Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 24 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Sette milioni di italiani hanno limitazioni gravi di vista, udito e motorie che spesso sfociano in non autosufficienza. I livelli massimi tra gli over 75 e tra le donne 


La situazione fotografata dall'Istat e confrontata con quella degli altri paesi UE. Alle persone gravemente disabilitate per vista, udito e capacità motorie si aggiungono poi quasi 22 milioni di persone con handicap meno gravi ma comunque limitativi pee la loro vita quotidiana. Ecco tutti i dati.

29 GEN - In Italia nel 2015 c’erano oltre un milione di persone con gravi limitazioni della vista e 8,184 milioni con limitazioni moderate, due milioni di persone con gravi limitazioni dell’udito e altre 8,616 milioni con limitazioni moderate, 3,714 milioni di persone con gravi limitazioni motorie e 4,859 milioni con limitazioni motorie moderate.

In sostanza quasi 7 milioni di persone hanno limitazioni gravi di vista o udito o motorie e altre 21,659 milioni hanno limitazioni moderate in questi ambiti, ma pur sempre limitazioni.

Le gravi sono le porte sulla non autosufficienza.

Il dato sulle limitazioni di vista, udito e motorie lo ha raccolto l’Istat  nel rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell'Unione europea.

Dove spiega che per limitazioni della vista si intende difficoltà a vedere con o senza occhiali. Per limitazioni dell’udito difficoltà a sentire ciò che si dice in una conversazione con un’altra persona in una stanza con o senza rumore avvalendosi anche di apparecchi acustici. Per limitazioni motorie difficoltà a camminare su una superficie pianeggiante per 500 metri oppure a salire una rampa di scale (circa 12 scalini) senza alcun aiuto.

Il livello di difficoltà è valutato secondo una scala a quattro modalità che prevede nessuna difficoltà, qualche difficoltà, molta difficoltà, non è in grado.
E aggiunge che le “gravi limitazioni, in tutti e tre i casi, sono l’insieme delle due ultime modalità illustrate per ogni tipologia di limitazione (quindi molta difficoltà, non è in grado).

Non si parla di handicap vero e proprio quindi, quello che costringe le persone alla sedia a rotelle o rende inutili anche gli ausili per sordo-ciechi, ma di una disabilità comunque grave che limita seriamente la vita di tutti i giorni e rende le persone spesso non autosufficienti.

Quotidiano Sanità ha già pubblicato i capitoli del rapporto relativi alle malattie croniche e l’assistenza domiciliare,  alle cure dentali , al ricorso a medici di famiglia e specialisti,quella sui motivi delle rinunce alle cure,  l’analisi di quanti italiani soffrono di dolore fisico , quella di chi ha la percezione di un sostengo sociale debole, intermedio o forte da parte delle persone che lo circondano, quella degli incidenti domestici e stradalie, quella di quanti caregivers assistono i propri familiari o altre persone e la statistica della non autosufficienza nelle attività quotidiane e domestiche che rappresentano un vero e proprio handicap per il 10% degli italiani ultrasessantacinquenni.

Vista

Rispetto agli altri Paesi della Ue-28, l’Italia si colloca a metà classifica per numero di persone con gravi limitazioni della vista (1,9-2% contro una media Ue-28 del 2,1% e con il Portogallo al 4,3% e sul versante opposto Malta allo 0,9%).

Le percentuali aumentano significativamente con l’aumentare dell’età e per gli over 65 diventano  il 5,6% (media Ue-28 5,6%) e tra gli ultrasettantacinquenni l’8,8% (media Ue-28 8,7%).

In realtà, analizzando in particolare il nostro Paese, i dati mostrano che tra 65 e 74 anni la percentuale di chi ha gravi disturbi di vista è del 2,1%, mentre de si considera una fascia più larga di età, sempre a partire dai 65 anni in su, si raggiunge il 5,4% e se si parte dei 75 anni in su si arriva all’8,6 per cento.

Ovvia la constatazione che l’aumento dell’età è determinante per il peggioramento (grave) della vista che ad esempio nella fascia di età 15-44 anni è grave solo per lo 0,4% della popolazione.

In questo caso è presente anche una certa differenza di genere: mentre negli uomini, ad esempio over 75, la percentuale di chi presenta limitazioni gravi nella vista è del 5,3%, nelle donne raddoppia e raggiunge il 10,7 per cento.

