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Umbria. Esami di laboratorio, gli esperti: “Il 30% sono superflui”


Di questo si parlerà sabato a un convegno nazionale promosso alla Facoltà di Medicina di Perugia. “Abbiamo l’obbligo di scandire le linee guida per sottolineare quanto conti l’appropriatezza”, afferma Carla Ferri, responsabile del Laboratorio di Analisi dell’Ao di Perugia.

28 MAG - "Il 30% delle richieste di esami sono superflue e fuorvianti per una corretta diagnosi". Ad affermarlo è Alfredo Villa, dirigente medico del Servizio di Patologia Clinica ed Ematologica dell’Azienda ospedaliera di Perugia e responsabile scientifico del Convegno sul tema che sarà promosso il 30 Maggio presso le Aule della Facoltà di Medicina del Polo Unico, il Servizio di Patologia Clinica ed Ematologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, in collaborazione con la Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica.

“Appropriatezza prescrittiva degli esami di laboratorio”, è infatti il titolo del convegno. Ma l’appropriatezza, spiega Villa, “non può ridursi ad una mera questione di risparmio economico; occorre una sensibilizzazione dei medici di medicina generale e dei cittadini stessi. Da anni, prima ancora che in sanità si parlasse di risparmi, le Società scientifiche si battono per la riduzione di esami di laboratorio, perché inutili e a volte addirittura fuorvianti per il clinico preposto alla diagnosi. Dal convegno di Perugia ci aspettiamo proprio una condivisione delle rilevazioni sempre più condivise e cioè che almeno il 30% degli esami di laboratorio sono da ritenere superflui”.

All’incontro scientifico parteciperanno professionisti di centri nazionali di eccellenza, oltre a quelli in servizio in Umbria e al S. Maria della Misericordia. Tra i partecipanti ci saranno Gianfranco Cervellin di Parma e Antonio Fortunato di Vicenza, che tratteranno i temi sul corretto utilizzo dei markers cardiovascolari e sulla valutazione dello stato vitaminico D. A Pierpaolo De Feo, endocrinologo del S. Maria della Misericordia è stata invece affidata la relazione sulla appropriatezza prescrittiva nella valutazione della funzione tiroidea.

“Intendiamo ribadire il ruolo del professionista di Laboratorio impegnato a mantenere alto il livello di qualità delle prestazioni erogate, in stretta collaborazione con i clinici, ma abbiamo anche l’obbligo di scandire le linee guida per sottolineare quanto conti l’appropriatezza degli esami”, sottolinea Carla Ferri, responsabile del Laboratorio di Analisi dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Che spiega: “Per appropriatezza si intende il grado con cui una procedura diagnostica o un esame è efficace, mirato, non eccessivo ed adeguato in senso quantitativo, fornito sia in regime di ricovero o ambulatoriamente, per rispondere ai bisogni del paziente”. Per dare un dato relativo unicamente alla sola attività del Laboratorio di Patologia clinica ed Ematologia del S. Maria della Misericordia, ogni anno vengono eseguiti 5 milioni di esami, equamente divisi tra utenti esterni e degenti.
 

28 maggio 2015
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