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Umbria. Disturbi alimentari, Consiglio approva mozione per potenziare i servizi


Il documento, approvato all'unanimità su proposta della Terza Commissione, impegna la Giunta a dare “risposte immediate” al fenomeno del Disturbo del comportamento alimentare, “sempre più in aumento”. In particolare si chiede di verificare il livello di assistenza nel territorio di Perugia.

16 OTT - “Dare risposte immediate al fenomeno del Disturbo del comportamento alimentare che risulta sempre più in aumento” e “verificare il livello di assistenza nel territorio regionale, e in particolare nel territorio del Comune di Perugia, dei servizi residenziali, semi-residenziali e ambulatoriali che operano nella diagnosi, cura e assistenza dei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare (Dca)”. E’ quanto chiede l'Assemblea legislativa dell'Umbria in una mozione alla Giunta proposta dai componenti della Terza Commissione e approvata all’unanimità dall’assemblea.

“La proposta di risoluzione –spiega in una nota del Consiglio il presidente della Terza Commissione Attilio Solinas - riguarda una grave patologia con implicazioni di ordine psichiatrico, rilevante in termini di epidemiologia e impatto clinico, con pazienti spesso di età molto giovane e in prevalenza di sesso femminile, che costituiscono anche eventi molto problematici per le famiglie che ne sono colpite. L’incidenza di queste patologie è in aumento: solo nel territorio del Comune di Perugia nel 2014 sono stati assistiti più di 160 casi. La Regione Umbria dal 1998 ha messo in atto delle linee guida regionali sui Dca, poi riaggiornate nel 2013, anche sulla base delle indicazioni del Ministero. Linee guida che riguardano diagnosi e terapia. Esiste poi in Umbria una rete diffusa di servizi a gestione diretta da parte delle Asl: ambulatori, centri semiresidenziali e residenziali e posti letti cosiddetti salva vita per le situazioni estreme. Questi centri assistono anche in termini di riabilitazione e richiedono interventi terapeutici di tipo multidisciplinare: nutrizionisti, psichiatri, psicologi e anche assistenti sociali. Oltre ai centri di assistenza diretta gestiti dal servizio sanitario regionale operano in Umbria quattro associazioni di volontariato gestite dai familiari e dai pazienti stessi che supportano i servizi delle Asl, regolate da specifiche convenzioni con la Regione. Svolgono un intenso lavoro di prevenzione in tutti gli ambiti con coinvolgimento anche di medici di medicina generale e pediatri per intercettare precocemente queste patologie”.

Solinas ha poi spiegato che “con il direttore regionale della sanità, Emilio Duca, abbiamo preso atto in Commissione della consistenza della rete assistenziale. Solleviamo però la questione relativa a queste associazioni di volontariato, in particolare a quella di Perugia, che si trova a operare in una situazione di parziale carenza di strumenti. Attraverso la proposta di risoluzione, vogliamo sollecitare la Giunta regionale a verificare il livello di assistenza su tutto il territorio regionale e a mettere in atto iniziative e interventi finalizzati a innalzare i livelli di assistenza e a sostenere anche economicamente quelle strutture di volontariato, in particolare quella che insiste nel territorio di Perugia che si fa carico dell’assistenza di centinaia di pazienti, coinvolgendo anche in convenzione medici e operatori della Asl1”.

“Parere favorevole dell'Esecutivo sulla proposta di risoluzione” è stato espresso dall’assessore alla Sanità Luca Barberini che, secondo quanto riportato dalla nota del Consiglio, è ringraziato la Terza Commissione “per il lavoro svolto e per i contenuti della risoluzione che chiedono alla Giunta regionale un ulteriore impegno sul problema dei disturbi del comportamento alimentare. Questa patologia – ha proseguito Barberini - è purtroppo in grande e costante aumento, sia in Italia che in Umbria: secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità riguarda oltre il 3,3 per cento della popolazione generale, e la fascia di popolazione coinvolta è sempre più larga, con disturbi sempre più variegati e severi”.

Barberini ha detto che “la Regione Umbria è stata una delle prime a intervenire sui Dca fin da 1998, con linee guida specifiche ed appropriate, poi riviste nel 2013, sulla base di indicazioni ministeriali. In questi anni è stata attivata una rete efficace e valida con servizi ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali, e con posti letto per il trattamento di emergenze salvavita. Questi ultimi sono 6, due ciascuno negli ospedali di Perugia, Città di Castello e Umbertide. I servizi ambulatoriali sono presenti a Umbertide, Todi, Città della Pieve, Perugia e Terni. I centri semiresidenziali garantiscono 42 posti ripartiti tra Todi, Città della Pieve, Terni e Spello, mentre quelli residenziali forniscono 48 posti a Todi, Città della Pieve e Terni. Finora abbiamo fatto un buon lavoro, ma certo occorre fare di più, e su questo ci impegniamo. Voglio ricordare – ha concluso l’assessore - che una particolare attenzione ai Dca l'abbiamo posta nella redazione del Piano di prevenzione regionale approvato dall'Esecutivo il 1 luglio scorso, con progetti rivolti alla genitorialità, alla scuola e al mondo dello sport”.

16 ottobre 2015
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