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Piano Esiti. Saccardi (Toscana): “PNE non fa classifiche: no a rappresentazioni semplicistiche e scorrette metodologicamente”

L’assessore regionale rivendica i buoni risultati ottenuti dalla Regione: “La quota di risultati in media o migliori rispetto alla media nazionale è salita nel 2015 al 93% (rispetto al 90% del 2014)”. Ma è critica sulla nuova mappa regionale di sintesi delle strutture con maggiore o minore livello di qualità. “Non condivido e mi oppongo a rappresentazioni semplicistiche e scorrette metodologicamente”.

18 DIC - L'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi si mostra critica nei confronti del metodo adottato quest'anno da Agenas, che fa confronti tra le diverse regioni, utilizzando una percentuale di indicatori pari al 50% di tutti quelli misurati, senza peraltro esplicitare il criterio di scelta. In base a questi indicatori, le regioni con una maggiore concentrazione di best practice risultano essere Lombardia, Valle d'Aosta, Friuli, provincia autonoma di Bolzano; poi la Toscana; e dopo la Toscana, anche regioni tradizionalmente virtuose come Emilia Romagna e Veneto.
 
""Le misure di PNE sono strumenti di valutazione a supporto di programmi di auditing clinico e organizzativo finalizzati al miglioramento dell'efficacia e dell'equità nel SSN. PNE non produce classifiche, graduatorie o pagelle". Questo è quanto compare nella prima pagina del Programma Nazionale Esiti - è il commento dell'assessore Stefania Saccardi - Se questo è l'obiettivo di PNE, non condivido e mi oppongo a rappresentazioni semplicistiche e scorrette metodologicamente come quelle apparse proprio sul documento di PNE presentato dal direttore Bevere e dal presidente Coletto, che mostra una mappa di sintesi del nostro Paese con le regioni colorate in base alla proporzione di strutture ospedaliere che nel 2015 presentano livelli di qualità alti o molto alti in almeno la metà dell'attività valutata della struttura. Queste sintesi non basate su metodologie scientificamente condivise rischiano di creare solo disagio nei cittadini e sfiducia verso il sistema sanitario regionale, che invece negli ultimi anni ha conseguito risultati di miglioramento significativi".
 
"La mia regione - ricorda Stefania Saccardi - ha fatto scuola in Italia, e non solo in tema di valutazione dei risultati, e dal 2008 abbiamo pubblicato i dati, ben prima del Ministero: non abbiamo mai però fatto una banale sommatoria dei risultati, ma analiticamente individuato i punti di forza e di debolezza, proprio per permettere alle strutture di migliorare. Non abbiamo paura della pubblicazione dei dati, ma non condividiamo approcci semplicistici e scorretti nel contenuto e nel processo. Agenas dovrebbe essere l'agenzia delle regioni e dovrebbe condividere nel comitato scientifico di PNE le sue scelte in merito. Non mi risulta che questo sia stato fatto. Anche alla luce di quanto emerso dal referendum, ritengo che Ministero e Agenas dovrebbero riflettere sul loro ruolo, utile se di guida e di supporto, nefasto se portatore di discordia tra le regioni a scapito dei cittadini".
 
"Nel 2015 nella nostra regione il 93% dei risultati dell'attività ospedaliera è uguale o superiore al dato medio italiano - sottolinea Andrea Vannucci, direttore dell'Agenzia Regionale di Sanità - Questa è una costante nel tempo. La osserviamo fin dal 2010 e, grazie al programma di osservazione che ARS ha messo a punto per la Toscana e che ci permette di conoscere tempestivamente l'andamento delle nostre strutture, sappiamo anche che nel 2016 non solo manteniamo le posizioni ma continuiamo a migliorare le nostre performance, con un'ulteriore riduzione dei già pochissimi ospedali che mostravano risultati inferiori alla media nazionale. E' importante affermare - aggiunge - che questi risultati non si raggiungono per caso, ma grazie al lavoro di tanti professionisti e manager sanitari che hanno dedicato tempo, attenzione e impegno per continuare a migliorare".
 
