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Spesa sanitaria. Le previsioni della Ragioneria. Un punto in meno di Pil rispetto ai partner. Italia fanalino di coda nella UE


Nel 2060 la sanità pubblica sarà l'8,1% del Pil. Solo un punto in più rispetto ad oggi. Ma un punto in meno rispetto alla media UE. Merito dei tagli e della governance del sistema che hanno rallentato la crescita a partire dal 2006. Le ultime previsioni della Ragioneria generale. Ecco il rapporto integrale.

27 GIU - Nei primi mesi del 2012, il gruppo di lavoro sugli effetti finanziari dell’invecchiamento demografico, costituito presso il Comitato di Politica Economica del Consiglio Ecofin (EPC-WGA) ha completato il quarto round di previsioni delle componenti di spesa pubblica age-related finalizzato all’analisi della sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo periodo (2012 Ageing Report). 

Le previsioni coprono un orizzonte temporale fino al 2060, e sono elaborate sulla base di scenari demografici e macroeconomici condivisi dai paesi membri. Per l’Italia i risultati sono clamorosi, considerando anche il dibattito di questi giorni sulla necessità di nuovi tagli al settore sanitario. Secondo il team europeo, infatti, alla fine del periodo di previsione (2060), la spesa sanitaria italiana risulta significativamente inferiore a quella dei principali partners europei (Francia, Germania, Spagna), con un’amplificazione significativa rispetto al differenziale iniziale (Francia, Germania).
“L’Italia - spiega il report - è fra i paesi dell’UE che presentano, in prospettiva, la minore crescita del rapporto fra spesa sanitaria e PIL: nel periodo 2010-2060, l’incremento del rapporto risulta inferiore a quello italiano solo in Belgio, Bulgaria e Cipro”.

Dal confronto fra i paesi rappresentati, l’Italia si colloca quindi al di sotto del valore medio dei 27 paesi dell’UE, più la Norvegia. Nel 2010, lo scarto è stato di circa 0,5 percentuali ma si attesterà a 1,1 punti percentuali nel 2060, evidenziando una dinamica di crescita relativamente più contenuta, nel medio-lungo periodo.
A tale risultato - spiega la Ragioneria - concorrono in modo significativo gli effetti delle misure di contenimento adottate negli ultimi anni e l’implementazione di un sistema di governance che ha consentito un notevole rallentamento nella dinamica della spesa sanitaria, a partire dal 2006.
 
La spesa per Long Term Care. Il quadro europeo
La spesa per Long Term Car, nonostante la dimensione notevolmente più contenuta rispetto alle altre componenti di spesa, presenta un potenziale di crescita decisamente più elevato, in relazione alle trasformazioni demografiche attese per i prossimi decenni.
Tuttavia la difformità negli assetti assistenziali dei vari Paesi europei per questa tipologia di prestazioni non rende facile il confronto.
In ogni caso, nel 2010, l’Italia presenta una spesa per LTC sostanzialmente in linea con il valore medio dei paesi dell’UE con l’aggiunta della Norvegia . Tuttavia - rileva la Ragioneria generale -il valore medio risulta fortemente condizionato dall’elevata incidenza in termini di PIL della spesa sostenuta da alcuni paesi, in particolare quelli del nord Europa (Svezia, Finlandia, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia). Diversamente, la maggior parte degli altri paesi, inclusi la Germania e la Spagna, presentano livelli di spesa in rapporto al PIL significativamente più contenuti dell’Italia. Su livelli analoghi, o leggermente superiori, si attestano invece il Belgio, la Francia, l’Austria e il Regno Unito.

Alla fine del periodo di previsione, l’incidenza della spesa per LTC in termini di PIL si incrementa di oltre l’80%, per effetto delle tendenze demografiche, passando, per l’insieme di paesi considerati, dall’1,8% del 2010 al 3,3% del 2060. L’incremento percentuale presenta, tuttavia, significative differenziazioni fra i paesi.

Nel caso dell’Italia, tale incremento risulta sensibilmente più contenuto rispetto a quello sopra indicato, cosicché il rapporto spesa/PIL si attesta ad un livello percettibilmente inferiore a quello medio, alla fine del periodo di previsione, partendo da una situazione iniziale di sostanziale parità. In particolare i paesi del Nord Europa presentano incrementi di spesa assai consistenti, compresi fra i 2,5-4 punti percentuali di PIL, valori che corrispondono a circa 3-4 volte l’incremento previsto per l’Italia. 
 
La spesa sanitaria e il Pil. Le previsioni fino al 2060
La Ragioneria generale usa diverse metodologie previsionali che tengono conti di vari fattori. In particolare invecchiamento della popolazione, scelte di politica economica e tassi di occupazione. Dall’insieme di queste analisi emerge una previsione definita di reference scenario che riassume un po’ tutti gli indicatori, anche in riferimento ai metodi previsionali europei, e che offre un quadro chiaro dell’evoluzione della nostra spesa sanitaria sia per acuti che per le prestazioni di Long Term Care.

Passando all’analisi per anno di riferimento, le previsioni della Ragioneria (quelle che qui riportiamo sono basate su dati Eurostat, ma nel rapporto ci sono anche altre previsioni su dati Istat che in ogni caso non differiscono di molto, vedi tabelle in fondo), partono dal 2005 e arrivano fino al 2060.
Seondo tali dati il rapporto sanità Pil passerebbe dal 7,3% del 2010 all’8,1% del 2060, mentre quello tra Long Term Care e Pil dall’1,9%, sempre nel 2010) al 2,8% nel 2060.
 
 Scenario su base dati Eurostat 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Scenario su base dati Istat
 


27 giugno 2012
© Riproduzione riservata


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