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Ludopatie. Conferenza Stato Regioni rinvia intesa su riparto del fondo nazionale

Critica sul rinvio l’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin: “Il Governo si sta dimostrando troppo incerto e contradditorio nel rinunciare ai lauti introiti del monopolio di Stato; e troppo flebile con produttori e gestori sale gioco nel normare luoghi e accessi alle ‘macchinette’”.


04 AGO - Rinviato ieri in Conferenza Stato Regioni il “Parere sullo schema di decreto del Ministro della salute di riparto del fondo (per il gioco d’azzardo patologico) di cui all’articolo 1, comma 946, della legge 28 dicembre 2015, n. 208”.

Un rinvio che ha sollevato forti critiche da parte dell’assessore regionale al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin. Per Lanzarin, che rappresenta una delle 4 regioni che hanno sottoscritto a marzo il ‘Manifesto contro il gioco d’azzardo’ (insieme a Lombardia, Liguria e Basilicata), il Governo si sta dimostrando "troppo incerto" e "contradditorio" nel rinunciare "ai lauti introiti" del monopolio di Stato; e "troppo flebile" con produttori e gestori sale gioco nel normare luoghi e accessi alle ‘macchinette’.

“Il fatturato di giochi e scommesse in Italia – ricorda l’assessore - supera gli 88 miliardi di euro, la spesa media per i 17 milioni di giocatori si aggira sui 5 mila euro l’anno. Ma, come in tutte le statistiche, il valore medio nasconde le vere emergenze, cioè i giocatori compulsivi (almeno 2 milioni) che scommettono (e perdono) decine se non centinaia di migliaia di euro l’anno, mandando in rovina se stessi, famiglie e aziende. E’ un fenomeno da affrontare non solo con la prevenzione, ma anche con la presa in carico e la cura di queste persone e dei loro familiari. Per questo ho chiesto che il gioco patologico non sia considerato solo un ‘disturbo psichiatrico’ nella classifica dei Lea, ma un più ampio problema sociale, da affrontare non solo in chiave sanitaria, ma con interventi di recupero, riabilitazione e di sostegno alle famiglie”.

Intanto, evidenzia Lanzarin, “i Servizi per le dipendenze del Veneto segnalano il continuo aumento di casi di giocatori compulsivi, il cui trend di crescita è ormai superiore a quello di eroina e droghe tradizionali”.

In tutto ciò, “lo Stato ha inserito il gioco d’azzardo nei livelli essenziali di assistenza, riconoscendolo come una malattia da curare, e ha istituito nel 2016 un fondo nazionale di 50 milioni da ripartirsi tra le regioni. Ma non c’è ancora accordo su come intervenire e su come normare l’industria del gioco”, contesta l’assessore.

Per Lanzarin “l’obiettivo da raggiungere è quello di ridurre i punti gioco con particolare riferimento a quelli generalisti e di salvaguardare le buone pratiche messe in atto dalle amministrazioni locali per contenere il fenomeno del gioco patologico – conclude l’assessore – Il Governo dovrebbe avere l’onestà di farsi quattro conti e riconoscere che gli introiti fiscali garantiti da punti scommesse, slot e lotterie varie sono ben poca cosa di fronte alla spesa sociale e sanitaria causata dall’azzardo patologico. Per questo continueremo, insieme alla Regione Lombardia e a alle altre che condividono il nostro punto di vista, a dare battaglia perchè gli amministratori locali abbiano gli strumenti per scoraggiare questo tipo di attività, ma anche perché i singoli territori abbiano le risorse – nei loro piani di zona – per promuovere o dare continuità alle esperienze di accompagnamento e auto-aiuto e a nuovi progetti di presa in carico di chi sta dilapidando risorse, vita e affetti”.

04 agosto 2016
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