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Lotte al dolore. Arriva il "manuale" per medici e farmacisti


La guerra contro la sofferenza inutile in Italia non è ancora vinta. Da un pool di esperti  arriva un manuale di indicazioni operative per i professionisti che, ogni giorno, rappresentano il primo riferimento per i pazienti con dolore. Obiettivo: diffondere una reale appropriatezza di diagnosi, prescrizione, gestione e consiglio.

29 GIU - Un attento esame del profilo clinico globale del paziente, la valutazione costante e sistemica del dolore in tutte le sue dimensioni (origine, intensità e durata) e, sulla base di queste caratteristiche, la prescrizione e la dispensazione di una specifica terapia personalizzata e multimodale.

Questi alcuni dei contenuti del manuale presentato oggi a Firenze “Dolore in Italia. Analisi della situazione e proposte operative”, messo a punto da un gruppo multidisciplinare di esperti (Guido Fanelli, presidente della Commissione Terapia del Dolore e Cure Palliative del ministero della Salute; Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi); Gian Franco Gensini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Firenze; Pier Luigi Canonico, presidente della Società Italiana di Farmacologia; Gianfranco Delle Fave Professore Ordinario di Gastroenterologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Pierangelo Lora Aprile, responsabile nazionale Area Cure Palliative e Terapia del Dolore della Società Italiana di Medicina Generale (Simg); Gioacchino Nicolosi, vice presidente vicario di Federfarma) per guidare l’operato del medico di famiglia e del farmacista nell’approccio al paziente che soffre.

Il volume, realizzato con il grant non condizionante di Angelini, ha visto il coinvolgimento di diverse Società Scientifiche attive nell’area dolore. Secondo alcuni dati riportati nel documento, attualmente in Italia il 21,7% della popolazione convive con la sofferenza inutile, circa 13 milioni di persone, e il 41% considera inefficaci le terapie ricevute.
 
“A più di due anni dall’approvazione della Legge 38, in Italia esistono ancora dei margini di miglioramento nella misurazione del dolore e nel trattamento antalgico”, ha affermato Guido Fanelli. “L’obiettivo di questo volume è contribuire al necessario cambiamento culturale nella gestione del dolore sul territorio, partendo dalla corretta diagnosi per arrivare all’appropriatezza prescrittiva in medicina generale e all’appropriatezza di consiglio in farmacia. Abbiamo voluto sviluppare uno strumento che fungesse da supporto decisionale, applicabile dal primo approccio diagnostico fino alla dispensazione dell’analgesico più opportuno. Nell’ottica di realizzare quel modello di continuità assistenziale auspicato dalla Legge, medici di famiglia e farmacisti dovranno svolgere un ruolo di crescente importanza, poiché sono le prime figure di riferimento per il paziente che soffre. Il documento presentato oggi - ha spiegato Fanelli - è solo il primo passo di un percorso articolato, che proseguirà con specifiche iniziative formative rivolte a queste figure professionali, chiamate a contribuire con il loro impegno a un importante progresso nella qualità delle cure”.

Cruciale è innanzitutto il problema della valutazione. Il dolore è un’esperienza complessa e, come tale, implica una diagnosi in “3D”, che tenga conto di tre parametri fondamentali: origine, intensità e durata, oltre che della situazione globale del paziente.

“Il carattere soggettivo dell’esperienza dolorosa richiede l’utilizzo di strumenti diagnostici appropriati e universalmente condivisi”, ha spiegato Pierangelo Lora Aprile. “In funzione delle caratteristiche del dolore, la terapia in grado di coniugare efficacia ed efficienza dev’essere personalizzata rispetto al quadro clinico generale del paziente e multimodale, associando più farmaci, a più basse dosi. Su questo fronte, il medico di famiglia si configura sempre più come un attore di primo piano: l’80-90% del problema dolore dovrebbe infatti trovare risposta nell’ambito delle Cure Primarie, con l’avvio solo dei casi più complessi ai Centri Specialistici". A tale proposito, ha spiegato Lora Aprile, Simg sta sperimentando un nuovo modello formativo sul territorio, il progetto Teseo, in base al quale alcuni medici di medicina generale con particolare interesse alla medicina del dolore forniscono un continuo supporto formativo a un’Aggregazione Virtuale di 20 Colleghi, tramite consulenza on-line, audit, incontri informali e affiancamento nel proprio ambulatorio.

In base alla sua origine, si distinguono tre principali tipologie di dolore: neuropatico (dovuto a lesione neurologica), nocicettivo infiammatorio e nocicettivo non infiammatorio (entrambi causati da una stimolazione periferica dei sensori dolorifici). Ai fini di una scelta farmacologica appropriata, gli esperti evidenziano la necessità di promuovere l’analgesia pura, ossia paracetamolo e oppioidi, il cui impiego nel trattamento del dolore di tipo non infiammatorio andrebbe adeguato agli standard europei, limitando l’uso improprio di FANS. Per quanto riguarda, invece, il dolore acuto di natura infiammatoria, i FANS sono considerati un valido approccio terapeutico che, in base alla terapia multimodale, può essere eventualmente associato a paracetamolo o oppiacei.

Anche la figura del farmacista, come già accennato, entra a pieno titolo nella rete di alleanze che la Legge vuole rafforzare sul territorio. “Le manifestazioni dolorose sono da sempre la prima causa di ricorso al professionista della salute e quindi anche al farmacista di comunità, che rappresenta il presidio più accessibile sul territorio", ha affermato il presidente della Fofi Andrea Mandelli. "I farmacisti hanno dunque il dovere professionale di dedicare al dolore la massima attenzione anche in fatto di aggiornamento, sia per consigliare al meglio il cittadino che presenti un problema affrontabile con gli strumenti dell’automedicazione, sia quando si tratta di cogliere i segni di un problema più grave e, quindi, indirizzare tempestivamente al medico la persona che ha davanti. Soltanto con queste sinergie - ha aggiunto Mandelli - sul territorio sarà possibile sviluppare tutte le potenzialità della Legge 38. Da qui la nostra grande attenzione, anche nell'attività di formazione a distanza (pharmafad.it), al trattamento delle patologie algiche, calibrando il messaggio sulle necessità del farmacista di comunità, ma anche nell’ottica dell’integrazione con gli altri professionisti della salute a vantaggio del paziente”.

In sintesi – concludono gli esperti – la rivoluzione che porterà a un’adeguata gestione del dolore passa necessariamente attraverso l’appropriatezza nella diagnosi, nella terapia e nella dispensazione del farmaco, nell’ambito di una presa in carico globale del paziente. Solo così si potrà pervenire a un concreto, doppio beneficio: per il cittadino, da un lato, che riceverà una risposta assistenziale efficace e vedrà migliorare realmente la sua qualità di vita, e per il Servizio Sanitario Nazionale, dall’altro, che potrà beneficiare di un circolo virtuoso in grado di ridurre prestazioni ospedaliere non necessarie e prescrizioni di farmaci inappropriate.

 

 
 

29 giugno 2012
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