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“Via al 2° pilastro sanitario con polizze alla portata di tutti”. E RBM propone un’Assicurazione Sanitaria Sociale Integrativa

di Christian Toscano

Solo due italiani su dieci hanno una polizza sanitaria integrativa, spesso legata a dinamiche lavorative, come i benefit aziendali o sottoscritta dalle fasce più abbienti della popolazione. La proposta avanzata durante la quarta edizione dell'Health Insurance Summit a Milano, è quella di raggiungere invece tutti i cittadini, creando un “secondo pilastro sanitario” che affianchi il SSN che possa salvaguardare l'universalismo e l'equità del sistema

13 OTT - Il conto è di 34,5 miliardi di euro. È la fattura che gli italiani hanno pagato di tasca propria nel 2015 per le cure private, nonostante il Servizio Sanitario Nazionale. Una cifra pari a circa 570 euro pro capite (che si aggiunge al prelievo fiscale) e che ormai resta una costante da diversi anni.
 
Se per qualcuno ricorrere al privato può essere una scelta, per molti è un obbligo che scaturisce dalle inefficienze del pubblico. Non a caso nello stesso periodo, stando ai dati del Censis, 12 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure o quantomeno rimandarle per impossibilità a farvi fronte. Eppure nonostante il panorama poco incoraggiante, il dibattito pubblico resta asfittico e concentrato su temi quali la riduzione degli sprechi o l'efficientamento del sistema e si fa fatica a prendere atto di una situazione ormai conclamata, tanto che gli spunti per regolamentare questo stato di cose arrivano dal settore privato e in particolare dalle assicurazioni.
 
Solo due italiani su dieci hanno una polizza sanitaria integrativa, spesso legata a dinamiche lavorative, come i benefit aziendali o sottoscritta dalle fasce più abbienti della popolazione. La proposta avanzata durante la quarta edizione dell'Health Insurance Summit del 12 ottobre a Milano, è quella di raggiungere invece tutti i cittadini, creando un “secondo pilastro sanitario” che affianchi il SSN che possa salvaguardare l'universalismo e l'equità del sistema. Si chiama ASSI, acronimo di Assicurazione Sanitaria Sociale Integrativa, che promette di garantire la “buona salute di tutti” affiancando il SSN per ridurre del 50%, circa 17 miliardi in un triennio, il costo delle cure private per le famiglie italiane.
 
Durante il dibattito, in cui è stato presentato anche un rapporto dell’Osservatorio Consumi Privati in Sanità di SDA BOCCONI, sono state analizzate le problematicità che una proposta di questo tipo può sollevare. Prima tra tutte la resistenza da parte della politica a riconoscere le carenze del sistema. Si prendano ad esempio le pensioni: ormai da diversi anni, tecnici e politici hanno ammesso che i lavoratori di oggi faranno fatica a raggiungere un livello pensionistico sufficiente a mantenere un buon tenore di vita e invitano ad avvalersi dei fondi pensionistici privati prima che sia troppo tardi. L'ondata di polemiche seguita a questa ammissione di debolezza sarebbe la stessa, se non ancora più violenta, anche per la sanità e per uno Stato che appare sempre più incapace di mantenere fede al patto civile su servizi così essenziali. Per questo le Istituzioni sono estremamente restie a intraprendere questa strada. Il compito di informare dunque finisce per essere portato avanti solo dai Fondi e dalle compagnie private che per superare quello che sembrerebbe un conflitto tra etica e profitto, lo fanno cifre alla mano e presentando anche prodotti no-profit.
 
“Il trend di spesa legato alla non autosufficienza della popolazione anziana viene ora sostenuto dalle famiglie, che ne coprono il 43% del totale, – spiega Marco Vecchietti consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute, main sponsor dell'evento –  il disgregarsi del nucleo tradizionale della famiglia però è destinato a ridurre la rete di solidarietà che ha concesso a milionidi italiani di permettersi delle cure e, allo stesso tempo, il deficit finanziario dello Stato non appare in grado di poter sostenere questa spesa crescente. La nostra proposta di affidarsi ad un Fondo Sanitario No Profit, equo e inclusivo abbraccia un nuovo modo di approcciarsi a questo problema, andando a creare non solo un supporto economico agli assicurati, ma anche promuovendo la loro salute ricorrendo a protocolli di prevenzione e fornendo il supporto medico necessario all’identificazione e alla gestione di un corretto percorso di cura. La promozione di uno stile di vita sano e la diffusione di programmi di prevenzione e diagnosi precoce, sono in grado di garantire un ritardo dell’insorgenza delle patologie di circa 10 anni, con un potenziale risparmio del 30% dei costi sanitari: un atteggiamento managed-care, che si può mettere in atto ad esempio attraverso incentivi economici a chi sceglie strutture più efficienti, monitorando la durata dei ricoveri, fissando le franchigie nelle prestazioni extra-ospedaliere e negoziando tariffe agevolate nei casi sanitari ad alto costo”.
 
In buona sostanza i punti principali vedono il risparmio e la buona salute alla base della strategia di ogni compagnia assicurativa privata nell'ambito della sanità. È intuibile infatti che un sistema organizzato (per quanto privatamente) possa offrire una spesa inferiore al cittadino che ricorre a una visita specialistica anche dentistica, rispetto alla spesa che avrebbe per la stessa prestazione accedendovi in maniera saltuaria o a seguito di un'urgenza. Il secondo punto è che la compagnia assicurativa ha tutto l'interesse a mantenere il suo assicurato in buona salute in modo da diminuire le prestazioni a cui questi ricorrerà, ecco perché favorire e promuovere la prevenzione primaria e secondaria per un'assicurazione è una priorità assoluta e ovviamente l'obiettivo di mantenersi in buona salute non può che essere condiviso dall'assicurato.
 
L'ipotesi di un sistema ibrido simile a quello che si sta costruendo per le pensioni sembra essere dunque una via sensata, è indispensabile però che del tema si parli e ci cerchi di individuare il più possibile quelli che sono gli obiettivi nel medio e lungo periodo, strutturando così contorni e confini precisi disegnati intorno al principio del massimo beneficio per ogni cittadino.
 
Christian Toscano

13 ottobre 2016
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