulla privacy.
 
"Il fatto che i minori possano interagire e fornire liberamente in rete i propri dati personali come numero di telefono e indirizzo di abitazione senza alcun controllo da parte dei genitori, è un fatto preoccupante, e non solo apre degli scenari di potenziali violazioni della normativa sulla protezione dei dati, ma espone i bambini a pericoli di cui non sono consapevoli, rendendoli facile preda di malintenzionati - spiega Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy - E' necessario quindi che i genitori insegnino ai loro figli i comportamenti necessari per salvaguardare la propria sicurezza online e la loro privacy. A seconda dell'età del bambino, può essere importante ubicare il computer in un luogo della casa visibile come la cucina o il soggiorno, evitando la camera del bambino. E' inoltre raccomandabile non decidere con superficialità quando sia giunto il momento appropriato per consentire ai figli l'utilizzo di uno smartphone abilitato a connettersi ad internet anche nei momenti in cui essi sono fuori dal controllo dei genitori. La maggior parte dei minori, non si rende conto che i comportamenti online potranno incidere in maniera importante sulla loro vita anche negli anni successivi, e che certi dati non potranno più essere cancellati da siti e social network."
 
Del delicato rapporto tra minori e internet, se ne parlerà ampiamente il 21 ottobre al 5° Privacy Day Forum organizzato da Federprivacy, dove sono in programma specifici interventi formativi per i giovani su "Privacy tra i banchi di scuola", e anche il tema "Protezione dati e mercato: pratiche silenziose e scorrette?", che sarà trattato dall'Avv. Luca Bolognini, presidente dell'Istituto Italiano per la Privacy, per sensibilizzare le aziende a sviluppare siti web ed app che non solo non esposti alle sanzioni del Garante, ma che rispettino anche la privacy di coloro che sono più vulnerabili, quali sono i giovanissimi.

03 settembre 2015
© Riproduzione riservata


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