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Valle d’Aosta. Senior Italia FederAnziani chiede la riapertura degli ambulatori specialistici

La richiesta lanciata dal Board dell’associazione che ha messo a confronto società scientifiche e organizzazioni sindacali di medici con la Regione Val D’Aosta in una tavola rotonda virtuale con la dott.ssa Francesca Faelli Dirigente della Val D’Aosta, referente dell’Assessore regionale alla Salute.

18 GIU - E’ ora che in Val D’Aosta l’attività specialistica sul territorio riparta e riprenda la normale attività di presa in carico di pazienti cronici e quella diagnostica, anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio. Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19 nella Regione Val D’Aosta” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità alla dott.ssa Francesca Faelli Dirigente della Val D’Aosta, referente dell’Assessore regionale alla Salute.
 
“Il Covid ha generato una situazione drammatica, ma da questa tragedia si creano delle opportunità di cambiamento che vanno colte. Ad esempio utilizzando al meglio quelle risorse che già abbiamo nel SSN. In Val D’Aosta le ore medie degli specialisti territoriali sono 21. Vanno aumentate e portate a 38, non abbiamo bisogno di cercare risorse altrove. In più nel Cura Italia c’è l’articolo che prevede il finanziamento vincolato proprio per aumentare le ore degli specialisti ambulatoriali. Ma non basta questo. Bisogna organizzare la sanità in maniera differente come unico sistema, mettendo in rete MMG, specialisti e ospedali” dichiara il Segretario Generale di Sumai Assoprof Antonio Magi.
 
“Sono profondamente indignato perché i cittadini sono riusciti a ottenere in ambito cardiologico ad esempio che il medico di famiglia potesse prescrivere alcuni farmaci e non riusciamo a dare in gestione i farmaci per il diabete ai medici di medicina generale, in una Regione come la Val D’Aosta. Pensate quanto disagio sociale. Dobbiamo uscire da una logica ospedalocentrica e avvicinarci al territorio. Solo così possiamo dare una mano ai pazienti e farli costare meno”, dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina riassumendo i risultati dell’incontro.
 
Anche in Val D’Aosta come nelle altre regioni in questo periodo di lockdown si è accumulato un importante ritardo nelle visite di controllo delle persone affette da patologie croniche, negli screening e nelle nuove diagnosi, un ritardo che ora va colmato facendo subito ripartire la macchina della sanità.
 
La Val D’Aosta tuttavia in termini telematici è privilegiata, rendendo più facile e realistico oggi il ricorso a strumenti di e-health in questa fase. Occorre vedere se si può attuare in modo semplice la telecardiologia che potrebbe essere di esempio per molte regioni.
 
I ritardi nelle diagnosi fanno sì che le patologie saranno intercettate a uno stadio più avanzato con rischi di salute per i cittadini e ulteriori costi per il servizio sanitario nazionale. Rispetto all’anno precedente in oncologia ci sono a livello nazionale circa 90mila diagnosi non scovate. Far slittare ancora la presa in carico dei pazienti cronici significa mettere a rischio la loro vita e tardare ancora nelle diagnosi equivale a compromettere le possibilità di successo delle terapie.
Tra le altre criticità riscontrate in Val D’Aosta in questo periodo anche un calo importante dell’aderenza alla terapia, con molti pazienti che hanno autosospeso i farmaci ad esempio in ambito cardiologico, un aumento degli infarti per via del timore dei pazienti a recarsi in Pronto Soccorso anche in caso di sintomi preoccupanti; il blocco di interventi delicati come quelli per le patologie valvolari cardiache.
 
“Il nostro fiore all’occhiello in questo periodo è stato riuscire a mantenere attiva parte della riabilitazione anche durante il lockdown che aveva disposto la chiusura di strutture territoriali riabilitative per ridestinazione d’uso (reparti Covid). I nostri riabilitatori, infatti, sono riusciti a prendere in carico anche nuovi utenti, ad esempio, gli operati per frattura di femore e rinviati a casa. Siamo riusciti anche a farci carico della maggior parte delle situazioni di fragilità, prima in smartworking e, successivamente, recandoci al domicilio dei pazienti affetti da patologie neurodegenerative come le Sla e la sclerosi multipla, grazie ad un lavoro di sinergia fra gli specialisti fisiatri ed i riabilitatori. Per ciò che concerne il potenziamento dell’attività cardiologica sul territorio, mi risulta sia argomento già portato all’attenzione della Regione. È, comunque, volere della Regione con delibera di Giunta appena emessa potenziare la rete ospedale-territorio. Sono stati stanziati, infatti, appositi finanziamenti per diversi progetti, fra cui, ad esempio, riprendere l’attuazione del piano regionale della cronicità rimasto in stand by. Quanto al governo delle liste d’attesa è prevista la riorganizzazione dell’attività ambulatoriale, in termini di risorse, per ridurre le liste ed evitare l’intasamento dei reparti ospedalieri e del Pronto Soccorso. Prevediamo anche un potenziamento dell’organico medico da destinare alle specialità “in sofferenza”. È propria di questa delibera un’attrattività nei confronti degli specialisti che potrebbero venire assunti in questo periodo di Fase 2 senza dover sostenere la prova di francese che rappresenta un ostacolo per molti. Fra le varie iniziative è, inoltre, prevista la possibilità di attivare il fascicolo sanitario elettronico anche recandosi in farmacia senza dover necessariamente ricorrere al medico di medicina generale” ha dichiarato Francesca Faelli, delegata dell’Assessore alla Salute della Regione Val D’Aosta.

18 giugno 2020
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