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Debiti in sanità. La Valle d’Aosta contro il Corriere della Sera: "Dati e commenti privi di fondamento"

Dopo la Regione Friuli anche la Valle d’Aosta replica all’articolo di Sergio Rizzo sui debiti record della sanità nelle Regioni autonome. "I dati di bilancio evidenziano come non soltanto l’Azienda non abbia registrato alcuna perdita di gestione, ma come addirittura abbia chiuso i conti con un consistente avanzo di amministrazione, definito nell’importo di euro 5,6 milioni di euro".

23 LUG - L’art. comparso sul Corriere della Sera in data 20/7 luglio 2015, a firma di Sergio Rizzo, evidenzia dati e soprattutto commenti che appaiono sorprendenti nei contenuti nonché destituiti di ogni fondamento nel merito.
 
I dati di bilancio riferiti all’esercizio 2013 e relativi all’Azienda Usl Valle d’Aosta (azienda unica sul territorio regionale) evidenziano come non soltanto l’Azienda non abbia registrato alcuna perdita di gestione, ma come addirittura abbia chiuso i conti con un consistente avanzo di amministrazione, definito nell’importo di euro 5,6 milioni di euro.
 
La struttura dei bilanci aziendali, inoltre, è del tutto  rispettosa della normativa nazionale di settore e certificata dai pareri del Collegio Sindacale e della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti, in ciò adempiendo pienamente al dettato normativo del decreto legislativo 118/2011 che definisce la struttura dei bilanci aziendali ed i relativi oneri informativi nei confronti dell’amministrazione centrale. Le risultanze del bilancio di esercizio in materia sanitaria sono verificabili da qualsiasi cittadino e direttamente reperibili all’interno del sito aziendale da chiunque abbia interesse a verificarle.
Soprattutto sorprende l’evidente confusione, operata all’interno dell’articolo, tra debito e risultato di esercizio. Confusione che appare evidente nel momento in cui si utilizzano espressioni quali “buchi di gestione”, “disavanzi” o addirittura si intende fare riferimento a debiti che si porrebbero a carico dei cittadini valdostani.
 
Quello che il redattore dell’articolo definisce “buco di bilancio” non è altro, in realtà, che la somma del valore del debito iscritto a stato patrimoniale dell’Azienda al 31/12/2013. Il valore del debito iscritto a bilancio di qualsiasi azienda (pubblica o privata che sia) non è un “buco”, ma una posta di bilancio da esaminare e capire come qualsiasi altra posta contabile  e soprattutto da mettere a confronto con le attività aziendali di segno opposto, ovvero crediti e liquidità finanziaria (denaro giacente sui conti).
 
L’Azienda Usl, come qualsiasi altra azienda pubblica o privata, ha ovviamente dei debiti ancora da pagare alla data di chiusura del bilancio (verso fornitori di beni e servizi, verso personale, verso i medici di medicina generale, verso  enti di previdenza, di natura tributaria, ecc) ma ha anche dei crediti ed un fondo cassa di tesoreria. Quindi la solidità dell’Azienda si dimostra sulla base di una lettura globale del bilancio, e le analisi effettuate dalla stessa Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti hanno certificato in maniera indiscutibile come i conti della sanità valdostana siano del tutto in ordine nonché evidenziato, attraverso alcuni indicatori di bilancio, la piena solidità ed affidabilità della sanità valdostana. Non a caso crediti e fondo cassa dell’Azienda sono ampiamente superiori rispetto al debito sul quale si accentra l’attenzione dell’articolo, in ciò dimostrando quanto l’analisi sia non solamente parziale, quanto piuttosto sostanzialmente non fondata su minimi criteri di serietà dal punto di vista economico.
 
La logica dell’articolo, di suddividere una posta di bilancio del tutto normale per il numero di residenti nella regione, in ciò derivandone un debito potenziale pro-capite, è non soltanto da respingere ma soprattutto non è seria. Altrimenti, seguendo la stessa logica dell’articolo, si dovrebbe effettuare la stessa operazione sui crediti della sanità valdostana, in ciò derivandone una conclusione diametralmente opposta rispetto alle conclusioni sensazionalistiche perseguite da chi scrive.
 
 
 
Ufficio stampa Regione autonoma Valle d’Aosta
 

23 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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