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Elezioni Veneto. Tosi (Lista autonoma) risponde ai sette quesiti dell'Anpo: “La chiusura delle strutture complesse sia graduale”

Per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, candidato alla presidenza del Veneto con una lista autonoma, "le soluzioni graduali aiutano a cogliere e rendere coerenti le opportunità del cambiamento rispetto alle legittime aspettative dei professionisti”. Sì alla proroga al 2017 della trasformazione delle “strutture complesse” in “strutture semplici”. Leggi le risposte della candidata Pd Alessandra Moretti.


28 MAG - Il candidato alla presidenza del Veneto Flavio Tosi (Lista autonoma) risponde ai quesiti posti dall’Associazione nazionale dei primari ospedalieri in un documento contenente una serie di punti di partenza per migliorare la sanità veneta.
 
Ecco le risposte:

Primo quesito: La Regione del Veneto ha voluto sopprimere un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle ULSS, in anticipo ed in eccesso rispetto alle indicazioni nazionali contenute nel documento degli Standard ospedalieri. Il Consiglio di Stato, censurando lo stesso documento degli Standard, ha giustamente rilevato l'incongruenza delle date fissate per la loro realizzazione. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di prorogare la scadenza prevista dalle DGR 2122 e 2271/2013 dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2017. Ciò darebbe il tempo di trovare opportune soluzioni alle tante situazioni critiche generate in regione dalle DGR di riorganizzazione sanitaria.
La risposta di Tosi. Lo spostamento dal 2015 al 2017 è pienamente fattibile sia sotto il profilo economico, in considerazione delle regole di salvaguardia già previste per non penalizzare stipendialmente i medici ricollocati, e sia sotto il profilo organizzativo, in quanto favorisce lo sviluppo di processi condivisi di transizione e assestamento alle programmate riconversioni delle strutture ospedaliere e territoriali. Le soluzioni dirompenti disorientano e non valorizzano i potenziali atteggiamenti collaborativi, per contro le soluzioni graduali aiutano a cogliere e rendere coerenti le opportunità del cambiamento rispetto alle legittime aspettative dei professionisti.

Secondo quesito: La Regione del Veneto, sopprimendo un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle ULSS, ha promesso un provvedimento legislativo che consentisse di ricollocare altrove i medici già vincitori di concorso come primari-direttori di struttura complessa in questi reparti. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di fare in modo che si completi rapidamente l'iter di approvazione del provvedimento.
La risposta di Tosi. Non c’è ancora neanche una bozza di documento in tal senso su cui fare una valutazione.
Occorre, in via preliminare, capire l’entità del problema. Dopodiché la soluzione non può che individuarsi tenendo conto delle equipollenze delle specialità ed eventualmente delle disponibilità di posti in area vasta, anche alla luce di accorpamenti di Aziende.
È sicuramente follia che, pur condividendo la necessità di razionalizzare il nostro Sistema, le procedure con cui viene messa in atto disperdano professionalità ed esperienza.

Terzo quesito: La Regione del Veneto, sopprimendo un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle ULSS, ha cercato di ridurne le conseguenze negative creando un grande numero di "strutture semplici dipartimentali". Le caratteristiche organizzative di queste "strutture semplici" sono del tutto identiche alle corrispondenti "strutture complesse", ma il responsabile non viene individuato con il concorso fissato dalle norme di legge, bensì con nomina diretta del Direttore generale. In questo modo viene distorta la naturale gerarchia dei reparti medici e chirurgici e si compromette seriamente la qualità delle prestazioni al cittadino. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di correggere questa anomalia, ripristinando la normale collocazione delle strutture complesse negli Ospedali e nei Distretti delle ULSS.
La risposta di Tosi. Le UOSD rappresentano un modello organizzativo utile a valorizzare e qualificare l’organizzazione dipartimentale. In un’ottica di razionalizzazione della Sanità che vede nel lavoro di equipe e nella trasversalità dei processi assistenziali il nuovo approccio organizzativo, le UOSD rappresentano il modello organizzativo che risponde in modo adeguato a questa scelta strategica. Questo consente di valorizzare le sorgenti menagerialità in quanto i professionisti dispongono di risorse autonome.
Peraltro, per le stesse UOSD, l’individuazione del responsabile avviene con procedure di selezione analoghe a quelle delle UOC ancorché interne (per titoli e/o per titoli ed esami).

Quarto quesito: La Regione del Veneto, al fine di poter sopprimere un considerevole numero di strutture complesse sanitarie negli Ospedali e nei Distretti delle ULSS, ha superato i limiti della delega fissata dalla LR 23/2012 (Piano socio-sanitario regionale), ipotizzando "reti cliniche" non previste dal PSSR stesso e prive di un indispensabile supporto di conoscenze tecnico- scientifiche, con grave rischio per la qualità ed i costi delle prestazioni sanitarie. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di correggere questa anomalia, sospendendo la realizzazione delle "reti cliniche" ed avviando un percorso di collaborazione con le Associazioni degli specialisti per studiarne la reale fattibilità e le modalità per la corretta organizzazione.
La risposta di Tosi. Le reti cliniche (per esempio nei settori della riabilitazione e dell’oncologia) costituiscono sicuramente un modello di razionalizzazione della risposta assistenziale che permette omogeneità e completezza della risposta evitando inutili e costosi doppioni.
Ancora una volta l’atteggiamento dirigista della Regione ha travisato quello che è il reale concetto di RETE Clinica, a favore di personalismi e non di scelte giustificabili da un razionale tecnico scientifico.
Sono invece auspicabili processi di monitoraggio e di verifica, con il coinvolgimento di tutti gli specialisti, finalizzati a migliorare i meccanismi organizzativi per l’efficienza e l’appropriatezza del modello reti cliniche.

