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Farmaci: spesa Ssn al -0,7%, ma aumentano del 2,6% le prescrizioni


Lo rilevano i dati sulla spesa farmaceutica convenzionata nel 2010 presentati oggi da Federfarma, che evidenzia come sia invece in aumento incontrollato la spesa farmaceutica ospedaliera, che è stata pari a 4,21 miliardi, vale a dire 1,695 miliardi più (+67%) del tetto di legge, fissato a quota 2,520 miliardi.

06 APR - La spesa farmaceutica netta convenzionata Ssn, nel 2010, è diminuita del –0,7% rispetto al 2009. Questo perché, nonostante sia in aumentare il numero delle ricette (+2,6%), è sceso il loro valore medio (-3,2%). Insomma, si prescrivono più farmaci, ma di prezzo mediamente più basso.
I dati arrivano definitivi di spesa farmaceutica per l’anno 2010 arrivano da Federfarma, che sottolinea come in Italia, a fronte del calo della convenzionata, che rispetta il tetto di spesa previsto, si assista invece al continuo “aumento incontrollato” della spesa farmaceutica ospedaliera che è stata pari a 4,21 miliardi, vale a dire 1,695 miliardi più (+67%) del tetto di legge, fissato a quota 2,520 miliardi.
“Il contenimento della spesa farmaceutica convenzionata – spiega l’analisi di Federfarma  è dovuto ai tagli dei prezzi dei medicinali varati a più riprese (da ultimo quello del 12,5% sui medicinali equivalenti Ssn, in vigore dal 1° giugno al 31 dicembre 2010), al crescente impatto del prezzo di riferimento per i medicinali equivalenti a seguito della progressiva scadenza di brevetti e degli interventi adottati a livello regionale. Tra questi ultimi, l’estensione in diverse Regioni del rimborso di riferimento agli inibitori di pompa protonica; la reintroduzione (Abruzzo, Campania, Lazio e, dall’8 maggio 2009, Calabria) o l’appesantimento (Sicilia; Lazio dall’11 dicembre 2008) del ticket; la distribuzione diretta o tramite le farmacie di medicinali acquistati dalle Asl”.
Sul fronte dei consumi, si regista in particolare l’aumento del numero delle confezioni erogate dei medicinali appartenenti alle prime tre categorie ATC di I livello per spesa: sistema cardiovascolare (+2,8%), apparato gastrointestinale (+8,7%) sistema nervoso (+4,7%).
“Le farmacie – aggiunge Federfarma - continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura dei dati sui farmaci Ssn, con lo sconto al Ssn, che ha garantito un risparmio di oltre 600 milioni di euro nel 2010, ai quali si aggiungono quasi 78 milioni di euro derivanti dal pay-back, posto a carico delle farmacie dal 1° marzo 2007 e tuttora in vigore. A tali pesanti oneri si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, introdotta dal decreto-legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2009, che è costata alle farmacie circa 75 milioni di euro da agosto a dicembre 2010. Va anche ricordato che le farmacie di alcune Regioni (Campania, ma in parte anche Puglia, Calabria e Sicilia) subiscono pesanti ritardi nei pagamenti da parte delle Asl”.
In aumento l’incidenza delle quote pagate dai cittadini anche nelle Regioni che non applicano ticket, a seguito delle polemiche sui farmaci generici e sulla sostituzione da parte del farmacista: i cittadini sono diventati più diffidenti nei confronti dei generici e tendono a preferire spesso i farmaci di marca, pur dovendo pagare la differenza di prezzo rispetto al generico gratuito.
Ecco i dettagli dei dati di spesa elaborati da Federfarma.

L’andamento della spesa a livello nazionale
La spesa farmaceutica convenzionata netta Ssn, nel 2010, ha fatto registrare una diminuzione del –0,7% rispetto al 2009, a fronte di un aumento del numero delle ricette del +2,6%.
Nel 2010 le ricette sono state quasi 587 milioni, pari a 9,84 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 1 miliardo e 73 milioni, con un aumento del +2,6% rispetto al 2009. Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18 confezioni di medicinali a carico del SSN.

