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Servizio civile nei Pronto soccorso. Da oggi 130 giovani negli ospedali toscani

Il loro ruolo, tenuto conto delle misure di sicurezza covid, sarà quello di offrire un servizio di informazione e prima accoglienza, affiancandosi all’attività degli operatori già presenti nei PS, e di accompagnamento, per esempio aiutando i pazienti negli spostamenti in ospedale o nel disbrigo delle pratiche amministrative.I 130 giovani si aggiungono ad altri 200 che da una settimana hanno iniziato, in parallelo, un altro progetto di servizio civile “Botteghe della salute” per fornire un auito nell’accesso ai servizi sanitari e sociale per le popolazioni più fragili delle aree montane e periferiche.

05 NOV - A partire da oggi, giovedì 5 novembre, 130 giovani toscani inizieranno la loro attività di servizio civile presso le sedi dei pronto soccorso ospedalieri della Regione. “Obiettivo della loro presenza - spiega la Regione - sarà quello di offrire un servizio di informazione e prima accoglienza, affiancandosi all’attività degli operatori già presenti nei pronto soccorso, e di accompagnamento, per esempio aiutando i pazienti o i loro parenti negli spostamenti in ospedale o nel disbrigo delle pratiche amministrative”. Ovviamente le azioni previste per i giovani dovranno tenere conto dell’emergenza epidemiologica in corso: “Le aziende sanitarie garantiranno che il servizio si svolga nel rispetto delle disposizioni nazionali e regionali, fornendo ai giovani tutte le garanzie e le necessarie misure di protezione, affinché l’esperienza di servizio civile possa svolgersi in piena sicurezza” spiega la Regione.

I partecipanti al progetto di servizio civile presso i pronto soccorso sono giovani tra i 18 e i 30 anni che hanno partecipato al bando promosso dalla Regione e che sono stati selezionati nell’ambito di ciascuna delle sette Asl. Il loro impegno durerà un anno.

La nota regionale spiega, inoltre, che questi 130 giovani si aggiungeranno ad altri 200 che da una settimana hanno iniziato, in parallelo, un altro progetto di servizio civile “Botteghe della salute”, che prevede un aiuto per l’accesso ai servizi sanitari e sociale per le popolazioni più fragili delle aree montane e periferiche.

“Questo progetto – ha dichiarato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli - si inserisce in una fase delicata per tutta la attività ospedaliera in cui la disponibilità umana e l'impegno di questo giovani sarà particolarmente prezioso. Il loro contributo quotidiano al servizio di accoglienza e di accompagnamento potrà contribuire ad alleggerire la tensione che esiste inevitabilmente al momento dell’accesso in ospedale e sarà funzionale a tutte le necessità della famiglia e del paziente. Ringrazio fin da ora i giovani che inizieranno un percorso così importante per tutta la comunità toscana. Ci tengo anche a ringraziare gli uffici regionali del Servizio Civile per il lavoro che svolgono e per la capacità dimostrata in una fase così complessa non interrompendo i progetti in corso; con loro costruiremo insieme il lavoro futuro".

Ecco, in dettaglio, cosa faranno i giovani impegnati nei due servizi:

Servizio civile presso i pronto soccorso

I partecipanti al progetto di servizio civile saranno distribuiti nei plessi delle sette aziende sanitarie con compiti di: accoglienza compatibili con gli assetti straordinari connessi alla gestione dell’emergenza (tra cui collaborare alla rilevazione dei bisogni e a garantire una corretta e mirata informazione e orientamento a chi accede ai servizi di Pronto Soccorso), supporto amministrativo (potranno indirizzare il cittadino ai competenti servizi per espletare la varie pratiche e supportare il personale nelle varie attività amministrative e di supporto al back office), continuità dei percorsi assistenziali (potranno contribuiranno a identificare in modo rapido le esigenze dell’utente indirizzandolo nel luogo appropriato ma anche svolgere attività di raccordo tra i pazienti e i familiari in attesa), accompagnamento (potranno accompagnare, se necessario o su richiesta, l’utente in difficoltà al luogo in cui deve svolgere la prestazione ma anche assicurare una presenza accanto a chi aspetta le cure e fornire notizie non sanitarie durante l’attesa).

Nello specifico contesto di emergenza sanitaria il contributo dei giovani potrà infine rivelarsi particolarmente utile anche nella collaborazione alle attività di monitoraggio e tracciamento connesse al COVID-19 tramite i sistemi e le tecnologie a disposizione delle Aziende.

Servizio civile presso le "Botteghe della salute"
Il progetto di servizio civile “Botteghe della Salute”, nato in collaborazione con Anci Toscana, si propone di consentire ai cittadini che vivono in luoghi di maggior disagio (quali le zone montane, le isole e le periferie delle grandi città) di accedere con più facilità e semplicità alla rete di servizi sanitari, sociali e di pubblica utilità. Il servizio è gratuito e si rivolge principalmente alle fasce più deboli della popolazione toscana quali anziani e disabili.

Nel corso dei 12 mesi di servizio i giovani selezionati dovranno coadiuvare gli operatori presenti nelle sedi delle Botteghe della Salute diffuse su tutto il territorio regionale fornendo ai cittadini il supporto e le informazioni necessarie per usufruire dei servizi che vengono messi a disposizione dell’utenza; e ancora, potranno facilitare i cittadini nell’accesso ai servizi sanitari, attivare servizi di accompagnamento alla salute e all’inclusione per disabili, malati di Alzheimer o di altre patologie invalidanti. Saranno inoltre coinvolti in attività di supporto ai servizi turistici e culturali.
I giovani coinvolti nel progetto potranno svolgere le diverse attività nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza previste per l'emergenza sanitaria in corso.

Il servizio civile regionale
Il servizio civile regionale, istituito con legge regionale nel 2006, è stato avviato per la prima volta nel 2009 e da allora ha avuto una crescita esponenziale coinvolgendo migliaia di giovani. I giovani, residenti o domiciliati in Toscana, che decidono di svolgere il servizio civile regionale, dedicano un periodo della propria vita ad un'esperienza utile a loro stessi ed agli altri: è un’occasione di crescita personale ed un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva ma anche uno strumento per rendersi utili agli altri, in particolare alle fasce più deboli della società.

05 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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