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Il Veneto contro i tagli. Zaia: “Roba da film dell’orrore. Su queste basi restiamo sulle barricate”

Il presidente ribadisce la sua contrarietà alla manovra sulla sanità. “Niente costi standard, niente distinzioni tra virtuosi e spreconi, niente che vada a mettere ordine dove si buttano i soldi”. E poi evidenzia: “Siamo di fronte a tagli lineari che caricano sui cittadini la differenza del costo dei farmaci, sui lavoratori il rischio occupazionale che deriverà dal taglio dei contratti".


16 APR - “Non è cambiato niente. Niente costi standard, niente distinzioni tra virtuosi e spreconi, niente che vada a mettere ordine dove si buttano i soldi. Il nostro no era, ed è rimasto, granitico. Rispetto a qualsiasi accordo su queste basi il Veneto resta sulle barricate e farà tutto quanto legittimamente possibile per evitare questo scempio”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha bocciato senza appello le ipotesi di accordo tra Stato e Regioni in materia di tagli alla sanità.
 
“Siamo di fronte ad uno scempio del presente e del futuro della nostra sanità – incalza Zaia – perché due miliardi e mezzo di tagli l’anno fino a tutto il 2017 riducono il rapporto tra Pil e spesa per la salute a un livello indegno del resto dell’Europa alla quale tanto ci si vuole parametrare in ogni occasione; perché nel Def la previsione al 2020, che non è lontano, dedica alla sanità il  6,6% del Pil quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che sotto il 6,5% comincia a diminuire l’aspettativa di vita della gente; perché siamo di fronte a tagli lineari che caricano sui cittadini la differenza del costo dei farmaci, sui lavoratori il rischio occupazionale che deriverà dal taglio dei contratti di fornitura, sui medici prescrittori il costo dell’appropriatezza. Si arriva al colmo di prevedere un taglio del 4% anche al volontariato, come Avis e Fidas. E comunque il Veneto, con i conti in attivo da cinque anni, rischia di perdere altri 200 milioni già per quest’anno. Roba da film dell’orrore”.
 
Zaia cita poi alcuni esempi di tagli previsti “che per il Veneto non stanno né in cielo né in terra”.
 
“Si vuol intervenire sui ricoveri – dice – e qui abbiamo il minor tasso di ospedalizzazione d’Italia; si vogliono eliminare le strutture con meno di 40 letti e in Veneto non ce ne sono; si vogliono diminuire le centrali del 118 e le nostre rispettano in pieno i parametri ottimali; si vogliono tagliare i contratti di fornitura e in Veneto siamo già al minimo vitale; si vuol tagliare la spesa farmaceutica, che in Veneto sta calando vistosamente e da tempo proprio grazie al grande lavoro fatto e tuttora in corso sull’appropriatezza delle prescrizioni. Potrei continuare – conclude il Presidente, ma mi fermo qui. Chiedo solo: in queste condizioni dove pensano che il Veneto possa trovare 200 milioni entro pochi mesi? Forse rapinando il caveau di una grande banca? La verità è che bisogna fare tabula rasa del Patto della Salute del luglio 2014 e ripartire da zero, perché un Patto serio non c’è più, e in effetti l’unica nota positiva di oggi è che la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ed il suo Presidente, su proposta del Veneto, hanno accettato di ridiscutere interamente questo documento”.

16 aprile 2015
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