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A Prato “équipe unica” di cura nei 13 ospedali del territorio

In tutte le aree mediche dei tredici ospedali dell’Azienda sono state introdotte procedure omogenee interne per garantire la continuità assistenziale. Collegare l’ospedale ed il territorio significa realizzare una rete planare nella quale sono coinvolte le cure primarie (medici di medicina generale), quelle intermedie e l’area medica in modo da aprire l’ospedale per intensità di cura a quello per percorsi e processi.

07 FEB - “Un ospedale senza muri, una squadra di professionisti che lavorano per gli stessi obiettivi, una organizzazione interna sempre più multidisciplinare e multi professionale oltre alla dotazione di strumenti altamente tecnologici sono garanzia di continuità assistenziale ospedale e territorio.” Con queste parole il direttore del Dipartimento delle specialistiche mediche Giancarlo Landini ha aperto la IV Conferenza che si è svolta oggi a Prato.
 
In tutte le aree mediche dei tredici ospedali dell’Azienda (1200 posti letto e 45.000 ricoveri nel 2019) sono state introdotte procedure omogenee interne per garantire la continuità assistenziale. Collegare l’ospedale ed il territorio significa realizzare una rete planare nella quale sono coinvolte le cure primarie (medici di medicina generale), quelle intermedie e l’area medica in modo da aprire “l’ospedale per intensità di cura a quello per percorsi e processi”, come ha sottolineato Landini.

La cogestione tra specialisti è la parola chiave per il futuro: ormai è diventata indispensabile la collaborazione tra rete ospedaliera e territoriale, attraverso le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) dei medici di famiglia, le équipe specialistiche, le diverse professionalità (medici ed infemieri) per costituire una équipe unica di cura.

Con questo modello, il primo in Toscana, “setting 2A” attivato dallo scorso settembre all’ospedale Santo Stefano di Prato, sono stati già trattati 900 pazienti. “Abbiamo selezionato, attraverso una accurata valutazione, le patologie che possono essere più pertinenti a questo setting di cura -spiega Grazia Panigada – direttore dell’Area medica aziendale . Le valutazioni sono state condivise tra i medici specialisti e gli infermieri e questo ci ha permesso di offrire una risposta appropriata, in particolare ai pazienti con pluripatologie. Il modello sarà progressivamente esteso a tutti gli ospedali dell’Azienda.”

Tutte le discipline specialistiche coinvolte lavorano insieme,la parola chiave per il futuro è proprio la cogestione. In tutti gli ospedali dell’Azienda, infatti, sono stati attivati i day service multidisciplinari, un collegamento tra ospedale e territorio per la gestione dei pazienti complessi post acuti e cronici che dispongono di tutte le prestazioni assistenziali e diagnostico terapeutiche programmate senza la necessità del ricovero.

Per il futuro sono in programma incontri strutturati tra medici specialisti ospedalieri e medici di medicina generale, oltre l’implementazione del teleconsulto e della telemedicina.

07 febbraio 2020
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