Il welfare che non c’è. Quasi 50 mila genitori si sono licenziati dal lavoro per poter assistere i figli
Lo rivela uno stuidio su dai dell'Ispettorato del lavoro dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop). "Una situazione che sempre più spesso - sottolinea Uecoop citando dati di Assolombarda - porta il welfare privato a integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali nei quali ai primi 4 posti dei servizi più richiesti ci sono proprio quelli che riguardano la scuola e l’istruzione dei figli (79%), la salute (78%), l’assistenza (78%) e la previdenza (77%).
08 DIC - In Italia un genitore su tre (36%) che si licenzia dal posto di lavoro lo fa per incompatibilità fra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli. E’ quanto emerge da un’analisi dell’
Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’Ispettorato del lavoro.
I ritmi quotidiani, gli impegni, la mancanza di tempo extra lavorativo e l’incertezza sul futuro stanno allargando l’area dei bisogni delle famiglie – spiega Uecoop – con oltre 49mila papà e mamme che nel 2018 hanno deciso di dare le dimissioni per l’assenza di parenti di supporto (27%) per l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato fra asilo nido e baby sitter (7%) o per il mancato accoglimento dei figli al nido (2%).
"Una situazione che sempre più spesso - sottolinea Uecoop citando dati di Assolombarda - porta il welfare privato a integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali nei quali ai primi 4 posti dei servizi più richiesti ci sono proprio quelli che riguardano la scuola e l’istruzione dei figli (79%), la salute (78%), l’assistenza (78%) e la previdenza (77%).
"I servizi legati all’infanzia - prosegue Uecoop - hanno un ruolo strategico soprattutto con genitori che lavorano visto che negli asili nido italiani c’è posto solo per 1 bambino su 4, il 24% di quelli fino a tre anni d’età contro il parametro del 33% fissato dalla UE per poter conciliare vita familiare e professionale".
"Per rispondere a questa domanda di assistenza – sottolinea Uecoop – sono sempre più diffusi asili aziendali per i figli dei dipendenti oppure iniziative di mini nido con “tate” che seguono piccoli gruppi di bambini in grandi appartamenti attrezzati. Servizi che, sia nel pubblico che nel privato, – sottolinea Uecoop - sono spesso realizzati insieme a cooperative in grado di offrire personale già formato e locali adatti".
08 dicembre 2019
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