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Terza età. Al via il progetto “A casa in buona compagnia” per innovare l’assistenza agli anziani

Il protocollo d’intesa è stato firmato oggi dal presidente della Regione e dai segretari dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, FNP Cisl, Uilp Toscana. Rossi: “Un modello toscano per garantire agli anziani il diritto all’assistenza. Il problema emerge in particolare quando di tratta di non autosufficienti, ma qui in Toscana dobbiamo riuscire a garantire a tutti gli anziani il diritto all’assistenza”

07 GEN - Parte il progetto di assistenza domiciliare innovativa per la terza età “A casa in buona compagnia”.
A dare il “La” oggi a Palazzo Strozzi Sacrati la firma del protocollo di intesa da parte del Presidente della Regione Enrico Rossi e dei segretari dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl, e Uilp Toscana, rappresentati rispettivamente da Alessio Gramolati, Stefano Nuti eMario Catalini.
 
Il progetto, sperimentale, punta ad assistere gli anziani nella propria abitazione, quando possibile o, comunque, all’interno di autonome unità residenziali di cohousing, attraverso l’uso di strumenti e tecnologie che ne permettano il controllo e la cura da remoto, senza invadere la loro privacy, sia per quanto riguarda la diagnosi che l’assistenza, sia per quanto riguarda il monitoraggio dello stato di salute.  L’obiettivo è quello di consentire la permanenza delle persone anziane, anche se non più autosufficienti o, comunque, bisognose di assistenza, il più possibile vicino al proprio ambiente, alla propria rete di affetti, agli oggetti di uso quotidiano e ai ricordi, salvaguardandone così l’autonomia, la qualità della vita, la capacità di relazione.
 
“La non autosufficienza – spiega Rossi – rappresenta un momento drammatico per le persone anziane e le loro famiglie. La Regione ha fatto molto, mettendo risorse aggiuntive per 80 milioni di euro, ma i soldi continuano a mancare così come manca una legge nazionale. Prima ancora di destinare altre risorse, vogliamo avere un quadro chiaro della situazione per poi mettere in essere un intervento preciso e puntuale che definisca quale tipo di assistenza deve essere erogata, in che modo, preferibilmente a casa, ma anche in strutture dedicate. Affidiamo ad una commissione il compito di elaborare questo modello toscano, che mi risulta suscitare interesse anche a livello nazionale”.
 
Si stima che in Toscana i non autosufficienti siano oggi circa 80mila, ma il loro numero nel giro di 10 anni crescerà fino a raggiungere i 100mila E più della metà (il 56%) degli ultra 65enni soffre di almeno una cronicità.
 
“Sono molto orgoglioso – ha quindi concluso il presidente Rossi – di insediare questa commissione che ha il compito di dirci cosa dobbiamo fare per intervenire sul problema e per dare a tutti un uguale trattamento, indipendentemente dal loro reddito e dalla loro condizione sociale. Per intervenire in modo adeguato è necessario istituire a livello nazionale un fondo basato sulla fiscalità progressiva in modo tale da poter garantire a tutti il diritto all’assistenza e colmare una storica lacuna che ha il nostro Stato”.
 
Il progetto, all’articolo 1 si propone di individuare nuove forme di gestione ed erogazione di serviziche dovranno vedere la valorizzazione, da parte dell’operatore pubblico, di esperienze realizzate anche da soggetti del terzo settore.
 
La sperimentazione si articolerà in tre macro aree che sfoceranno in altrettante mappe, attraverso una ricognizione rispettivamente delle condizioni, delle tecnologie utilizzabili e delle iniziative effettivamente realizzabili. Il progetto sarà elaborato da gruppi di lavoro composti da esperti, cui gli uffici della giunta regionale assicureranno il supporto scientifico e amministrativo e si inserisce nel contesto delle politiche della Regione Toscana a favore degli anziani e delle persone non autosufficienti: la Giunta del 23 dicembre scorso, ha stanziato 273 milioni per progetti per la non autosufficienza (Vita indipendente, destinati a anziani e disabili) e l’assistenza in Rsa e Centri diurni.
 
Un filone di intervento cruciale, quello delle politiche per la terza età, dal momento che ormai da più di dieci anni l’Istituto regionale per la programmazione economica in Toscana (Irpet) evidenzia il forte invecchiamento della popolazione, dovuto al parallelo allungamento della vita e al forte calo della natalità.

 

07 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

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