Grafico n. 1
 


L’andamento della spesa nel 2010 continua a essere influenzato dall’incremento del numero delle ricette e dal contestuale calo del valore medio delle ricette stesse (-3,2%): si prescrivono più farmaci, ma di prezzo mediamente più basso.
Tale risultato è dovuto alle riduzioni dei prezzi dei medicinali varate a più riprese dal Governo e dall’Aifa (da ultimo quello del 12,5% sui medicinali equivalenti SSN, in vigore dal 1° giugno al 31 dicembre 2010), al crescente impatto del prezzo di riferimento per i medicinali equivalenti, a seguito della progressiva scadenza di importanti brevetti e alle misure applicate a livello regionale. Tra queste ultime, l’estensione in diverse Regioni del rimborso di riferimento agli inibitori di pompa protonica (misure che, come previsto dalla legge n. 222/2007, non potranno più essere introdotte); la reintroduzione (Abruzzo, Campania, Lazio e, dall’8 maggio 2009, Calabria) o l’appesantimento (Sicilia) del ticket; la distribuzione diretta o tramite le farmacie di medicinali acquistati dalle ASL.
Continua, invece, ad aumentare la spesa farmaceutica ospedaliera che, come risulta dai dati Aifa, è stata pari a 4,21 miliardi, vale a dire 1,695 miliardi più (+67%) del tetto di legge, fissato a quota 2,520 miliardi.

L’andamento dei consumi nel 2010
Nel 2010 i farmaci per il sistema cardiovascolare sono stati ancora una volta la categoria più prescritta a carico del Ssn, con un aumento del numero delle confezione del +2,8%, a fronte di un calo di spesa del –0,7%, dovuta alla diffusione, nell’ambito di tale categoria, di medicinali a brevetto scaduto. In forte aumento, tra le prime dieci categorie, i consumi di medicinali per l’apparato gastrointestinale, in particolare inibitori di pompa protonica (+8,7%), e per il sistema nervoso (+4,7%). In calo, invece il ricorso ad antimicrobici (antibiotici; -5%; vedi tabella n. 1).






Per quanto riguarda i 10 principi attivi a maggior spesa Ssn (vedi tabella n. 2), ai primi posti ci sono due statine, l’atorvastatina e la rosuvastatina, quest’ultima con un aumento di confezioni del +18,4% e un aumento di spesa del +19,2% rispetto al 2009. Tra i primi dieci principi attivi ci sono ben 4 inibitori di pompa protonica, lansoprazolo, esomeprazolo, omeprazolo e pantoprazolo.






Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa
Le farmacie continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e con la tempestiva fornitura dei dati analitici dei medicinali erogati in regime di SSN, anche con lo sconto al SSN. Nel 2010 le farmacie hanno garantito, proprio con lo sconto al SSN, un risparmio di oltre 600 milioni di euro, ai quali si aggiungono quasi 78 milioni di euro derivanti dal pay-back, posto a carico delle farmacie dal 1° marzo 2007, prorogato per tutto il 2010.
A tali oneri, già estremamente pesanti, si è aggiunta, a partire dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, introdotta dal decreto-legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2009, che è costata alle farmacie circa 75 milioni di euro nei mesi da agosto a dicembre 2010.
È bene ricordare che lo sconto a carico delle farmacie ha un carattere progressivo in quanto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo (vedi tabella n. 3).






Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato Ssn godono di una riduzione dello sconto dovuto al Ssn.


