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Toscana. Liste di attesa. Arriva il diktat della Regione: massimo 15 giorni per visite specialistiche e 30 giorni per gli esami diagnostici

Le indicazioni sono contenute in una delibera approvata oggi. Per il primo accesso si dovrà tenere conto di codici di priorità, garantendo la prestazione entro 48 ore se urgente, entro 10 giorni se l’urgenza è “breve”; negli altri casi, entro 15 giorni per le visite specialistiche ed entro 30 per le prestazioni diagnostiche. In una seconda delibera gli indirizzi per la revisione della gestione del follow up oncologico

04 NOV - Continua il percorso intrapreso dalla Regione Toscana per tagliare le liste di attesa. Due delibere approvate nel corso dell'ultima seduta di giunta, mercoledì scorso, danno alle aziende indicazioni specifiche per la programmazione dell'offerta specialistica e la gestione delle liste di attesa, e anche per la revisione delle modalità organizzative del follow up oncologico.

“Quando, a fine 2015, abbiamo varato la legge di riforma - dice l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - abbiamo indicato la riduzione delle liste di attesa come una delle maggiori criticità del nostro sistema sanitario, come del resto di tutti i sistemi sanitari occidentali, e abbiamo preso l'impegno di mettere in atto una serie di misure concrete per affrontarlo e risolverlo. Le prime indicazioni le abbiamo date in luglio, poi, ai primi di ottobre, abbiamo siglato un accordo con i medici di famiglia; ora, con queste due delibere, diamo ulteriori indirizzi specifici, e tempi molto stringenti: i direttori della programmazione delle aziende dovranno presentare all'assessorato un piano di abbattimento delle liste di attesa entro il 1° dicembre. I piani saranno valutati e condivisi dall'assessorato, e dovranno diventare operativi entro il 1° gennaio 2017, per arrivare a regime entro il primo semestre”.

Il primo passo dovrà essere quello di separare completamente il primo accesso (gestito dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta) dalla successiva presa in carico o follow up (gestito dagli specialisti). “Nel primo contatto, il quesito diagnostico, in quanto ancora sconosciuto, presenta tutte le caratteristiche dell'imprevedibilità, e quindi necessita di certezza e tempestività delle prestazioni utili alla risposta”, osserva la Regione in una nota che illustra il provvedimento. È dunque previsto che per il primo accesso si debba tenere conto di codici di priorità, garantendo la prestazione entro 48 ore se urgente, entro 10 giorni se l'urgenza è definita "breve"; negli altri casi, entro 15 giorni per le visite specialistiche ed entro 30 giorni per le prestazioni diagnostiche.

Per le prestazioni di secondo accesso (o follow up), dovrà essere garantita la presa in carico nel tempo da parte dello specialista per il controllo dei propri pazienti, riducendo il fenomeno della frammentazione dei percorsi di presa in cura. Dovranno essere previste agende dinamiche a validità annuale a scorrimento giornaliero, gestite direttamente, o attraverso servizi dedicati. "I medici di medicina generale avranno un ruolo fondamentale anche nella gestione dei percorsi della cronicità", spiega la Regione.

La delibera ridefinisce anche gli ambiti di garanzia dei tempi massimi: per le prestazioni specialistiche di base l'offerta deve essere determinata a livello di zona; le altre prestazioni devono essere garantite a livello di azienda sanitaria; quelle ad alta specialità devono essere grantite comunque a livello di Area vasta.

La seconda delibera dà gli indirizzi regionali per la revisione delle modalità organizzative nella gestione del follow up oncologico, allo scopo di “assicurare la massima attenzione alle persone con patologie oncologiche nelle fasi successive al trattamento e al tempo stesso garantire una maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse”. Anche in questo caso, l'obiettivo è “garantire al paziente un accesso più semplice possibile agli interventi in grado di soddisfare il suo bisogno di cura, superando l'attuale frammentarietà delle risposte”. “La domanda per patologia oncologica – osserva l regione - si caratterizza per essere diffusa, complessa, e sempre ad alto impatto emotivo, e richiede risposte con caratteristiche di elevata integrazione professionale, tempestive ed omogenee, all'interno di percorsi assistenziali con accessi guidati, che assicurino la continuità di cura”.

Tra le indicazioni contenute nella delibera, l'istituzione in ogni Cord (Centro oncologico di riferimento dipartimentale) di un Punto Servizi, cui il paziente sa di poter fare riferimento per assistenza, orientamento e supporto: “Unica interfaccia per tutti gli accertamenti previsti dal follow up per i pazienti oncologici seguiti dalla struttura, che quindi non dovranno più rivolgersi ai sistemi di prenotazione delle prestazioni di primo accesso”. Ad ogni paziente inserito in un programma di follow up deve essere fornito un programma di controlli periodici concordato tra gli specialisti di riferimento.

Sulla base dei dati del Registro Tumori, in Toscana si diagnosticano circa 25.000 nuovi casi di tumore l'anno. I pazienti affetti da tumore in Toscana sono stimati oltre 180.000 e determinano ogni anno circa 465.000 visite specialistiche e oltre 390.000 prestazioni di diagnostica per immagini.

La nota ricorda infine che “la Regione ha responsabilizzato le direzioni aziendali, inserendo il miglioramento dei tempi di attesa tra gli obiettivi di mandato dei direttori generali”.

04 novembre 2016
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