Questo il focus sugli esiti degli ospedali toscani 2015
Gli ospedali toscani mostrano esiti per la cura delle malattie cardiorespiratorie per lo più in media e in 7 casi esiti non favorevoli. In particolare, 5 ospedali presentano criticità negli esiti del trattamento della riacutizzazione di BPCO Broncopneumoptia cronica ostruttiva) e di questi solo due hanno un trend in miglioramento nel 2016. Con riferimento invece ai pazienti con scompenso cardiaco congestizio gli esiti sono critici in due ospedali e tali permangono anche nel 2016. Gli esiti osservati suggeriscono la necessità di approfondire le modalità di cura e presa in carico, le aziende stanno già valutando l'effettivo percorso dei pazienti dal pronto soccorso al reparto di degenza (presenza di reti informali in alcuni territori).

Buoni sono gli esiti del trattamento delle patologie tempo-dipendenti: la mortalità a 30 giorni da infarto miocardico acuto e ictus sono basse in tutti gli ospedali toscani. L'indicatore relativo alla tempestività dell'accesso a PTCA nei pazienti con infarto è nel complesso elevato, anche tenendo conto della gestione in rete di questa patologia, che viene mal tracciata dagli indicatori del PNE. La Toscana è impegnata nella riorganizzazione delle reti tempo-dipendenti (DGR 145/2016 e Dec. Dir. 4193/2016 che definiscono le linee di indirizzo per la riorganizzazione della rete ospedaliera e in particolare le reti tempo dipendenti) e nell'ambito di queste attività verranno definiti indicatori per tracciare il funzionamento di tali reti.

Il trattamento della frattura del femore anche nel 2015 presenta in generale una qualità ottima: l'organizzazione ospedaliera garantisce la tempestività dell'intervento per fratture di femore associata a bassa mortalità, a dimostrazione dell'attenzione verso la popolazione fragile anziana.

I percorsi di chirurgica oncologica evidenziano buoni risultati per tutte le neoplasie considerate. Solo una struttura presenta criticità per tumore del colon e del polmone, in via di miglioramento nel 2016. Esistono inoltre alcune strutture non valutabili a causa dei bassi volumi di interventi: la nostra regione sta portando avanti una riorganizzazione dell'offerta che minimizzerà tale fenomeno (DGR 982/2014 e DGR 394/2016 per il riordino della rete chirurgica oncologica Toscana).

Analogamente a quanto accade per la chirurgia oncologica nel suo complesso, anche per il trattamento del tumore della mammella alcune strutture trattano ogni anno un numero di casi inferiore alla soglia posta dal DM 70 (DM 70/2015 Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera). Nonostante questo, gli ospedali toscani hanno buoni esiti nel trattamento chirurgico del tumore della mammella. La Toscana sta gestendo questa problematica attraverso la riorganizzazione delle breast unit: con la delibera DGR 272/2014 ha istituito la rete dei Centri di Senologia e i requisiti organizzativo-assistenziali che devono avere. Sempre per quanto riguarda salute della donna il percorso nascita mostra complessivamente buoni esiti. Quattro centri presentano invece elevate complicanze post parto naturale.

Con riferimento alla chirurgia generale l'attenzione è posta all'intervento di colecistectomia laparoscopica: cinque ospedali hanno un numero eccessivo di complicanze a 30 giorni dall'intervento e otto presentano volumi di attività bassi rispetto alle soglie poste dal DM 70.  Interessante notare come in 3 casi su 5 il problema delle complicanze sia proprio in strutture con volumi sotto soglia.

Infine, l'assistenza cardiochirurgica in Toscana mostra un buon livello di cura, con uno dei migliori centri in Italia per l'intervento sulle valvole.

18 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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