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Plastiche. Iss: “Un biomonitoraggio dimostra l’esposizione popolazione a Ftalati e Bisfenolo A”


L’Istituto evidenzia come “sono sostanze che vengono eliminate rapidamente dall’organismo tuttavia la loro presenza è stata riscontrata in tutti i soggetti analizzati”. La Rocca: “Si tratta di sostanze chimiche non persistenti e facilmente metabolizzate dall’organismo ma è consigliato ridurre l’esposizione”

27 NOV - “L’esposizione a Ftalati e Bisfenolo A è molto diffusa nella popolazione poiché si tratta di sostanze contenute in oggetti di plastica di uso comune. Sono sostanze che vengono eliminate rapidamente dall’organismo tuttavia la loro presenza è stata riscontrata in tutti i soggetti analizzati” Lo dicono i dati scaturiti dal progetto europeo LIFE PERSUADED di cui l’Istituto Superiore di Sanità è coordinatore nella persona della Dott.ssa Cinzia La Rocca del Centro di Riferimento Medicina di Genere.
 
Il progetto, durato 4 anni, ha avuto diversi obiettivi: a) verificare l’esposizione della popolazione infantile italiana a Ftalati e Bisfenolo A, attraverso uno studio di biomonitoraggio; b) studiare l’associazione tra esposizione a ftalati e BPA e malattie infantili quali pubertà precoce, telarca prematuro e obesità; c) valutare gli effetti di BPA e ftalati mediante uno studio sperimentale su modello animale.
 
Lo studio di biomonitoraggio di LIFE PERSUADED ha evidenziato “che praticamente tutti i bambini e le loro madri sono esposti a Ftalati (100% dei reclutati) e a Bisfenolo A (77% dei reclutati).  Lo studio ha misurato i livelli di Ftalati e BPA nelle urine di 900 coppie madre-figlio del Nord, Centro e Sud Italia divise in zone urbane e rurali, in bambini e adolescenti di età compresa tra i 4 e i 14 anni, quale gruppo di popolazione maggiormente suscettibile e vulnerabile agli effetti di tali contaminanti. Ftalati e Bisfenolo A sono infatti interferenti endocrini, possono cioè alterare l’equilibrio ormonale degli esseri viventi soprattutto durante fasi critiche della vita come infanzia, pubertà, gravidanza”.
 
Interlocutori di progetto importanti sono stati gli 87 pediatri del Sistema Sanitario Nazionale coinvolti per l’arruolamento dei bambini, cui sono state trasferite le informazioni sulla problematica e gli strumenti per le attività previste, durante incontri di training. A loro volta i pediatri hanno contribuito a diffondere la conoscenza della tematica presso la popolazione per promuovere la partecipazione al progetto.
 
I partecipanti allo studio hanno compilato un questionario sugli stili di vita e alimentari e redatto un diario alimentare relativo ai due giorni precedenti il campionamento delle urine. Attraverso l’analisi delle risposte fornite il progetto ha evidenziato indicazioni utili per la riduzione dell’esposizione, tema rilevante ai fini della prevenzione.
 
L’esposizione è diversa a seconda del luogo di abitazione: è maggiore al Sud per gli Ftalati sia per le madri sia per i figli. L’esposizione a BPA, invece, è maggiore al Nord nelle madri mentre per i figli è paragonabile nelle tre aree. Per entrambi, inoltre, l’esposizione a BPA è maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali.
 
“I bambini – ha rilevato lo studio - di età compresa tra i 4 e i 6 anni presentano livelli maggiori di Ftalati e BPA. I questionari hanno mostrato che l’uso frequente di plastica monouso e l’uso prolungato e quotidiano di giochi in plastica nei bambini sono i principali determinati associati all’esposizione a Ftalati e BPA”.
 
Il progetto ha anche affrontato due aspetti molto rilevanti riguardanti le ricadute dell’esposizione sulla salute:
 
- l’associazione con alcune patologie infantili di origine endocrina quali telarca prematuro, pubertà precoce centrale e obesità infantile, di origine idiopatica, e la valutazione di biomarcatori, attraverso gli studi caso-controllo
 
- la valutazione degli effetti dell’esposizione a DEHP e BPA, singoli e in miscela, mediante uno studio tossicologico in vivo che utilizza un modello animale in fase juvenile, innovativo per lo studio degli effetti delle sostanze chimiche sui bambini, trattato con dosi derivanti dai livelli misurati nei bambini; tale approccio rende i risultati maggiormente comparabili e trasferibili alla popolazione infantile.
 
Lo studio animale ha evidenziato che “i due composti in miscela, a dosi compatibili con quelle misurate nei bambini, mostrano meccanismi e modi di azione diversi a seconda della composizione della miscela e del sesso”.
 
LIFE PERSUADED è finanziato dal Programma Europeo Life+ (LIFE13 ENV/IT/000482) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, con la partecipazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, dell’Università di Tor Vergata di Roma e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.
Dalle attività di progetto sono già scaturite iniziative e studi, quali l’istituzione della biobanca di campioni di urina e di tessuti animali, la valutazione degli effetti sul metabolismo lipidico, le proposte di nuove progettualità, che rappresentano la ricaduta e la continuità scientifica dell’intero studio in una prospettiva futura.
 
Ftalati e Bisfenolo A – cosa sono
Ftalati (DEHP) e Bisfenolo A (BPA) sono composti utilizzati come plasticizzanti in numerosi prodotti di uso quotidiano (contenitori per alimenti, giocattoli, cosmetici, carta termica); sono sostanze non persistenti ma molto diffusi nell’ambiente e sono rapidamente metabolizzati nell’organismo. Sono riconosciuti interferenti endocrini e obesogeni con effetti sul sistema riproduttivo, sul neurosviluppo, sul sistema immunitario e sul metabolismo lipidico e degli ormoni tiroidei principalmente attraverso l’interazione con i recettori steroidei, tiroidei e dei perossisomi.

27 novembre 2018
© Riproduzione riservata


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