Quote di partecipazione a carico dei cittadini
A seguito degli interventi regionali sui ticket, l’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è passata dal 6,6% del 2009 al 7,6% del 2010. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra il 6,3% e il 10,8%.
Da notare l’aumento medio dell’incidenza delle quote pagate dai cittadini anche nelle Regioni che non applicano ticket sui farmaci (dove i cittadini pagano solo l’eventuale differenza tra prezzo di riferimento e prezzo della specialità medicinale più costosa): in queste Regioni, nel 2010, le quote di partecipazione hanno avuto un’incidenza sulla spesa lorda tra il 3,4% e il 4,6%, che oscillava, però, tra il 2,7% e il 3,7% nel 2009. Il maggior onere per i cittadini è dovuto in gran parte alle polemiche strumentali che hanno investito i farmaci generici, accusati di scarsa efficacia, e la sostituzione da parte del farmacista. Tali polemiche hanno fatto sì che i cittadini siano resi diffidenti nei confronti del generico e tendano spesso a preferire il farmaco di marca, pur dovendo pagare la differenza di prezzo.

Grafico n. 2


Le Regioni in blu non applicano ticket sui farmaci Ssn (le quote pagate dai cittadini, in questi casi, sono relative alla differenza tra il prezzo del farmaco a brevetto scaduto più costoso e quello del farmaco meno costoso, generico o di marca, interamente a carico del SSN)

L’andamento della spesa a livello regionale
Il grafico n. 3, che segue, pone in correlazione, Regione per Regione, l’andamento della spesa netta e del numero delle ricette nel 2010 rispetto al 2009.
Il calo di spesa, nel 2010, è particolarmente evidente in Molise (-7%), Basilicata (-6,3%), Calabria (-4,4%), Piemonte (-3,6%), Liguria (-2,6%). Va considerato al riguardo che Molise, Calabria, Piemonte e Liguria, in particolare, sono Regioni interessate da piani di rientro dal deficit, che hanno adottato misure di contenimento della spesa molto drastiche, quali l’introduzione o l’aumento del ticket e il potenziamento della distribuzione di medicinali acquistati dalle ASL direttamente agli assistiti e/o tramite le farmacie convenzionate sulla base di specifici accordi.

Grafico n. 3



Per quanto riguarda la Calabria, che fa registrare la spesa farmaceutica convenzionata SSN pro-capite più elevata (ma anche quella con il maggior calo nel 2010), si segnala che in questa Regione la maggior parte dei farmaci del PHT, almeno fino a tutto ottobre 2010, è stata distribuita in farmacia in regime convenzionale, mentre in altre Regioni tali farmaci sono stati distribuiti direttamente dalle ASL o dalle farmacie per conto delle ASL sulla base di specifici accordi. In entrambi i casi (distribuzione diretta e distribuzione per conto), la relativa spesa non viene contabilizzata nell’ambito della farmaceutica convenzionata, che risulta quindi più bassa.
Se si tiene conto anche della spesa per farmaci acquistati dalle ASL, le differenze tra Regioni tendono ad attenuarsi, come emerge dal grafico che segue, nel quale sono riportate, Regione per Regione, la spesa pro-capite farmaceutica convenzionata SSN (al netto del pay-back), farmaceutica diretta (che comprende la spesa per farmaci acquistati dalle ASL ed erogati direttamente dalle ASL stesse ovvero tramite le farmacie sulla base di accordi) e la spesa farmaceutica ospedaliera, nel 2009.
Dal grafico n. 4 che segue emerge in modo chiaro come, a parte i picchi di alcune Regioni, l’andamento della spesa farmaceutica complessiva sia piuttosto omogeneo.
Tale omogeneità costituisce un valido presupposto per poter pervenire a una soluzione, concordata a livello nazionale, per la distribuzione tramite le farmacie dei medicinali acquistati dalle ASL e oggi distribuiti dalle ASL stesse. Una soluzione di questo tipo andrebbe incontro alle esigenze dei cittadini di trovare nella farmacia più vicina i medicinali di cui hanno bisogno, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, e garantirebbe costi certi, contenuti e trasparenti.

Grafico n. 4 (elaborazione Federfarma su dati Aifa)


 

        * Regioni nelle quali sono attivi accordi per la distribuzione in farmacia di medicinali acquistati dalle ASL (DPC).
           La quota di spesa relativa a tali medicinali rientra nella voce spesa farmaceutica in “distribuzione diretta”





 

06 aprile 2011
© Riproduzione riservata


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