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L’esito del referendum affosserà il Ddl Gelli?

di Massimiliano Zaramella
06 DIC - Gentile Direttore,
pochi giorni fa sulle sue pagine avevo definito “il Ddl Gelli ostaggio dei risultati del referendum del 4 dicembre” e le nubi che ora si alzano all’orizzonte da più parti, mi inducono a pensare che la questione della responsabilità professionale in sanità sarà considerata secondaria a ben altri problemi più “pressanti ed urgenti”.
 
E il Ddl Gelli e tutto ciò che avrebbe potuto nascere di positivo da esso con un ulteriore lavoro di miglioramento, finirà in un cassetto, a fare compagnia a disegni di legge altrettanto pressanti da un punto di vista etico e civile, ma con meno appeal mediatico/elettorale (la riforma delle adozioni, il reato di omofobia, il reato di tortura solo per citarne alcuni a bruciapelo).
 
Cerco quindi di calarmi nel difficilissimo, gravoso ed illuminato compito di coloro che prenderanno le redini, consunte e scivolose di questo nostro paese, per intuire le loro priorità.
 
Purtroppo però non ci riesco, è un compito toppo arduo per il mio modo di sentire e di pensare, la distanza da loro è troppa, anche solo per provare ad immedesimarmi. Ma siccome “mi piace vincere facile”, provo ad immedesimarmi allora in uno dei tanti che domenica  ha inserito la propria scheda elettorale nell’urna, sentendo sopra le proprie spalle la responsabilità, il fardello per qualcuno, la missione per qualcun’altro, di partecipare ad una scelta vitale per il nostro paese.
 
Ecco in questo mi sento decisamente capace e a mio agio: mi immedesimo in uno qualsiasi di noi, mi và a pennello! Mi immedesimo e penso da padre guardando i miei figli quali siano le mie priorità e quindi le priorità che devono essere del mio paese.
 
Me ne vengono in mente tantissime alla rinfusa: una casa, ciò di cui nutrirci, la scuola, il lavoro, ed in ogni immagine mi vedo e vedo coloro che mi circondano stare bene, allora penso: non è che tutte le nostre necessità ed i nostri desideri partono comunque dal presupposto di essere innanzi tutto persone in buona salute?
 
Qualcuno penserà che questa sia una banalità, ma vede Direttore, non vorrei che si confondesse la banalità con il sentire comune, né vorrei che una cosa scontata perdesse di valore perché condivisa. Per cui con presunzione mi faccio portavoce di coloro che, tra le priorità del proprio paese, vogliono vi sia il diritto a ricevere le migliori cure possibili in qualsiasi situazione per quanto difficile ed unica, e non ne facciamo solo una questione di fondi, di spazi e di strumenti.
 
No, noi ne facciamo una questione di persone prima di ogni altra cosa, vogliamo essere pazienti e cittadini fiduciosi nelle persone che ci accolgono e ci curano e vogliamo essere sanitari  coscienziosi e sereni nel curare, sereni non perché intoccabili ma perché investiti dalla società e quindi da ciascuno di noi, del compito di fare tutto ciò che è umanamente possibile per salvaguardare, per quanto ci è concesso, lo stare bene.
 
Con questo sentire Obiettivo Ippocrate si è mosso in questi 10 mesi di vita in tutti gli ambiti, nazionali, regionali, locali e con tutti gli interlocutori che hanno accettato di confrontarsi con noi: pazienti/cittadini, associazioni, istituzioni, politici.
 
Nel nostro “grande piccolo” abbiamo seminato questo pensiero ovunque vi fosse un terreno fertile e pronto a raccogliere il nostro accorato invito. Se nel parlamento nazionale questi semi sono ancora tra le zolle di un terreno tutto da decifrare, in Regione Veneto spuntano i primi germogli.
 
Venerdì infatti a Vicenza il Direttore Generale dell’Area Sanità e Sociale Regionale, Dr. Domenico Mantoan, ha scelto l’Assemblea Nazionale di Obiettivo Ippocrate per rendere pubblici i primi risultati di un progetto pilota della Regione Veneto, fortemente sollecitato dalla nostra associazione che ne è stata parte attiva in ogni fase sin dalla sua nascita nello scorso marzo, e che porterà entro la fine dell’anno alla scelta di un’offerta assicurativa per la responsabilità professionale, innovativa per il mercato sanitario, per le caratteristiche di tutela del paziente e degli esercenti la professione sanitaria.
Voglio pensare che anche questo sia un passo verso lo stare bene di molti ed un riavvicinarsi al pensiero che sanitari e paziente sono anelli di una stessa catena, indivisibile, e la cui solidità e forza è il risultato della solidità e della forza di ciascun anello.
 
Massimiliano Zaramella
Presidente Obiettivo Ippocrate

06 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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