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Veneto. Tosi boccia l'Azienda Zero. “Operazione di centralizzazione che ricorda epoca precedente a riforma sanitaria”

E' l'osservazione formulata dal sindaco di Verona al Presidente della Quinta Commissione regionale, Fabrizio Boron, esprimendo il parere relativo al progetto. “Si otterrà come unico risultato la modesta diminuzione di spesa relativa agli stipendi di 14 direttori generali, sanitari ed amministrativi, ma lascerà un vuoto di gestione operativa nella difficile fase di fusione territoriale su base provinciale". 


30 SET - 'Nella proposta di riorganizzazione regionale, manca ogni accenno alle razionalizzazioni veramente urgenti e, considerato in particolare il fatto che il numero di abitanti dell'Azienda Ulss 20, pari a 473.274, supera già di molto quello previsto nel Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2016, per l'ambito ottimale delle Azienda Ulss, compreso tra i 200.000 e i 300.000 abitanti, si esprime parere negativo sul progetto di legge n. 23/2015''. Lo ha ha scritto il Sindaco di Verona Flavio Tosi al Presidente della Quinta Commissione del Consiglio Regionale del Veneto, Fabrizio Boron, esprimendo il parere relativo alla cosiddetta Azienda Zero.

''L'attivazione dell'Azienda Zero - aggiunge - non risponde alla necessità di migliorare il coordinamento e concentrare alcuni servizi di supporto (gare d'appalto ed acquisti in genere) ma, come dice, in modo del tutto trasparente, la stessa proposta, è finalizzata a '’unificare e centralizzare in capo ad un solo soggetto le funzioni di programmazione, di attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del SSR, riconducendo ad esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale’".

Per l’ex candidato alla Presidenza il sistema sanitario e assistenziale di una regione che conta più di 4,8 milioni di abitanti “si presenta come un insieme di enorme complessità e può essere governato con efficacia solo a 2 condizioni: se viene gestito centralmente con un'accorta politica di decentramento decisionale, ma garantendo agli organi territoriali l'autonomia necessaria - ragiona Tosi - La radicale riduzione del numero delle Aziende Socio Sanitarie conseguirà come unico risultato certo la modesta diminuzione di spesa relativa agli stipendi di 14 direttori generali, sanitari ed amministrativi, ma lascerà un vuoto di gestione operativa nella difficile fase di fusione territoriale su base provinciale".

"Meno arduo – suggerisce - sarebbe un percorso di concentrazione più ridotto, che tenga conto di ambiti ottimali atti a garantire una più puntuale gestione dei servizi sottoposti all'attenzione delle Conferenza dei Sindaci. Con la proposta dell'Azienda Zero, in realtà, viene programmata non un'operazione di coordinamento, ma una pesante centralizzazione della direzione della sanità, che ricorda molto l'epoca precedente la riforma sanitaria, con il Ministero al centro del sistema e le Province in periferia, svuotando di significato il ruolo dei Comuni, rappresentati dalle Conferenze dei Sindaci, in ambito sociale e socio sanitario".

Nella proposta di riorganizzazione il settore sociale “dovrebbe invece finire accorpato alla direzione sanitaria, eliminando un fondamentale punto di riferimento per la rete degli attori delle politiche sociali a livello territoriale: fatto tanto più paradossale se si pensa che solo un anno fa la regione aveva affidato la medicina territoriale al direttore dei servizi sociali - conclude il sindaco di Verona - ora, senza alcuna spiegazione, viene completamente invertita la tendenza affidando la gestione dei servizi relativi ai problemi sociali ai direttori sanitari. Pertanto si esprime parere negativo sul progetto di legge n. 23/2015, auspicando che ne siano riconsiderati i contenuti, unitamente alla revisione dei tempi indicati per la relativa attuazione''.
 

30 settembre 2015
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