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Trapianti. Mamme e mogli le più generose quando si tratta di donare un organo da vivente


Tra marito e moglie è quest'ultima, nel 71,4% dei casi, a donare un rene da viva per salvare la vita al coniuge. E lo stesso verso i figli, ai quali la mamma dona più del doppio del papà. Questi i dati forse più sorprendenti presentati oggi in occasione del lancio della Giornata della donazione di organi, in programma il 29 maggio. Per il resto, le proiezioni 2011 indicano un aumento tendenziale sia delle donazioni che dei trapianti. Ma 9.362 pazienti aspettano ancora il loro trapianto.

26 MAG - Buone notizie per chi è in attesa di un trapianto. Le proiezioni riguardanti i dati relativi al primo quadrimestre 2011 confermano, infatti, un certo recupero rispetto al 2010. In particolare è aumentato di 87 unità il numero dei donatori segnalati (+ 3,8%), come quello dei donatori effettivamente utilizzati (+ 3,9%) e il numero di trapianti che, se le proiezioni saranno confermate, consentirà di raggiungere quota 2.092 (26 in più rispetto all'anno scorso).
Questi i dati del Centro nazionale trapianti presentanti stamani al ministero della Salute in occasione del lancio della XIV edizione della Giornata nazionale per la donazione e trapianto di organi e tessuti, in programma il 29 maggio, e della campagna 2011 di sensibilizzazione per la donazione. Che rilevano, tuttavia, la permanenza di una quota significativa di opposizioni alla donazione che si attesta sul 31,3% di no alle potezioali donazioni. E questo soprattutto al Sud.

Gli organi trapiantati, però, diventano sempre più vecchi. Anche se non è una cattiva notizia. Indica infatti che nelle rianimazioni italiane muoiono meno giovani, come aveva già spiegato il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, nell'intervista rilasciata nel dicembre scorso a Quotidiano Sanità. L’età dei pazienti deceduti in seguito a lesioni cerebrali è di circa 65 anni. L’età media dei soggetti sottoposti ad accertamento di morte si attesta sui 62 anni. Anche per questo, quando possibile, si punta sempre più spesso alla donazione da vivente. Nel 2010 in particolare si è registrato un aumento del 25% di trapianti di rene da vivente rispetto al 2009.
Ma tante ancora sono le persone che aspettano e sperano in un trapianto: ben 9.362 pazienti. E alcuni di loro, sono destinati a morire durante l’attesa.
In particolare, sono 352 i pazienti che aspettano un polmone. Per loro l’attesa media prevista è di 1,89 anni, ma il 10,4% di loro non riuscirà ad aspettare quel lasso di tempo. Sono 723 le persone che aspettano un cuore e che hanno un rischio di mortalità del 7,3% nel corso dei 2,3 anni di media di attesa che li aspetta. È del 6,9 la mortalità tra chi aspetta un fegato, ad oggi 1.234 pazienti per i quali si prspetta un attesa media di 2,13 anni.

L’organo più richiesto è però il rene, con 6.961 pazienti in lista di attesa e 3,02 anni di tempo che trascorre in media prima di poter effettuare il trapianto, ma il’1,6% dei pazienti, in media, non riesce ad aspettare tanto.
I pazienti in attesa di un trapianto di pancreas sono invece 252 e per loro l’attesa è di 3,36 anni, ma la mortalità in questo lasso di tempo è ben più bassa che per i trapianti di polmone, fermandosi infatti allo 0,6% dei pazienti in attesa.
Tuttavia, come detto, le possibilità di ricevere un organo stanno crescendo. Anche grazie al segnale positivo che si avvisa nell’atteggiamento che gli italiani hanno nei confronti dell’idea di donare i propri organi. Tuttavia resta ancora molto da fare, se si considera che ancora oggi il 31,3% delle persone che potrebbero dare il consenso alla donazione di organi, rifiuta di farlo.

Ad opporsi è soprattutto il Sud di Italia. Al Nord invece la media delle opposizioni è molto più bassa e si aggira intorno al 20%. Il record negativo è della Basilicata (60% delle opposizioni), della Sicilia (58,2%) e della Campania (57,9). Anche per questo aspetto, tuttavia, si registra nel 2011 un miglioramento rispetto al 2010, seppur molto lieve. Le opposizioni lo scorso anno rappresentavano infatti il 31,5% delle potenziali donazioni.
Probabilmente è anche per questo motivo che cresce il numero di donatori da vivente. Come accennato, è stato il trapianto di rene da vivente a registrare la maggiore impennata. Nel 2010 sono stati 182 gli interventi contro i 145 del 2009. Ma più che il confronto tra gli ultimi due anni, è interessate notare che dal 2006 al 2010 il trapianto di rene da vivente ha registrato un’impennata dell’84%, passando dai 99 interventi del 2006 ai 182, appunto, del 2010.
Riguardo a questo settore di attività, il Centro nazionale trapianti rileva anche una particolarità: nella donazione di rene da vivente tra coniugi nel 71,4 per cento sono le donne che donano ai mariti, a fronte di un 24,4% di mariti che donano alle mogli. Nel caso di donazione di rene da vivente tra consanguinei nel 51% dei casi le donatrici sono le madri, nel 20% i padri.





 

26 maggio 2011
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