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Toscana. Menarini e Meyer alla ricerca della cellula rara per terapie ai bambini sempre più personalizzate ed efficaci

Studiare le cellule tumorali circolanti e i tumori solidi pediatrici per migliorare le conoscenze sulla genetica dei tumori ed anche i meccanismi alla base dell’epilessia sarà possibile con la nuova tecnologia d’avanguardia, il “DEPArray™” System, donato oggi dal Gruppo Farmaceutico Menarini all’Ospedale pediatrico fiorentino

20 OTT - Ricercare i segreti delle cellule rare per aiutare i piccoli pazienti. È questa la “mission” del nuovo strumento scientifico che consentirà all’ospedale Meyer di Firenze di avviare ricerche avanzatissime in oncologia pediatrica e in neurologia nell’ambito delle epilessie
Una strumentazione, unica e precisa che permetterà ai Dipartimenti di Oncologia pediatrica diretto da Claudio Favre e quello di Neuroscienze guidato da Renzo Guerrini, di studiare a fondo sia le cellule tumorali circolanti che i tumori solidi pediatrici e di migliorare le conoscenze sulla genetica dei tumori, ed anche di capire i meccanismi alla base delle epilessie. Grazie alla selezione e al recupero di cellule rare purissime da sangue, midollo osseo, liquido pleurico, tessuti da biopsia, si potranno comprendere i meccanismi genetici più segreti dei tumori aprendo nuove strade verso terapie sempre più personalizzate per i piccoli pazienti e per questo più efficaci.
 
La nuova tecnologia d’avanguardia il “DEPArray™” System è stata donata  oggi dal Gruppo Farmaceutico Menarini all’Ospedale pediatrico fiorentino.
 
“Grazie alla donazione fatta oggi dal Gruppo Menarini – ha dichiarato Alberto Zanobini, Direttore Generale del Meyer – il nostro ospedale può varcare una nuova frontiera della ricerca scientifica sui meccanismi alla base dell’epilessia e di quelli che fanno insorgere i tumori. Si realizza così una importante collaborazione tra una grande impresa italiana e il nostro ospedale pediatrico, valorizzando una tecnologia avanzatissima a livello mondiale”.
 
“Oggi – ha dichiarato Lucia Aleotti, Presidente del Gruppo Menarini – doniamo al Meyer, un’eccellenza italiana tra gli ospedali pediatrici, una tecnologia così promettente, nata dallo studio di due ingegneri italiani, che hanno unito le potenzialità dell’ingegneria elettronica alla biologia per la gestione digitale delle cellule umane. Il DEPArray™ è installato in primari centri di ricerca in Europa, Usa e Giappone e poter affidare alle mani esperte dei ricercatori del Meyer il nostro strumento è per noi motivo di grande fierezza. Questa tecnologia porterà chiarezza nei risultati genetici di tutti quei piccoli pazienti che hanno campioni tumorali complessi. Infatti – ha aggiunto –  dove le tecniche convenzionali falliscono perché le cellule tumorali nel sangue sono rare, il campione è di piccole dimensioni o il contenuto di cellule tumorali nella biopsia è scarso, questa tecnologia riesce a dare risposte precise consentendo ai ricercatori di comprendere sempre di più e meglio la genetica del tumore e la strada terapeutica da intreprendere”.
 
Il brevetto “DEPArray™” è di Silicon Biosystems, azienda del Gruppo Menarini, ed è la prima tecnologia in grado di isolare, in modo automatico, singole cellule rare presenti in vari liquidi biologici, come le cellule tumorali circolanti nel sangue. Le cellule selezionate tramite questa tecnologia, che sfrutta i principi della dielettroforesi, sono mantenute intatte, vive e capaci di riprodursi, e quindi pronte per successive indagini molecolari di Dna, Rna, etc. Il sistema è estremamente accurato nella selezione cellulare, fino al livello della singola cellula, e consente un grado di purezza del 100%.
 
Tumori e meccanismi autoimmuni post trapianto: sono le applicazioni cui troverà impiego in Oncologia pediatrica: “Grazie a questa tecnologia– ha spiegato Claudio Favre – potremo isolare e selezionare anche pochissime cellule tumorali circolanti e purissime cellule che ci possono dare informazioni importanti come markers per la valutazione e l’eventuale sviluppo della malattia metastatica. Inoltre potremo comprendere ancora di più la biologia e l’aggressività del tumore oltre a impostare un profilo molecolare per ciascun paziente così da ottenere una terapia personalizzata che possa centrare specifici bersagli”.
 
L’altro filone di attività di ricerca già avviato riguarda lo studio del ruolo del sistema immunitario dopo il trapianto attraverso l’analisi delle biopsie intestinali. “Nostro obiettivo è quello di individuare anche eventuali marcatori biologici – ha aggiunto Favre – che potrebbero essere in grado di predire l’insorgenza e la gravità della disregolazione immunitaria e controllare il corso della malattia”.
 
Ma la tecnologia potrà aiutare anche la ricerca sull’epilessia utilizzata anche Per quanto concerne l’utilizzo che ne farà il riguarda. “Impiegheremo questa innovativa strumentazione – spiega Renzo Guerrini del Dipartimento di Neuroscienze – per estrarre il Dna dalle cellule isolate dai vari tessuti, in particolare dal tessuto cerebrale di soggetti sottoposti a interventi neurochirurgici per la cura dell’epilessia. Nostra intenzione è infatti quella di studiare le mutazioni genetiche che sono responsabili del cambiamento delle caratteristiche morfologiche e funzionali dei neuroni che sono alla base dell’epilessia”.
 
Ricerche condotte da vari gruppi nel mondo, compreso il team del Meyer, stanno infatti dimostrando in modo sempre più concreto come l’epilessia e varie malformazioni cerebrali siano spesso determinate da alterazioni genetiche presenti solo in alcune cellule cerebrali. Questo fenomeno, che viene chiamato “mosaicismo”, può essere studiato solo se si ha la possibilità di accedere direttamente alle cellule coinvolte ed eseguendo sul loro Dna studi di sequenziamento ad altissima risoluzione.  
 

20 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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