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Toscana. Parte a settembre il piano taglia liste d’attesa

Alle aziende andranno 10 milioni di euro in tre anni per rendere operativo entro il 15 settembre il Piano straordinario per la riduzione delle liste di attesa, da realizzarsi nel periodo entro la dine del 2014. Il raggiungimento dell’obiettivo sarà oggetto di valutazione delle direzioni aziendali.

11 AGO - Dieci milioni di euro in tre anni. È quanto è stato messo sul piatto delle aziende sanitarie per realizzare, entro la fine del 2014, un Piano straordinario per tagliare le liste d’attesa.  Si parte il primo settembre e un tavolo di monitoraggio verificherà costantemente l'efficacia degli interventi.  Al 90% i tempi dovranno essere quelli previsti: 10 giorni per il codice "breve", e 30 giorni per le necessità "differibili".
 
Lo prevede la delibera "Ridefinizione delle modalità di accesso e dell'organizzazione dell'offerta clinico-diagnostica territoriale", approvata dalla giunta nella sua ultima seduta, e illustrata dall'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e dal direttore generale dell'assessorato Valtere Giovannini nel corso di una conferenza stampa.
 
"Quella delle liste di attesa - ricorda l'assessore Luigi Marroni - è una delle 7 azioni prioritarie su cui abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione e la nostra azione nel 2014. Finora abbiamo già affrontato la riorganizzazione delle attività chirurgiche, in particolare per quella oncologica, il miglioramento dell'offerta di prestazioni odontoiatriche, la salute di genere. Da settembre ci dedicheremo al miglioramento del sistema di governo delle liste di attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale".
 
"La gestione delle liste di attesa - aggiunge Marroni - è, non soltanto in termini di efficienza, una delle maggiori criticità nell'organizzazione dei servizi sanitari, in Toscana come nelle altre regioni. E necessario quindi dare una risposta strutturale a questo problema. Con questa delibera, le aziende riceveranno proposte, e risorse, perché fin da settembre mettano in atto iniziative specifiche per il loro contenimento".
 
Alle aziende verrà dato un contributo finanziario di 10 milioni per il triennio: 4 per il 2014, 3 per il 2015, altri 3 per il 2016. Con questo contributo, ogni azienda dovrà definire e rendere operativo entro il 15 settembre un Piano straordinario per la riduzione delle liste di attesa, da realizzarsi nel periodo settembre-dicembre 2014. All'esito di questo Piano straordinario sarà legato, per il periodo settembre-dicembre 2014, il sistema di valutazione delle direzioni aziendali.
 
Il Piano straordinario prevede lo sviluppo nel triennio di due livelli di azioni, temporalmente diversi ma tra loro intimamente correlati. Il primo livello prevede, con le risorse dedicate nel primo anno (4 milioni di euro), una risposta immediata per garantire in ogni azienda, a partire dalle aree di maggiore criticità, l'obiettivo di una significativa riduzione dei tempi di attesa, già dal mese di settembre, sia per l'attività clinica che per quella diagnostica strumentale, con la massima efficienza delle competenze e delle tecnologie disponibili.
 
Questa la road map per raggiungere gli obiettivi del progetto:
- la definizione e il fabbisogno in termini numerici e di costo economico di prestazioni, a partire dalle aree di maggiore criticità;
- l'ottimizzazione degli spazi e delle tecnologie;
- la valorizzazione delle relazioni sindacali e della disponibilità dei professionisti della dirigenza medica; la definizione di accordi specifici con le associazioni e i privati accreditati;
- il rafforzamento delle strategie di comunicazione verso i cittadini;
- azioni di sviluppo dei flussi informativi previsti dalle normative regionali.
 
Nel contempo, sempre da settembre, sarà avviato un nuovo percorso, che seguendo l'esempio della delibera 1235/2012, che ha determinato in questi anni la riorganizzazione del sistema regionale nelle principali aree dell'assistenza, consenta una profonda ed innovativa modalità di erogazione di queste prestazioni. Un percorso condiviso con le direzioni aziendali, e una sfida che vede la Toscana proporre a livello nazionale un modello di specialistica che parte dalla trasformazione del bisogno di questi anni e dalla organizzazione diversificata delle competenze sanitarie.
 
Viene istituito un Tavolo di Monitoraggio per la gestione delle liste di attesa, composto dal direttore generale dell'assessorato, da dirigenti e funzionari esperti in programmazione e gestione delle liste di attesa, oltre che dai direttori sanitari di ciascuna azienda. Il Tavolo, che si riunirà con cadenza bimestrale, sarà supportato da 5 professionisti coinvolti nel progetto, arruolati attraverso specifiche borse di studio, per complessivi 540.000 euro per il triennio 2014-16.
 
A regime, sarà previsto un sistema di verifica del rispetto dei tempi di attesa, anche attraverso un numero verde regionale, e modalità che garantiscano al cittadino di ricevere la prestazione richiesta nei tempi previsti.
 
La sanità toscana fornisce una massa imponente di prestazioni: 7 milioni di visite specialistiche e 4 milioni di prestazioni di radiodiagnostica l'anno: una media di 3 a testa per ogni cittadino toscano.
 
Negli ultimi 7 anni, in Toscana il numero di prestazioni specialistiche erogate è cresciuto con un indice medio di variazione annua dell'1,4%: dai 59.150.814 del 2007 ai 65.402.380 del 2013. E a richiedere visite, prestazioni, assistenza, sono soprattutto i cittadini dai 65 anni in su: questo vale per i contatti con il medico di medicina generale, per le prestazioni negli ambulatori specialistici, per le confezioni di farmaci. Mentre il consumo di prestazioni specialistiche ambulatoriali cresce leggermente per le classi di età giovani adulte, la crescita di prestazioni cliniche e terapeutiche specialistiche diviene iperbolica nelle classi di età più avanzate. Circa il 40% delle visite di primo accesso sono per le persone ultra65enni.
 
Alla luce di questo dati la Toscana con un documento ad hoc ha definito tre diverse tipologie di visite:
 
La visita urgente e la funzione del pronto soccorso. Il pronto soccorso è il centro di riferimento per le condizioni cliniche o diagnostiche valutate urgenti, non risolvibili dal medico di famiglia o dalla medicina specialistica ambulatoriale. Quindi le visite e le richieste di procedure o diagnostica strumentale classificate urgenti dovranno essere indirizzate al pronto soccorso.
 
La visita, la richiesta di prestazioni diagnostico-strumentali, di primo accesso. Dovrà avere tempi sufficienti, certi e stabiliti, dunque con classe di priorità "breve" o differibile", in coerenza con il bisogno rilevato; quindi il primo accesso non può ricomprendere la classe di priorità "programmata".
 
La visita di controllo e la visita/richiesta di riesame. Per le prevalenti patologie e condizioni croniche, le aziende definiscono piattaforme specifiche di competenze specialistiche e diagnostiche, con specifiche disponibilità, sia cliniche che diagnostico-strumentali, organizzate sotto forma di Agenda di prenotazione, rese disponibili, in reciproca responsabilità, alle nuove organizzazioni territoriali della medicina generale (AFT) e agli specialisti, in coerenza con i percorsi assistenziali e con l'evoluzione della sanità d'iniziativa.

11 agosto 2014
© Riproduzione riservata

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