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Come rilanciare il Ssn in “8 mosse”. La ricetta di Asiquas

di L.F.

Dall’Associazione Italiana per la Qualità della Assistenza Sanitaria e Sociale una serie di proposte per rilanciare il Ssn anche dopo la pandemia. Oltre ad un incremento delle risorse utilizzando tutti gli strumenti a disposizioni promossa la ridefinizione deii modelli regolativi degli ospedali e delle strutture intermedie e delle reti territoriali e la riorganizzazione della formazione in sanità. IL POSITION PAPER

17 DIC - Più risorse anche utilizzando il Mes, sviluppo delle strutture intermedie di assistenza, integrazione ospedale-territorio, riorganizzazione cure primarie, integrazione socio-sanitaria, convergenza di sistemi informativi adeguati e uniformi e garantire l’acquisizione, la produzione e l’autosufficienza per farmaci e tamponi per DPI (dispositivi di protezione individuali). Sono solo alcune delle proposte degli esperti dell’Associazione Italiana per la Qualità della Assistenza Sanitaria e Sociale (Asiquas) per il rilancio della sanità pubblica anche dopo il Covid.
 
Le 8 proposte Asiquas:
1. Adeguatezza delle risorse economiche per il Servizio Sanitario Nazionale anche in base ai bisogni reali di salute della popolazione e all'innovazione tecnologica e, quindi, accedere al MES e al NextGenerationUE come unica e irripetibile occasione di riportare il Sistema Sanitario Italiano agli standard dei principali sistemi sanitari europei;
 
2. Sviluppare e promuovere l’integrazione operativa tra i diversi LEA (ospedaliero, territoriale, prevenzione) e ridefinire i modelli regolativi degli ospedali e delle strutture intermedie e delle reti territoriali;
 
3. Sviluppare le strutture intermedie di assistenza sia “specialistiche” che “generaliste” in un'ottica di filiere assistenziali pubblico/privato con una modellizzazione uniforme tipo quella individuata con il Tavolo Re.Se.T. Ministero/AGENAS/Regioni;
 
4. Riorganizzare i servizi territoriali, le cure primarie, il loro potenziamento e la loro integrazione rafforzando i Distretti anche attraverso la connotazione come Agenzie di “continuità assistenziale”, e sciogliendo in assoluto il nodo “storico” di ruolo e di rapporto con i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali, in una visione unitaria delle cure primarie (verso una medicina di comunità);
 
5. Sviluppare una normativa sull'integrazione sociosanitaria con basi strutturali comuni per tutte le Regioni al fine di superare le “bolle” di iniquità sanitarie e sociali esistenti
 
6. Riorganizzazione dei Corsi di Laurea di Medicina e di specialità, di Scienze Infermieristiche e delle altre professioni sanitarie con migliori approfondimenti ed esperienze di sanità pubblica, degli aspetti relazionali con utenti/pazienti e di intervento sociosanitario;
 
7. Lavorare alla Convergenza di sistemi informativi adeguati e uniformi a livello nazionale con una cabina di regia unica Stato-Regioni per il coordinamento degli interventi;
 
8. Garantire l’acquisizione, la produzione e l’autosufficienza per farmaci e tamponi per DPI (dispositivi di protezione individuali) per operatori sanitari e sociali e per i target a rischio della popolazione per essere pronti per un’eventuale recrudescenza della pandemia.
 
L.F.

17 dicembre 2020
© Riproduzione riservata


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