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Assistenza infermieristica. Nursind: “Standard siano basati su esiti assistenziali, non sui minuti da dare a ciascun ricoverato”

Così il sindacato chiede al governatore e ai consiglieri regionali di modificare la delibera n. 610/2014 per dimostrare così " la veridicità delle loro affermazioni evitando la deriva demagogica che chiunque, infermiere e paziente, può sperimentare nelle corsie degli ospedali".


27 GEN - "Veramente la Regione Veneto ha 'rigettato la logica del tempario' (Zaia) ed è 'passata dal fattore tempo al fattore funzione, ovvero dal minutaggio al fabbisogno effettivo' (Boron, Presidente commissione sanità regione Veneto)? Se questo fosse vero o se questa fosse la vera intenzione chiediamo conferma di che fine abbia fatto la delibera 610/2014 di 'definizione dei valori minimi di riferimento per il personale di assistenza del comparto dedicato alle aree di degenza ospedaliera' in quanto ci risulta tutt’ora vigente". Questa la domanda avanzata dal Nursind in una nota.

"Tale delibera, infatti, è all’origine del sistema che definisce i valori standard per determinare il numero di personale di assistenza dei reparti ospedalieri ed è nota ai più come delibera sul “minutaggio” dell’assistenza infermieristica proprio perché stabilisce il numero di personale infermieristico e di supporto in base ai minuti di assistenza da dedicare a ciascun paziente. Da qui nasce il 'minutaggio' che oggi il Presidente Zaia ed il Presidente Boron dicono si aver rigettato e superato. Ma basta una delibera – la n. 128/CR del 30 dicembre 2016 – sulla definizione dei valori minimi di riferimento per il personale dei Pronto Soccorso per affermare il cambio di rotta? E chi è ricoverato nei reparti ospedalieri dove l’assistenza è svolta nelle 24 ore non ha diritto ad una assistenza legata ai propri bisogni piuttosto che al tempo minimo (perché in tempo di crisi economica neanche i cittadini del Veneto possono permettersi qualcosa in più) previsto dagli standard? Le persone ricoverate hanno meno valore di chi afferisce al pronto soccorso?", prosegue il Nursind.

"Nursind, già nel 2014 - sottolinea il sindacato - ha espresso una forte contrarietà alla adozione della delibera sul 'minutaggio'. Oggi prendiamo atto che le nostre critiche sono risultate evidenti anche a chi allora era fautore del 'minutaggio' e che oggi danno ragione a quanto da tempo sosteniamo: in sanità i modelli tayloristici e fordisti forse producono risparmi ma non salute; l’uomo non è una macchina e la sua assistenza non è scomponile in micro processi standardizzati. Ciò che Nursind ha sempre sostenuto, per quanto riguarda l’assistenza infermieristica, è che essa va misurata in quantità (di risorse e di diverse figure professionali) e qualità attraverso degli indicatori di esito perché ciò che risulta essere primario per chi lavora in sanità è l’esito che la propria opera ha sul malato e sulla comunità in cui agisce. Per tale motivo Nursind ha promosso e ha cofinanziato una ricerca infermieristica in alternativa a quanto proposto dalla regione Veneto. I primi risultati dello studio che utilizza una metodologia internazionale (Rn4Cast) sono stati presentati a Genova (lo studio italiano è stato realizzato dalla prof.ssa Loredano Sasso dell’Università di Genova) lo scorso giugno e saranno esposti nel mese di marzo in un incontro a Roma e poi ad aprile in una città del Veneto. Dai primi risultati risulta chiaramente che l’Italia ha uno standard di presenza infermieristica nei reparti base al di sotto della media degli altri paesi oggetto di studio".

"Chiediamo quindi al Presidente Zaia ed ai consiglieri regionali di dare conferma che l’assistenza infermieristica ai pazienti non può essere ridotta al 'minutaggio' ritirando e modificando la delibera n. 610/2014 e dimostrando così la veridicità delle loro affermazioni evitando la deriva demagogica che chiunque, infermiere e paziente, può sperimentare nelle corsie degli ospedali", conclude la nota.

27 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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