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Toscana. Disabilità. Quasi 15 milioni di euro dai fondi europei per politiche di inclusione

Presentato oggi il bando. Obiettivo, promuovere l'inclusione sociale e sviluppare percorsi di sostegno per l'inserimento socioterapeutico e socio lavorativo di 1.500 persone disabili o vulnerabili. Ecco tutti i dettagli del bando regionale.

18 GEN - "Un bando importante e innovativo di quasi 15 milioni del Fondo sociale europeo per promuovere l'inclusione sociale e sviluppare percorsi di sostegno per l'inserimento socioterapeutico e socio lavorativo di 1500 persone disabili o vulnerabili. Abbiamo deciso infatti di avviare la messa a bando di risorse europee destinandole alla disabilità, un altro pezzo di impegno regionale su questo fronte. E per raggiungere l'obiettivo dell'accompagnamento al lavoro preliminare all'inserimento lavorativo il bando impernia le operazioni sul sistema territoriale dei servizi sociali e degli enti pubblici che gestiscono progettazione e erogazione delle relative prestazioni ai cittadini. Nuova è la filosofia del bando che segna il ribaltamento da una logica di sussidio assistenziale a progetto 'proattivo' che intende avvicinare i partecipanti alla realtà lavorativa, secondo le personali capacità". Così l'assessore al sociale, oltre che a diritto alla salute e sport, della Regione Toscana, Stefania Saccardi, che oggi ha presentato meccanismo e dettagli del bando sia alla stampa che ai soggetti interessati.
Un altro aspetto significativo, come sottolinea l'assessore, è che "il bando prevede l'inserimento nei percorsi di accompagnamento al lavoro soltanto delle persone in carico ai servizi socio-assistenziali, sanitari e/o socio-sanitari, che non siano occupate e che abbiano una condizione di disabilità o di vulnerabilità (con bisogni inerenti la salute mentale) certificata. E per il loro accompagnamento al lavoro prevede la creazione di percorsi individualizzati, calibrati sulla persona. La selezione dei partecipanti è inoltre operata dai soggetti pubblici".

Da evidenziare anche la sinergia e collaborazione tra pubblico e privato: in ogni partenariato di progetto, e dunque nelle relative associazioni temporanee di scopo che vanno costituite, dovrà essere presente (in qualità di soggetto proponente o partner) almeno un Ente pubblico tra quelli che hanno funzioni di programmazione e gestione dei servizi, insieme a imprese, cooperative sociali e soggetti privati che operano nel recupero socio-lavorativo di soggetti svantaggiati.

"Innovativa è poi la formula – aggiunge Saccardi - della progettazione partecipata: tutti i potenziali beneficiari sono chiamati a rispondere agli avvisi pubblici per manifestazioni di interesse che saranno pubblicati dalle Società della Salute (o, dove non siano costituite, dai soggetti indicati dalla Conferenza zonale dei Sindaci). E i soggetti selezionati in base a questa procedura elaborano poi in maniera congiunta, con la supervisione del soggetto pubblico, uno o più progetti da presentare alla Regione Toscana".

"Ci tengo anche a sottolineare – ha affermato ancora l'assessore - la possibilità che offre il bando di attivare progetti e servizi diffusi in maniera omogenea e strutturata su tutto il territorio regionale in un'ottica non burocratica, ma realmente partecipata dalla rete del territorio: i 15 milioni di risorse sono stati infatti ripartiti tra le zone-distretto (individuate quali ambiti territoriali di riferimento) sulla base di un criterio generale di proporzionalità tra popolazione residente e numero di soggetti in condizioni di disabilità e vulnerabilità certificata. Le zone-distretto diventano dunque la rete dove le territorialità si legano ai progetti".
 
Qui di seguito i punti chiave del bando per "Servizi di accompagnamento al lavoro per persone disabili e soggetti vulnerabili" che si avvale di finanziamenti del POR-FSE 2014-2020 pari a 14,7 milioni.
 
Finalità. Il bando, che scade il 31 marzo 2016, intende promuovere la realizzazione su tutto il territorio regionale di un sistema diffuso e articolato di servizi per l'accompagnamento al lavoro di persone disabili e soggetti vulnerabili in carico ai servizi socio-sanitari territoriali. I progetti che concorreranno al bando dovranno dunque sviluppare percorsi di sostegno per l'inserimento socio-terapeutico e socio-lavorativo delle persone disabili o vulnerabili. La loro durata non potrà superare i 24 mesi dalla data di avvio.
 
Soggetti ammessi. Alla presentazione dei progetti sono ammesse imprese e cooperative sociali, e soggetti pubblici e privati che operano nel recupero socio-lavorativo di soggetti svantaggiati.
I progetti devono però essere obbligatoriamente presentati ed attuati da una Associazione Temporanea di Scopo (ATS), costituita o da costituire a progetto e finanziamento approvato.
In ogni ATS dovrà essere presente almeno un Ente pubblico tra quelli che hanno funzioni di programmazione e gestione dei servizi e degli interventi per gli ambiti territoriali di riferimento dei progetti. All'interno dell'ATS gli Enti pubblici possono assumere sia il ruolo di soggetto capofila-proponente che quello di partner.
 
Destinatari. I destinatari dei progetti sono persone non occupate, in carico ai servizi socio-assistenziali, sanitari e/o socio-sanitari che siano in condizione di disabilità certificata ai sensi della L. 68/1999, oppure certificate per bisogni inerenti la salute mentale. Tutti i progetti dovranno prevedere obbligatoriamente la partecipazione di entrambe le tipologie di destinatari. Il numero di destinatari coinvolti nei progetti dovrà essere pari, complessivamente, ad almeno 1510 persone.
 
Modalità di elaborazione dei progetti. Tutti i soggetti che intendono partecipare al bando devono prima rispondere agli "Avvisi di manifestazione d'interesse alla co-progettazione" che saranno emanati dalle Società della salute oppure - nelle zone-distretto dove queste non sono costituite - dal soggetto pubblico individuato dalla Conferenza zonale dei sindaci. Per ogni zona distretto dovrà essere attivata una sola procedura di evidenza pubblica.
 
Importi minimi e massimi dei progetti. Per ciascuna zona-distretto (o per più zone-distretto in caso di aggregazione) potranno essere presentati uno o più progetti per importi non inferiori a 100.000 euro e non superiori a 1,5 milioni. Nel caso in cui due o più zone distretto decidano di aggregarsi le risorse assegnate complessivamente disponibili sono pari alla somma delle risorse previste per ciascuna zona. Le proposte di progetti elaborate nelle varie zone-distretto nell'ambito dei processi di co-progettazione saranno poi presentate alla Regione Toscana dalle ATS (costituite o da costituirsi a progetto approvato). Gli interventi sono finanziati al 100 per cento con fondi FSE, senza cofinanziamento del soggetto beneficiario.
 
Ripartizione risorse per zone-distretto. La ripartizione dei 14,7 milioni del Fondo sociale europeo tra le 34 zone-distretto è stata effettuata sulla base di tre indicatori: da un lato la popolazione complessiva della zona-distretto 18/65 anni (anno 2013), dall'altro il numero delle persone disabili 18/65 anni, certificate sulla base della legge 68/1999, e quello delle persone 18/65 anni in carico ai Servizi di salute mentale, presso ciascuna zona-distretto (anno 2013). Importi aggiuntivi sono stati riconosciuti alla zona-distretto dell'isola d'Elba, per l'oggettiva difficoltà geografica e logistica ad aggregarsi con altre zone, e a quelle dell'Alta Val di Cecina, Amiata senese e Valdorcia, Amiata grossetano per raggiungere la soglia minima dei 100.000 euro.
 
Tipologia di interventi finanziabili. Le tipologie di attività che dovranno obbligatoriamente essere incluse nelle proposte progettuali sono, tra quelle indirizzate alla persona:
l'accesso e presa in carico, con valutazione della possibilità di inserimento nei percorsi di accompagnamento al lavoro (di competenza dei soggetti pubblici territoriali); la valutazione del livello di occupabilità dei partecipanti; l'orientamento dei partecipanti (finalizzato alla comprensione delle competenze potenziali ed espresse); la progettazione personalizzata (predisposizione dei progetti individuali e pianificazione delle attività specifiche rivolte a ciascun partecipante); l'accompagnamento in azienda per i partecipanti.
Tra le attività indirizzate al processo di occupabilità si collocano lo "scouting"delle imprese interessate ad accogliere i partecipanti in stage; il "matching" tra domanda/offerta di lavoro; il sostegno di un tutor in azienda per i partecipanti.
 
Indennità di partecipazione. I destinatari dei progetti potranno ricevere una indennità connessa alla partecipazione ai percorsi di accompagnamento al lavoro, inclusi gli eventuali percorsi formativi e stage in azienda (o altro soggetto ospitante). Tale indennità – tra i 400 e i 150 euro lordi mensili - sarà proporzionale alle ore realmente effettuate. La partecipazione a tali esperienze è da intendersi all'interno di un progetto personalizzato mirato all'inclusione sociale e lavorativa.

18 gennaio 2016
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