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Liste di galleggiamento. Per la Cgil “allungano i tempi delle priorità assegnate”

Le liste di galleggiamento dovrebbero servire a garantire il rispetto dei tempi di priorità anzi, nelle intenzioni della Regione, a ridurle rispetto a quanto previsto a livello nazionale. Ma per il segretario Cgil Veneto Gino Ferraresso, capita spesso che “l’Ulss contatta l’utente a ridosso dello scadere del tempo di attesa in base alla categoria prescritta, allungando i tempi di attesa anche di 30 giorni rispetto a quelli inizialmente previsti”.

di Endrius Salvalaggio
16 GIU - La Cgil esprime perplessità sulle liste di galleggiamento in Veneto per le visite ambulatoriali, utilizzabili per le prestazioni di priorità breve, differibile e programmata ed impiegate dall’entrata in vigore della DGR 1164 del 2019, che ha come scopo principale quello di accorciare i tempi di attesa regionali rispetto ai tempi massimi nazionali. 

In base alla delibera, un utente che chiama il CUP per una prestazione "breve" non disponibile, dovrebbe ricevere entro 48 ore la telefonata del centro di prenotazioni che comunica di avere trovato un posto disponibile per quella prestazione. La stessa delibera dice anche che la Ulss,nel momento in cui inserisce un utente nella lista di galleggiamento, deve essere tracciato, preso in carico e notiziare per iscritto all’utente. Tutto questo a garanzia del rispetto dei termini prescritti nelle priorità. Ma tutto questo, secondo il segretario Cgil Veneto con delega al Welfare, Gino Ferraresso, non accade. “Se la DGR 1164 è stata scritta con lo scopo di accorciare i tempi di attesa rispetto ai tempi massimi nazionali, aiutati anche dalle liste di galleggiamento, nella realtà non si tiene molto spesso conto del periodo di attesa”. 

Ecco cosa succede, secondo il sindacalista. “Accade anzituto che i CUP non inviano una comunicazione scritta all’utente che è finito nella lista di galleggiamento. Non sappiamo, e nessuno ce l’ha mai detto, se esistano veramente dei registri che traccino gli utenti messi in queste liste, ma ciò che sappiamo con certezza è che le Ulss contatta l’utente ad esempio a ridosso dello scadere del tempo di attesa in base alla categoria prescritta e che da quel momento si dovranno contare ulteriori 15-20, a volte anche 30 giorni di ulteriore attesa. In questo modo, si va ben oltre anche i tempi massimi previsti per la prestazione nella classe di appartenenza iniziale, non solo rispetto ai tempi veneti ma anche a quelli nazionali. Il rischio è sempre il solito: in questo modo chi può permetterselo va nel privato o nel convenzionato, mentre chi non potrà dovrà solo che aspettare”. 

Per segretario Ferraresso queste rendicontazioni delle liste di attesa non rispettano i numeri reali delle prestazioni erogate, per cui dire “abbiamo recuperato 1000” non vuol dire avere recuperato realmente “1000” prestazioni. 

“Mancano medici, mancano infermieri e manca una normativa che renda in forma trasparente la pubblicazione giornaliera e per ogni azienda sanitaria le prestazioni da erogare totali meno le prestazioni erogate” conclude il segretario Ferraresso.

Endrius Salvalaggio

16 giugno 2022
© Riproduzione riservata

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