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Veneto. Cittadinanzattiva a Zaia: “Ci saremmo aspettati supporto maggiore nella battaglia per abolizione superticket”

Prosegue la polemica a distanza tra la onlus e il governatore veneto. “Siamo comunque disponibili al dialogo e alla collaborazione con tutti gli amministratori e le istituzioni che vogliano mettere mano ai servizi di cui hanno responsabilità per renderli più razionali ed umani, a partire dai bisogni e dalle criticità che tutte le persone incontrano”.


18 MAG - “Apprendiamo con piacere che il Veneto non contesta più i dati della Corte dei Conti sui ticket sanitari che la nostra Associazione ha diffuso in tv e a mezzo stampa, ma vuole invece spiegare il perché la spesa media pro capite annua dei cittadini veneti per ticket sia la più alta d'italia”. Così, tramite una nota, Cittadinanzattiva contreplica al governatore Luca Zaia che, lo scorso 7 maggio, aveva attaccato la onlus.
 
"La Regione Veneto annoverata tra le regioni più virtuose nell'erogazione dei servizi, per la tecnologia e l'organizzazione certamente è d’accordo sulla necessità di abrogare il superticket che è una tassa sulla salute, avendo già presentato – ricorda Cittadinanzattiva - un ricorso alla Consulta per le stesse ragioni e che oggi fanno dire a noi cittadini di attivare una mobilitazione nazionale. Tranne che non abbia cambiato idea”. Stando alle ultime dichiarazioni, si fa notare, del Presidente della Regione la risposta non è affatto scontata, visto che ha affermato: "Non si capisce dunque per l'abolizione di quale ticket i cittadini veneti dovrebbero firmare, visto che la regione non ne applica".

La misura introdotta dalla legge finanziaria del 2011 ha imposto a tutti i cittadini di pagare un superticket di 10 euro per ogni ricetta rossa. Le Regioni poi hanno trovato strategie diverse per applicarlo. In Veneto l’applicazione è stata imposta su due scaglioni: 5 euro per ogni ricetta rossa applicata a chi ha un reddito fino a 29mila euro e 10 euro per ogni ricetta rossa applicata a chi ha un reddito superiore a 29mila euro, altre regioni hanno fatto scelte diverse con più o meno scaglioni. “Che questa – evidenzia la nota - misura voglia essere abolita anche in Veneto è confermata ad esempio anche dal sondaggio di un quotidiano locale, il Gazzettino, che vede favorevoli l’89.5% dei cittadini, ma anche dall’esperienza delle persone che si sentono dire che conviene fare la prestazione in privato perché costa meno”.

Cittadinanzattiva annuncia quindi che si sta mobilitando per” questo su tutto il territorio nazionale, per dare risposta alle segnalazioni di cittadini che ogni giorno la contattano perché curarsi diventa sempre più difficile, anche per effetto del superticket. Ci saremmo aspettati un supporto da parte della Regione nella battaglia per l'abolizione del super ticket, tassa sulla salute, e non che fosse vissuta come contesa o polemica”.
Sul Veneto, riferisce la onlus, “abbiamo rilevato che sul fronte prevenzione, pur essendo adempiente, c'è stata una flessione che merita un intervento urgente. Stando agli ultimi dati pubblici e più aggiornati del Ministero della salute (dati inviati al Ministero dalle stesse Regioni), sul Livello Essenziale di Assistenza Prevenzione, tra il 2012 e il 2013 il Veneto ha perso 10 punti, passando da un punteggio di 90 a 80, cioè il livello minimo da garantire”.

"Questo - prosegue la nota - le ha fatto perdere punti anche sul punteggio generale che ogni anno il Ministero della salute attribuisce alle Regioni (sulla base dei dati che le regioni stesse inviano) sulla loro capacità di garantire tutte le prestazioni e i servizi essenziali ai cittadini. Il Veneto è passato da 193 nel 2012 a 190 nel 2013, spostandosi dalla terza alla quinta posizione da un anno all'altro tra le 16 regioni monitorate. Altro esempio citato di ambiti da migliorare è il pieno rispetto della normativa nazionale sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per il quale di recente la Regione Veneto, insieme ad altre, è stata commissariata dal Governo".

“Abbiamo di recente premiato – ricorda la nota - buone pratiche messe in atto in Veneto e apprezzato la difesa che ha portato avanti per il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Su questo ultimo punto sarebbe interessante sapere quale è stato la posizione formale espressa dalla regione Veneto rispetto all' Intesa Stato Regioni di febbraio scorso che ha deciso di far pagare al Servizio Sanitario Nazionale un conto salatissimo: otto miliardi e mezzo prelevati dalla salute dei cittadini per mettere a posto i conti generali dello Stato. Siamo disponibili – conclude - al dialogo e alla collaborazione con tutti gli amministratori e le istituzioni che vogliano mettere mano ai servizi di cui hanno responsabilità per renderli più razionali ed umani, a partire dai bisogni e dalle criticità che tutte le persone incontrano”.

18 maggio 2016
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