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Zone di distretto. Saccardi ribadisce: “La riforma in atto potenzia i territori”

L’assessore torna sulla questione sollevata dal sindaco di Grosseto e ripresa dal consigliere di Forza Italia Stefano Mugnai. “La legge regionale 84/2015 ha tagliato da 12 a 3 il numero delle aziende sanitarie. Come bilanciamento è stato previsto un potenziamento dei territori, attraverso le zone distretto, come mai era stato in passato”, chiarisce Saccardi.

09 FEB - “Le dichiarazioni del consigliere Mugnai, che definisce ‘proposta monstre’ la pdl 154 sulle nuove zone distretto e quelle del sindaco di Grosseto, che parla di ‘marchingegno architettato unilateralmente dalla giunta regionale per depotenziare Grosseto’, sembrano non voler capire il senso della riforma in atto”. L’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi ritorna con una nota sulla questione delle zone distretto, sollecitata da nuove dichiarazioni del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e del consigliere di Forza Italia Stefano Mugnai.

Per Mugnai “il modello individuato dalla giunta regionale con la creazione delle tre mega Asl allontana, inevitabilmente, i momenti decisionali dai rappresentanti dei territori, ovvero i sindaci. Sarebbe stato opportuno almeno tentare di bilanciare attribuendo ai sindaci maggior forza almeno per quanto concerne i servizi socio sanitari. Invece, così, la giunta procede ad accorpare le zone distretto creandone alcune mostruose sotto il profilo dimensionale, come nel caso di Arezzo-Casentino-Valtiberina e Amiata Grossetana-Colline Metallifere-Grossetana che rispettivamente aggregano 23 e 20 comuni per un totale di 196.807 persone la prima e 169.461 la seconda”.

“La pdl 154 sulle nuove zone distretto - chiarisce l'assessore - va compresa in un quadro complessivo che la lega alla legge regionale 84/2015, che ha tagliato da 12 a 3 il numero delle aziende sanitarie, quindi ha ridotto i centri decisionali, tagliando i costi (non solo per il fatto che sono rimasti solo 3 direttori generali, ma soprattutto per le economie di scala di un'unica gestione amministrativa per ogni nuova Asl) e migliorando la capacità di programmazione. Come bilanciamento è stato previsto un potenziamento dei territori, attraverso le zone distretto, come mai era stato in passato”.

“Per questo il nuovo articolo 64 della legge regionale 40/2005 sul sistema sanitario regionale (modificato dalla legge 84/2015) - spiega ancora Stefania Saccardi - prevede che siano assegnate nuove e importanti funzioni alle zone distretto che rappresentano l'ambito territoriale ottimale di valutazione dei bisogni e di organizzazione ed erogazione dei servizi inerenti alle reti territoriali sanitarie, sociosanitarie e sociali integrate, oltre a gestire la continuità e le risposte territoriali della integrazione sociosanitaria, compresi i servizi per la salute mentale e le dipendenze e della non autosufficienza”.

“Il punto politico è: come dare gambe al nuovo ruolo e alle nuove funzioni che le zone distretto dovranno ricoprire nel sistema sanitario regionale toscano? - è la questione che pone l'assessore - Come dare maggior peso alle zone e ai loro territori? Sicuramente le zone distretto dovranno avere autonomia, anche di budget, rispetto alle Asl, ma questo, pur necessario, non è sufficiente. Servono anche dimensioni adeguate a generare economie di scala, ma soprattutto a sviluppare le competenze necessarie per valutare i bisogni, programmare gli obiettivi ed erogare i servizi. La questione vera è che, già oggi, le piccole zone non sono in grado di fornire le risposte necessarie ai cittadini. Le zone devono essere vicine, anche tramite i propri amministratori, ai cittadini, ma insieme devono anche essere in grado di avere le risorse e le competenze per rispondere alle loro esigenze”.

“Per questo con la nuova pdl 154 - conclude Saccardi - le zone passano da 34 a 26, a seguito di un percorso fatto da Anci su tutti i territori. Sono anche previsti specifici incentivi per i primi anni delle nuove zone che derivano dall'accorpamento. E' bene, però, ribadire che accorpare le zone è, prima di tutto, un modo per ridurre i costi amministrativi e investire maggiori risorse sui servizi, questo a vantaggio, sopratutto, delle zone più piccole. L'unione servirà per gestire meglio anche il Fondo sociale europeo, con tutte le risorse in gioco”.
 
Immediata la replica di Mugnai. “Facile sottrarsi al confronto de visu e affidare ai comunicati stampa gli osanna alla proposta di giunta sulla ridefinizione dei distretti sanitari. Ieri (martedì, ndr), in commissione sanità, l’assessore Stefania Saccardi non si è presentata. Eppure la sua presenza risultava in ordine del giorno. Oggi questo autoincensamento sulla questione appare un atto di sussiego politico ma anche umano. Un dispetto non certo a me, oggetto dell’attenzione dell’assessore, quanto ai sindaci anche del Pd che ieri sono venuti a rappresentarci il loro sgradimento rispetto al progetto elaborato dalla giunta”.

“Se Saccardi avesse preso parte, come previsto, alla seduta di commissione sanità – prosegue Mugnai – avrebbe sentito direttamente dai sindaci, tutti salvo un paio di eccezioni, esponenti del Pd compresi, la loro contrarietà alla sua proposta di legge e a certi accorpamenti. Avrebbe anche ascoltato in presa diretta le critiche alla riforma sanitaria di cui il provvedimento sulle zone distretto è conseguenza”.

“D’altronde, i sindaci stanno a contatto con i cittadini ed ascoltano quello che i cittadini dicono su come stanno andando le cose nella sanità Toscana. Poi – incalza l’esponente di Forza Italia – si può provare a spiegare, come fa l’assessore, che va tutto bene e che andrà anche meglio. Peccato che la realtà non si lasci convincere dalle parole. Ricordo come fosse ora, a proposito, quando con risolini a mezza bocca ci tacciavano da incompetenti mentre dicevamo che i nuovi ospedali nascevano sbagliati e insufficienti, troppo piccoli e con pochi posti letto… Poi i fatti hanno dimostrato, penso a Prato, chi fosse a non capire, o a far finta di non capire”.

09 febbraio 2017
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