A livello di Regioni, la percentuale maggiore di chi presenta limitazioni gravi alla vita è in Calabria (3,1% dai 15 anni in su e 9,1% dai 65 anni in su). Ma questa situazione si ripete per aree geografiche al Sud (2,4% per gli over 15 e 7% per gli over 65).

Le percentuali maggiori di limitazioni gravi alla vista, infine, sono state rilevate nelle aree scarsamente popolate: dai 15 anni un su 2,7% e dai 65 anni in su 7,3 per cento.
 



 
Udito

Nell’Ue-28 il dato italiano delle limitazioni gravi combacia esattamente con la media di tutti i Paesi: 4,1 per cento. Il Paese in cui l’udito va peggio è la Finlandia col 4,1% di limitazioni gravi. Al contrario, dove ce ne sono di meno è l’Irlanda che si ferma all’1,3 per cento.

Anche in questo caso, come per la vista, il dato peggiora in modo sostanziale con l’età, tanto che negli over 75 Italia e media Ue sono al 12,1, quasi il triplo cioè della media di tutte le fasce di età e, comunque, quasi dieci volte di più della fascia 15-64 anni (1,3%  per l’Italia, 1,9% per l’Ue-28).

La conferma dell’importanza dell’età nel determinare la limitazione è data dalla rilevazione che l’Istat ha eseguito a livello del nostro Paese. Ad esempio la differenza – sempre parlando di limitazioni gravi – tra la fascia di età 15-44 anni e quella di chi ha oltre 75 anni è estremamente forte: nella prima le limitazioni sono nello 0,6% dei casi, nella seconda nel 18,7%, oltre 31 volte di più, quindi.

Ancora presente una certa differenza di genere, ma meno forte che nella vista: gli uomini over 75 hanno limitazioni gravi dell’udito nel 16,7% dei casi, le donne nel 20 per cento.

Stavolta a livello di Regioni chi sta peggio dai 15 anni in su, m anche dai 65 in su è il Molise che per la prima fascia di età raccoglie il 7%  di limitazioni gravi e per la seconda va oltre il triplo al 24 per cento.

A livello di macro aree geografiche invece, per chi ha da 15 anni in poi va peggio al Centro (4,4%) mentre il Sud torna in testa dai 65 anni in su con il 13,2% delle limitazioni gravi. E ancora una volta va peggio nelle aree scarsamente popolate.

 




Limitazioni motorie

In questo caso le percentuali si alzano. A livello Ue l’Italia stavolta va peggio della media Ue-28 con il 7,2% contro il 6,6 per cento. La percentuale di limitazioni motorie è in Ungheria con il 10,7% e quella minore in Danimarca con il 4 per cento.

Anche stavolta però le cose cambiano radicalmente con l’età. La media italiana degli over 75 con gravi limitazioni motorie balza infatti al 36,6% (Ue-28 32,4%), ben cinque volte di più della media di tutte le fasce di età, soprattutto considerando che la percentuale tra 15 e 64 anni si ferma all’1,8% in Italia e stavolta è maggiore nell’Ue-28 con il 2,6 per cento. Come dire che passati i 65 anni in Italia le cose peggiorano drasticamente rispetto agli paesi Ue.

A livello nazionale si conferma il dato e la fascia oltre i 75 anni supera il 36% di limitazioni motorie gravi contro lo 0,8% di quella 15-44 anni.
Qui la differenza di genera torna a essere marcata. Negli uomini oltre i 75 anni si registrano il 25,6% di limitazioni motorie gravi che diventano alla stessa età il 43,2% nelle donne. Anche nella fascia più bassa di età considerata (15-44) c’è una certa differenza, ma non ancora eccessivamente marcata,  tra lo 0,6% dei maschi e lo 0,9% delle femmine.

La Regione con la percentuale maggiore di limitazioni motorie gravi è l’Umbria, quindi stavolta non al Sud. Ma dai 15 anni in su, perché dopo i 65 anni il primato torna al Meridione con il 31,3% della Sicilia e, in assoluto, sia dai 15 anni in su che dai 65 per aree geografiche il Sud è in testa rispettivamente con l’8,4 e il 29, 2 per cento.
A livello di urbanizzazione dai 15 anni in su sono ancora le aree scarsamente popolate quelle che hanno la percentuale maggiore di limitazioni gravi (8%), mentre dai 65 anni in su sono quelle più densamente popolate con il 26,1 per cento.
 



 

29 gennaio 2018
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy