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Clausole sociali negli appalti pulizie del Servizio sanitario, intesa raggiunta tra Estar e sindacati

Previsti due elementi di premialità delle offerte: il mantenimento delle sedi economiche e il mantenimento delle sedi di lavoro. Inoltre saranno introdotti alcuni elementi di premialità anche per la clausola soggetti svantaggiati". Da Estar e sindacati l’impegno a promuovere e valorizzare il dialogo tecnico.

12 FEB - Giunto a conclusione il lavoro condotto da Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) e sindacati, con la collaborazione della Regione Toscana, per definire il contenuto delle clausole sociali da inserire nel capitolato di appalto del servizio di pulizie e sanificazione, in attuazione del protocollo siglato nell'aprile 2015 tra Regione, Estar e Cgil, Cisl e Uil regionali, per l'inserimento, appunto, di clausole sociali negli appalti del Servizio sanitario regionale. Ad annunciarlo è una nota della Regione Toscana, in cui si ricorda che le clausole sociali sono quelle condizioni apposte dalla pubblica amministrazione nelle vesti di stazione appaltante, che esulano dai consueti principi economici, inserendo limitazioni di carattere sociale per la partecipazione al bando di gara (per esempio, l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate).

"Sulla base dei lavori del gruppo tecnico - spiega la Regione - Estar ha predisposto un'ipotesi di clausola sociale nella quale sono stati previsti due elementi di premialità delle offerte: il mantenimento delle sedi economiche e il mantenimento delle sedi di lavoro. Inoltre saranno introdotti alcuni elementi di premialità anche per la clausola soggetti svantaggiati". Il protocollo siglato lo scorso aprile, che si ispira al decreto legislativo 163 del 2006, sancisce che, in materia di affidamento di appalti pubblici, il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti consentiti dalle norme vigenti, ai criteri ispirati a esigenze sociali, e che le stazioni appaltanti possono pretendere, nei capitolati di gara, condizioni particolari per lo svolgimento dei contratti, ispirate ad esigenze sociali.

“Obiettivo del protocollo – spiega la Regione - è definire buone pratiche in materia di appalti di servizi nell'ambito dell'erogazione del Servizio sanitario regionale, per attuare gli scopi di tutela sociale ed elaborare strumenti tecnici e operativi adeguati per la loro realizzazione concreta, sia nella elaborazione delle condizioni di esecuzione degli appalti, che nella valutazione delle offerte di gara”.

I firmatari del protocollo, riferisce la nota regionale, “si sono impegnati a promuovere e valorizzare il dialogo tecnico come strumento per la conoscenza e la scelta dei migliori istituti contrattuali di tutela sociale, soprattutto negli appalti pubblici di servizi ad alto impatto lavorativo”. Hanno inoltre condiviso “lo spirito metodologico (sotteso al protocollo) secondo il quale la normativa sugli appalti dovrebbe essere rivista, aggiornata e applicata in modo da accrescere l'efficienza della spesa pubblica, facilitando altresì il conseguimento di obiettivi condivisi a valenza sociale; e che per il perseguimento di questo obiettivo devono essere valorizzati istituti come, appunto, il dialogo tecnico, di cui le amministrazioni possono avvalersi, sollecitando e accettando consulenze che possono essere utilizzate nella preparazione del capitolato d'oneri, a condizione che queste consulenze non abbiano l'effetto di ostacolare la concorrenza”.

12 febbraio 2016
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