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Stabilità e Regioni. Zaia (Veneto): "Inaccettabile atteggiamento delle autonomie speciali. A rischio riparto Fondo sanitario 2016"

Ancora nessun accordo in Conferenza. E per il Governatore del Veneto la posizione delle Regioni a Statuto Speciale che hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale sulla Legge di stabilità “determina il rinvio dell'approvazione dell'intesa con il Governo sui tagli alla finanza pubblica previsti dall'ultima Legge di Stabilità, mettendo così a rischio anche il riparto del Fondo Sanitario”


03 MAR - Ancora non si arriva ad un accordo sui tagli alla legge di Stabilità 2016. E la posizione delle Regioni a statuto speciale che hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale sulla Legge di stabilità non va giù al presidente del Veneto Luca Zaia.

“Il Veneto non può assolutamente condividere - afferma- la posizione delle Regioni a Statuto Speciale che determina il rinvio dell’approvazione dell’intesa e accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sui tagli alla finanza pubblica previsti dalla Legge di stabilità 2016 e mette a rischio così anche il riparto del Fondo Sanitario. E’ un atteggiamento egoistico e ingiustificato, soprattutto da parte di chi può contare su entrate speciali che le Regioni a statuto ordinario nemmeno si sognano”.

Zaia ha scritto al presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni Stefano Bonaccini sottolineando che “la posizione annunciata dalle Regioni a statuto speciale mina ogni valutazione fatta nelle scorse settimane sia in relazione alle quote di concorso al risanamento della finanza pubblica a carico di ciascuna Regione che alla proposta di riparto del Fondo Sanitario nazionale per il 2016”.

Il presidente veneto chiede che sia urgentemente convocata una seduta straordinaria della Conferenza “per riesaminare la questione e porre fine a questa situazione di squilibrio che rischia di non essere più compresa dai nostri territori”. “Infatti - aggiunge - le garanzie date in fase di accordo per il riparto del Fondo Sanitario nei tempi richiesti in questo modo vengono meno e soprattutto ripropongono il tema inaccettabile della sperequazione tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale”.
 
Lorenzo Proia

03 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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