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Toscana. Rossi: “Proposta di reddito di inclusione sociale è sostenibile“ 

Così il governatore ha aperto i lavori del convegno su 'La povertà in Italia. Analisi e proposte', organizzato stamani in Sala Pegaso insieme all'Irpet. “La proposta prevede 4 anni per arrivare a un fondo di circa 7 miliardi, con un programma di interventi dello Stato per coprire tutta la povertà assoluta. Lo Stato può trovare questi soldi sia dalla lotta all'evasione, sia a chiedendo a chi ha di più e non è stato toccato dalla crisi”.

19 FEB - "Non possiamo permetterci un paese che mette 4,1 milioni di persone in condizioni i povertà assoluta, cioè persone che hanno difficoltà a garantirsi i beni minimi per una vita dignitosa. La maggior parte sono famiglie con bambini a carico, in Toscana le stime parlano di ben 54.000 famiglie. Condizione di indigenza che la crisi accentua. Per far fronte a questa situazione siamo favorevoli a un provvedimento non di bonus, ma universalistico, magari da attuarsi gradualmente nel tempo, come prevede la proposta dell'Alleanza contro la povertà che le Regioni appoggiano, con la Toscana a capo della Commissione sociale e lavoro". Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha aperto i lavori del convegno su "La povertà in Italia. Analisi e proposte", organizzato stamani in Sala Pegaso insieme all'Irpet.

" La proposta di reddito di inclusione sociale dell'Alleanza contro la povertà – ha detto ancora Rossi - è una proposta non generica e sostenibile. Prevede 4 anni per arrivare a un fondo di circa 7 miliardi, con un programma di interventi dello Stato per coprire tutta la povertà assoluta. Lo Stato può trovare questi soldi sia dalla lotta all'evasione, sia a chiedendo a chi ha di più e non è stato toccato dalla crisi, attuando una ridistribuzione della ricchezza. Penso che vivremmo tutti in una società più giusta e equa dove ci sentiremmo tutti più garantiti. La crisi mette a rischio tutti. Avere una sicurezza per tutti è un fatto assolutamente necessario. Peraltro lo scivolamento nella povertà non riguarda solo settori marginali. Mi capita spesso di incontrare persone che da situazioni sicure si sono trovate improvvisamente in mezzo alla strada, anche imprenditori, lavoratori dipendenti, professionisti".

Il convegno di oggi vuole rilanciare, come ha sottolineato il presidente Rossi, l'obiettivo di questo provvedimento. "Si è iniziato a fare qualcosa, ma è ancora troppo poco, si poteva fare di più e meglio, ma se non si procede nel modo giusto si rischia di fare tanti bonus senza raggiungere l'obiettivo di mettere in sicurezza dalla povertà tutti i cittadini italiani. Dobbiamo farlo, vogliamo farlo questo scatto in avanti, che poi non è altro che applicare la Costituzione e accrescere un senso di appartenenza e solidarietà. Oggi vogliamo tenere acceso questo dibattito e questa prospettiva".

Il tema ovviamente si intreccia con quello della difficile situazione occupazionale. Rossi ha messo l'accento sulla necessità di politiche attive per il lavoro. "L'Italia deve mettersi al passo con gli altri paesi. Un esempio: paesi come la Germania hanno apparati importanti di centri per l'impiego che mettono in rapporto domanda e offerta, lì 8.000 addetti sono dislocati solo presso le aziende. Da noi questo è il numero di tutti gli addetti dei centri per l'impiego nel paese. Il Jobs act applichiamolo in tutte le sue parti, se no non si va da nessuna parte. Ci vogliono finanziamenti, non bastano quelli europei, i lgoevrno deve intervenire. Altrimenti la condizione di povertà con i numeri elevati di oggi rischia di diventare permanente".
 

19 febbraio 2016
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