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Istat. Sanità: "Spendiamo molto meno degli altri partner europei"


E' solo uno dei dati che emerge da "Noi Italia", il report dell'Istat che riassume in 100 indicatori lo stato del Paese. Resta forte il gap tra regioni. Cala la spesa sanitaria privata che comunque copre il 21% del totale della spesa sanitaria. Ridotti i posti letto che scendono a un tasso di 3,6 per mille.

19 GEN - "L’assistenza sanitaria, insieme alla previdenza, rappresenta un asse portante del welfare". Questo l'incipit del capitolo "Sanità e Salute" della quarta edizione di "Noi Italia", una sorta di "Bignami" della statistica italiana curato dall'Istituto che riassume in 100 statistiche gli indicatori più importanti per capire il nostro Paese.

"Obiettivo dei sistemi sanitari nazionali - sottolinea ancora l'Istat - è la promozione e il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini, da attuarsi mediante iniziative di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione". In questo contesto "gli indicatori sanitari misurano una realtà che, oltre a rappresentare una voce centrale nel bilancio dello Stato, è soprattutto un elemento primario del sistema dell’assistenza sociale. Da oltre un decennio, in Italia e nell’Unione europea, il sistema sanitario è sottoposto a riforme che hanno come obiettivo la razionalizzazione delle risorse e il contenimento della spesa".

Questi i principali indicatori sanitari rilevati:

Spesa pubblica. La spesa sanitaria pubblica è di circa 115 miliardi di euro, pari al 7,4 per cento del Pil, e a oltre 1.900 euro annui per abitante (2010), in aumento rispetto all'anno precedente sia in valore assoluto che in percentuale del Pil. La spesa sanitaria pubblica italiana è molto inferiore a quella di altri importanti paesi europei.

Spesa privata. Le famiglie contribuiscono con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari a poco più del 21 per cento (quasi 3 punti in meno rispetto al 2001). La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta l’1,8 per cento del Pil nazionale e ammonta a 955 euro per famiglia nel Mezzogiorno e a 1.265 euro nel Centro-Nord.

Posti letto. In quasi tutte le regioni, tra il 2002 e il 2008, si è verificata una convergenza verso la media nazionale del numero di posti letto ospedalieri per mille abitanti, passata da 4,3 a 3,6.
 
La mobilità ospedaliera. Le regioni nel complesso sono interessate da circa 610 mila ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti e da oltre 543 mila ricoveri di pazienti provenienti da una regione diversa da quella di residenza (2009).

Cause di ricovero. I tumori e le malattie del sistema circolatorio rappresentano le principali cause di ricovero sia in Italia sia nel resto dell’Europa.
 
Mortalità infantile. In Italia, il tasso di mortalità infantile è di 3,3 decessi per mille nati vivi. Negli ultimi dieci anni, il valore di questo indicatore ha continuato a diminuire su tutto il territorio italiano raggiungendo valori tra i più bassi in Europa.
 
Cause di morte. Le malattie del sistema circolatorio rappresentano la principale causa di morte in quasi tutti i paesi dell’Ue. In Italia, il tasso standardizzato di mortalità per queste cause è pari a 32,1 decessi ogni diecimila abitanti, quello relativo ai tumori è pari a 26,2 decessi ogni diecimila abitanti, con valori maggiori negli uomini (36,1) rispetto alle donne (19,4). I tumori rappresentano in Italia e in Europa la seconda causa di morte (2008).

Fumo. I fumatori e i consumatori di alcol rappresentano il 22,8 e il 16,4 per cento della popolazione di 14 anni e più; le persone obese il 10,3 per cento della popolazione di 18 anni e più (2010).

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19 gennaio 2012
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