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Tumore al polmone. Lo screening riduce la mortalità nei soggetti a rischio

Lo conferma lo studio Italung, condotto dal 2004 a Firenze, Pisa e Pistoia, i cui risultati sono stati presentati pochi giorni fa a Vienna, nel corso della Conferenza della Iasclc che si è tenuta dal 5 al 7 dicembre scorsi. Nei 9 anni di osservazione, nel gruppo di persone sottoposte allo screening si sono registrati 29 decessi ogni 1.000 soggetti, rispetto ai 42 dicessi ogni 1.000 soggetti che si sono verificati nel gruppo di controllo.

17 DIC - Lo screening per il tumore del polmone riduce in modo consistente la mortalità nei soggetti ad alto rischio. Lo conferma lo studio Italung, condotto dal 2004 a Firenze, Pisa e Pistoia, i cui risultati sono stati presentati pochi giorni fa a Vienna, nel corso della Conferenza della Iasclc (Società internazionale per lo studio del tumore polmonare) che si è tenuta dal 5 al 7 dicembre scorsi.
 
Gli stessi risultati saranno discussi e valutati anche nel corso del workshop "Lo screening del tumore polmonare con Tc a bassa dose: risultati dello studio randomizzato toscano Italung" che, organizzato dall'Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica), si terrà lunedì 19 dicembre per l'intera giornata (dalle 10 alle 18) nella sede dell'Itt, l'Istituto Toscano Tumori, al Cubo 3, padiglione 27/B, in viale Pieraccini 6 (Careggi). Nel corso del workshop, che sarà aperto dai saluti dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e del direttore di Ispo e Itt Gianni Amunni, si discuterà se e come procedere verso un programma di screening organizzato.
 
Lo studio Italung, finanziato dalla Regione Toscana e coordinato da Ispo, è stato condotto dal 2004 al 2009 (più 7 anni di follow up) a Firenze, Pisa e Pistoia, su 3.206 cittadini toscani tra 55 e 69 anni ad alto rischio per tumore del polmone a causa della loro abitudine al fumo. I risultati hanno dimostrato un'importante riduzione della mortalità per tumore al polmone nei soggetti ad alto rischio sottoposti a screening: nei 9 anni di osservazione dall'inizio dello studio, nel gruppo di persone sottoposte allo screening si sono registrati 29 decessi ogni 1.000 soggetti, rispetto ai 42 dicessi ogni 1.000 soggetti che si sono verificati nel gruppo di controllo (cioè persone non sottoposte a screening); dunque, 13 decessi in meno ogni 1.000 soggetti (il 30% in meno). Un dato che conferma i risultati dello studio americano NLST (basato su un numero di soggetti molto più alto, circa 50.000), sulla cui base negli Stati Uniti ormai da due anni questo screening è raccomandato dalla principale Agenzia di sanità pubblica americana e offerto da Medicare ai soggetti ad alto rischio. In Europa, si attendono i risultati dello studio NELSON, condotto in Olanda su circa 16.000 persone.
 
"Un numero di vite salvate importante, quello mostrato dallo studio Italung - sottolinea Francesca Maria Carozzi, dell'Ispo, responsabile scientifico
del workshop -, in una malattia che tuttora è il primo killer tra i tumori e che, nonostante la riduzione della probabilità di ammalare dovuta alla riduzione del fumo tra i maschi, continua ad essere la prima causa di morte tumorale, per la quale ancora oggi le probabilità di sopravvivenza non superano il 10-15% a 5 anni dalla diagnosi".
 
Il workshop, organizzato da Ispo con i ricercatori dello studio Italung e con esperti di valutazioni di tecnologie e referenti della Regione Toscana e del Ministero della salute, valuterà se sia possibile in tempi rapidi avviare un'offerta efficiente e razionale dello screening per i soggetti ad alto rischio.
 
"La Regione Toscana - commenta Gianni Amunni, direttore generale di Ispo direttore operativo di Itt- ha avuto il merito di investire esperienze e risorse, attraverso l'impegno degli operatori di Ispo, delle Aou di Careggi e Pisa e della Asl di Pistoia. Lo studio è stato reso possibile dalla collaborazione attiva di 269 medici di medicina generale delle aree interessate, che hanno collaborato nell'identificare e accompagnare in questa esperienza le persone ad alto rischio a causa del fumo. Uno studio cosi complesso e di lunga durata non sarebbe stato possibile senza il grande coinvolgimento di tutti gli operatori e, soprattutto, la partecipazione attiva di tutti i cittadini toscani che hanno accettato di prendervi parte".

17 dicembre 2016
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