Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 19 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

In 10 anni chiusi 173 ospedali, personale ridotto di 46 mila unità, scarsi progressi sull’assistenza territoriale e sempre più spazio al privato. Ecco com’è arrivato il Ssn di fronte al Covid

di Luciano Fassari

Analisi di Quotidiano Sanità degli Annuari statistici del Ssn del Ministero della Salute relativi agli anni 2019 e 2010 che fotografano il mutamento di pelle che in 10 anni ha visto la nostra sanità sempre meno pubblica, con meno strutture ospedaliere e personale e a cui non è seguito un potenziamento adeguato del territorio sia in termini lavoratori che di servizi. Ecco come il Ssn si è presentato di fronte alla pandemia. ANNUARIO 2019ANNUARIO 2010

16 GIU - In quest’ultimo anno di pandemia molto si è detto sul disinvestimento nella nostra sanità nell’ultimo decennio. E ora con la pubblicazione del nuovo annuario statistico del Ssn del Ministero della Salute relativo al 2019 (l’anno che ha preceduto la pandemia) è possibile valutare com’è cambiato in un decennio il volto del Servizio sanitario nazionale e in che condizioni è arrivato di fronte al Covid. E così andando a confrontare il medesimo rapporto relativo al 2010 emerge con la limpidezza dei numeri la dieta forzata cui i vari Governi che si sono succediti nello scorso decennio hanno sottoposto il Ssn che in 10 anni si è ritrovato con 173 ospedali in meno, meno personale (oltre 46 mila tra dipendenti e medici convenzionati) e un’assistenza territoriale al palo con solo pochi e insufficienti progressi nell’Assistenza domiciliare integrata.
 
Iniziamo dagli ospedali. In 10 anni ne sono stati chiusi 173, ben il 15%. Nel 2010 tra pubblici e privati erano 1.165 mentre nel 2019 sono scesi a 992, con un taglio più marcato per quelli pubblici.

In calo anche le strutture per l’assistenza specialistica ambulatoriale: erano 9.635 nel 2010 e sono scese a 8.798 dieci anni dopo. Ancora più marcato il taglio dell’assistenza Territoriale Residenziale che a fronte delle 9.635 strutture presenti nel 2010 ne conta 7.683 nel 2019. In controtendenza invece l’assistenza territoriale semi residenziale che invece vede crescere le strutture: erano 2.644 nel 2010 e sono 3.207 nel 2019. Stesso dicasi per la Riabilitativa che da 971 strutture è passata 1.141. Stabili invece i numeri per l’altra assistenza territoriale.
 
Ma ciò che più fa effetto è che i tagli hanno riguardato il settore pubblico che nel 2019 annovera il 41,3% delle strutture totali contro il 46,4% di 10 anni prima.
 
Meno ospedali quindi ma anche meno posti letto: in 10 anni tra pubblico e privato sono stati tagliati 43.471 letti tra degenze ordinarie, day hospital e day surgery. In discesa anche il numero dei Consultori: ne sono stati chiusi 1 su 10 (erano 2.550 nel 2010 contro i 2.277 del 2019). Sono cresciuti invece i Centri di Salute mentale (erano 1.464 dieci anni e fa sono diventati 1.671 nel 2019).
 
Ma l’emorragia del Ssn pubblico non è solo strutturale. Altra nota dolente è il personale sanitario: in 10 anni si registrano 42.380 unità in meno (-6,5%). Nello specifico 5.132 medici in meno (erano 107.448 nel 2010 e nel 2019 sono scesi a 102.316) e 7.374 infermieri in meno (erano 263.803 nel 2010 e nel 2019 sono scesi a 256.429).
 
Meno dipendenti pubblici ma anche meno medici convenzionati. I medici di famiglia dai 45.878 che erano nel 2010 sono diventati 42.428 nel 2019 (-3.450). In calo anche i pediatri (-310 in 10 anni per un totale nel 2019 di 7.408 unità). In frenata anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) che dai 12.104 che erano nel 2010 sono diventati 11.512 nel 2019 (-592).
 
Come abbiamo visto gli anni ’10 del nuovo secolo hanno cambiato il volto del nostro Servizio sanitario che è sempre meno pubblico, ha meno strutture ospedaliere e personale a cui non è seguito un potenziamento adeguato del territorio sia in termini di uomini e donne che di servizi. Unico dato parzialmente in controtendenza è l’Assistenza domiciliare integrata (Adi): nel 2019 sono stati assistiti 1.047.223 pazienti contro i 597.151 anche se le ore erogate per paziente sono passate dalle 22 del 2010 alle appena 18 del 2019. E in ogni caso il numero di assistiti è ancora molto inferiore a quello registrato nei principali Paesi dell’Ue, motivo per il quale anche nell’ultimo Pnrr è stato predisposto un finanziamento ad hoc per il potenziamento dell’Adi.
 
Luciano Fassari

16 giugno 2021
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy