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Sindacati medici il 15 giugno in protesta sotto la Regione Toscana: “Sistema al collasso dopo un decennio di definanziamento”

“In Toscana personale costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all’altro per coprire i servizi: condizioni di lavoro insostenibili”. Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi - Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici: “Le lunghe liste d’attesa costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia alle cure”.

07 GIU - Mobilitazione dei professionisti della sanità anche in Toscana il 15 giugno per protestare “dopo oltre un decennio di definanziamento, chiusure di reparti, posti letto e servizi”. Lo ricorda un comunicato intersindacale diffuso dalla Uil l’iniziativa organizzata dalle rappresentanze sindacali dei dirigenti medici veterinari e sanitari e l’appuntamento in quel giorno alle ore 14 per una manifestazione in piazza Duomo a Firenze davanti alla presidenza della Regione Toscana, al numero civico 10. Poi seguirà alle ore 15.45 un incontro al Teatro della Compagnia in via Cavour 50 rosso.

I sindacati invitano “tutti, cittadini e sanitari, a partecipare e a dare sostegno”. La nota è firmata da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi - Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici.

“Il sistema sanitario è prossimo al collasso dopo oltre un decennio di definanziamento – affermano le sigle sindacali -. Lo testimoniano le lunghe liste d’attesa, che costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia sempre di più a curarsi. Siamo l’unico Paese tra quelli avanzati a ridurre il finanziamento del Sistema Sanitario”.

“Anche in Toscana, per la progressiva riduzione degli organici, il personale è costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all'altro per coprire i servizi: le condizioni di lavoro sono ormai insostenibili e tanti operatori pensano di dimettersi. La pandemia evidentemente non ci ha insegnato nulla e ci sentiamo traditi dalla falsa retorica degli eroi”.

“La realtà quotidiana continua ad essere fatta da tetti di spesa del personale fermi al 2004 e una salute pubblica che continua ad essere considerata una spesa e non un investimento e un segno di civiltà”, conclude la nota ricordando che mancano “medici di Pronto Soccorso e per sostenere il servizio, verranno sostituiti dai medici di reparti già in sofferenza e privi di competenze specifiche” mentre “interi reparti di ospedali periferici si sostengono con medici costretti a spostarsi da altri ospedali distanti decine di chilometri, con grosso pregiudizio della qualità e sicurezza delle cure”.

07 giugno 2023
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