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Arezzo. Dopo 45 anni, il San Donato cambia volto, ecco il progetto del nuovo ospedale

Un progetto da 81 milioni di euro. “Dopo l'emergenza Covid potevamo mettere a punto un progetto che tenesse il San Donato sulla linea di galleggiamento, con interventi strettamente necessari; invece abbiamo deciso di fare trasformazioni radicali”, spiega il Dg D’Urso. Le parole chiave sono centralità dei pazienti e degli operatori; connettività e iformazione del personale con Centro di simulazione, Scuola di chirurgia robotica e telemedicina. Rossi: “Dall'emergenza Covid la spinta a potenziare ancor più la sanità”. LA SCHEDA DEL PROGETTO

08 LUG - Dopo 45 anni di vita, l’ospedale San Donato di Arezzo si prepara a cambiare volto. Ad illustrare il suo futuro è stato ieri il il Direttore Generale Antonio D’Urso, alla presenza del presidente della Toscana Enrico Rossi, degli operatori e dei vertici delle professioni sanitarie. Un progetto che, ha detto D’Urso, “non solo rende il San Donato pronto a nuove emergenze sanitarie, ma lo configura come una struttura potente, pensata per i cittadini e per la loro salute, organizzata affinché il personale sanitario possa manifestare pienamente la sua professionalità, perché Arezzo sia un punto di eccellenza in Toscana. E' un progetto che abbiamo condiviso con i professionisti, con i nostri colleghi, con gli Ordini dei medici e degli infermieri. E' un progetto che interessa Arezzo con 81 milioni di euro, ma anche gli ospedali di Cortona, Bibbiena, Sansepolcro con altri 20”.

Il Dg ha spiegato che il progetto, seppur impegnativo, è stato favorito a piccoli lavori di manutenzione ordinaria per dare all’ospedale nuova linfa vitale. “Dopo l'emergenza Covid potevamo mettere a punto un progetto che tenesse il San Donato sulla linea di galleggiamento, quindi gli interventi strettamente necessari; invece abbiamo deciso che la frase abusata "Dopo il Covid nulla sarà come prima" diventasse realtà. Il nostro impegno è infatti che l'ospedale di Arezzo non sia più quello di prima. Rimane il suo profilo e la sua immagine ma dentro ci saranno trasformazioni radicali. Le traiettorie saranno la centralità dei ruoli dei pazienti e degli operatori; gli investimenti sulla connettività e infine la  priorità rappresentata dalla formazione del personale con Centro di simulazione, Scuola di chirurgia robotica e telemedicina”.

Il San Donato vedrà quindi il potenziamento dell'erogazione di procedure complesse e interdisciplinari per acuti. Sarà agile e veloce nel modificare gli assetti con un approccio modulare e flessibile; calibrato sui percorsi del paziente che si deve muovere senza problemi all'interno dell'ospedale, sicuro e verde nel rispetto delle norme di sicurezza, ambientali e antisismiche.

E' un progetto che si affianca a quello per gli ospedali di Cortona, Sansepolcro e Bibbiena con un investimento complessivo di 100 milioni di euro. “Penso sia l'investimento pubblico più rilevante, da molti anni, in questo territorio. E' un progetto che si unisce al potenziamento che realizzeremo nei servizi territoriali per garantire ai cittadini una risposta di salute che sia organica, completa e moderna”, ha detto il Dg.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha evidenziato come il progetto di potenziamento del San Donato di Arezzo sia precedente al Covid, “ma l'emergenza ha prepotentemente confermato la scelta della Toscana di investire in sanità".

"I buoni risultati ottenuti nel contenimento dell'emergenza - ha aggiunto - sono stati dovuti anche ai nuovi ospedali e all'organizzazione in aree vaste sanitarie. Crediamo nella sanità pubblica, che deve essere la punta più avanzate ed efficiente della pubblica amministrazione, e per questo vogliamo continuare a potenziare le strutture sanitarie toscane, delle quali siamo orgogliosi”.

"L'emergenza Covid - ha continuato il presidente - ci ha convinto ancora di più dell'esigenza di potenziare la sanità, soprattutto attraverso posti letto per le cure intermedie, cioè per quel tipo di cure che si collocano dopo la dimissione dall'ospedale, nel caso in cui sia comunque necessaria un tipo di assistenza che è difficile avere a casa. La creazione di questi nuovi reparti, con circa 1.600 posti letto, sarà possibile con un modesto investimento regionale grazie al fatto che sono state sbloccate le assunzioni in sanità e la Toscana ha potuto assumere circa 1.600 infermieri e 4000 medici”.

Il nuovo San Donato oltre ad essere diviso tra aree Covid e no-Covid (il San Donato sarà, insieme a quello di Grosseto, uno dei due ospedali della Asl Toscana Sud Est attrezzati per accogliere pazienti Covid. Al suo interno è quindi prevista un'area di degenza e gestione infettivologica/pneumologica e un'area di terapia intensiva dedicate ad accogliere pazienti Covid),  vedrà un potenziamento dell'erogazione di procedure complesse e interdisciplinari. La trasformazione dell'ospedale andrà verso una maggiore flessibilità. Inoltre il ruolo centrale riservato alla formazione del personale sarà testimoniato dalla presenza di un Centro di simulazione e della Scuola di chirurgia robotica e telemedicina.
L'area no-Covid sarà invece divisa in tre piattaforme: ambulatoriale,  operatoria e di degenza.

08 luglio 2020
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