Quinto quesito: Le Aziende sanitarie del Veneto hanno in generale affrontato la difficile applicazione delle soppressioni di reparti con prudenza e buon senso. In alcuni casi isolati, le riorganizzazioni sono diventate pretesto per personalismi e rappresaglie. ANPO- Anpo-Ascoti-Fials Medici chiedono ai candidati alla Presidenza della Regione di correggere questa anomalia, individuando i Direttori generali che agiscono in violazione dei regolamenti regionali, senza rispetto dei professionisti ed addirittura con aggressioni antisindacali, agendo concretamente nei loro confronti.
La risposta di Tosi. Nella Pubblica Amministrazione ogni scelta deve essere supportata da adeguata motivazione, diversamente si cade nel vizio di abuso di potere. Ciò premesso, occorre scendere nello specifico di ogni situazione, ma sempre applicando il predetto criterio della ragione/motivazione. I Direttori Generali, in quanto responsabili delle azioni portate avanti dall’azienda che gestiscono, devono poter lavorare con autonomia e non essere vessati/ricattati da un eccessivo centralismo. Solo così sarà possibile che le riorganizzazioni siano basate su una logica tecnico/scientifica.

Sesto quesito: La Regione del Veneto ha voluto abolire le polizze di assicurazione delle Aziende sanitarie, in anticipo ed in eccesso rispetto alle indicazioni nazionali in materia. Le ULSS stanno applicando in modo eterogeneo il modello regionale, lasciando i medici senza la sicurezza sulla copertura dei rischi da parte del loro datore di lavoro e nell'incertezza circa il comportamento della Corte dei Conti sulla rivalsa nei loro confronti per il danno erariale. I medici sono quindi oggi costretti a munirsi di costose polizze individuali. L'effetto finale è già evidente: a fronte di risparmi incerti e temporanei della Regione, abbiamo ottenuto la sottrazione certa e permanente di parti consistenti dello stipendio dei medici, già abbattuto da anni grazie al blocco dei contratti. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di correggere questa anomalia, governando il comportamento delle ULSS devianti, allineando la Regione al comportamento nazionale e soprattutto al modello degli Stati più virtuosi, promuovendo le riforme legislative su questo campo e indirizzando gli sforzi alla repressione dei contenziosi opportunistici e temerari contro i medici.
La risposta di Tosi. Questa situazione generale non pare legata ad omissioni o negligenze delle aziende sanitarie , ma legata ad una situazione di crisi (economica) generalizzata nel Paese che ha portato induzione di interessi economici legati ai rimborsi per la sanità. E’ possibile ampliare iniziative intraprese in talune aziende che hanno attivato tavoli specifici di lavoro e confronto per discutere gli eventi avversi dei casi clinici diminuendo il contenzioso e dando sicurezza ai clinici. Mi sono personalmente informato di cosa accade nell’azienda del mio territorio e sono stato rassicurato sul fatto che nessun medico è abbandonato a se stesso,(obbligo di assistenza da parte dell’azienda) e continuano ad essere fatti incontri mirati all’argomento e proprio sollecitati dalle varie sigle sindacali. Per contro la stessa Azienda ha conseguito l’accreditamento d’eccellenza (Accreditation Canada) che è basato sulla individuazione dei percorsi tenendo conto dei punti di maggior rischio. Questo di per sé non elimina il rischio clinico, ma concorre a controllarne la probabilità di accadimento. Tale strumento consente anche tutela per il professionista e l’Azienda. (il tutto si concretizza anche in minor costo dei premi assicurativi che l’azienda paga pari anche al 50%). Se la preoccupazione è legata ai casi sotto franchigia,stabilita dalla regione sotto i 500.000 Euro, l’Azienda è comunque chiamata a rispondere.

Settimo quesito: La Regione del Veneto, sopprimendo l'Agenzia regionale Socio-Sanitaria, ha avviato un percorso di smantellamento del sistema regionale di controllo di qualità delle prestazioni, prescindendo dalle indicazioni nazionali in materia (Intesa Stato-Regioni del dicembre 2012), alterando la parificazione tra struttura pubbliche e private, cancellando le garanzie di terzietà delle verifiche, degradando progressivamente il patrimonio di conoscenze ed esperienza degli operatori qualificati come auditor. Anpo-Ascoti-Fials Medici chiede ai candidati alla Presidenza della Regione di correggere questa anomalia, sospendendo l'autonomo processo regionale di verifiche per inserirlo nello schema nazionale omogeneo secondo la Direttiva 2011/24/UE.
La risposta di Tosi. È oltremodo stravagante che oggi si torni a parlare di costituire un ente (Azienda zero) che avrebbe il compito di gestire a livello accentrato i processi di controllo e di omogeneizzazione del sistema, quando si sono appena concluse le operazioni di liquidazione dell’ARSS.
Mi chiedo quale sia a questo punto la necessità di tornare indietro di quasi dieci anni (anno di nascita dell’ARSS) quando si sono già sperimentate e ormai consolidate soluzioni operative più flessibili e di pari efficacia (CRAS, acquisti di area vasta, nuclei di accreditamento, gestione procedure concorsuali, ...).
La costituzione dell’azienda 0 costituirebbe un ulteriore accentramento di potere in un’unica persona (il DG dell’azienda 0) con perdita di molte professionalità presenti nel Sistema.

 

28 maggio 2015
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