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Screening colon retto. Verona. Al via protocollo provinciale tra farmacie e azienda Ulss 9 Scaligera

Siglato da Federfarma Verona, Assofarm Veneto e l’Azienda Scaligera, punta a uniformare in tutta la provincia le procedure per lo screening dei tumori colonrettali. Rivolto alla popolazione tra i 50 ed i 69 anni prevede un invito attivo da parte dell’Azienda ad eseguire ogni due anni un esame gratuito per la ricerca del sangue occulto nelle feci


30 MAG - Uniformare in tutta la provincia di Verona le procedure dello screening colon-retto, attivo in fase sperimentale già dal 2004, e grazie al quale si è osservata una riduzione della mortalità per tumore di almeno il 20%.
 
È questo l’obiettivo del protocollo provinciale sottoscritto dal Dg dell’Azienda Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi, dalla Vicepresidente di Federfarma Verona Arianna Capri e dal responsabile Assofarm Veneto Germano Montolli e presentato oggi nella sede di Federfarma Verona. Il protocollo definisce competenze e campi di azione dei soggetti coinvolti continuando ad usufruire dell’estrema capillarità delle farmacie veronesi che da anni operano in forma gratuita.
 
Il programma di screening per la prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del colon retto è rivolto alla popolazione residente di età compresa trai 50 ed i 69 anni, secondo quanto previsto dai protocolli regionali e prevede un invito attivo da parte dell'Azienda 9 Scaligera ad eseguire ogni due anni un esame gratuito per la ricerca del sangue occulto nelle feci.
 
Le fasi dello screening. Grazie alla collaborazione di Federfarma Verona e Assofarm (sindacato delle farmacie comunali) le farmacie pubbliche e private partecipano alla distribuzione dei kit diagnostici garantendo così un servizio, oltre che qualificato, capillare e di facile accesso per l'utenza. I farmacisti consegnano il flaconcino, sul quale appone l'etichetta nominativa riportata nella lettera di invito ricevuta dall'utente, e fornisce le istruzioni per la corretta esecuzione dell'esame.  L'utente, eseguito il prelievo di feci, restituisce il flaconcino secondo le modalità previste che vengono illustrate dal farmacista. Il risultato viene successivamente comunicato all'utente ed in caso di positività viene proposto un approfondimento diagnostico tramite colonscopia.
 
Non solo, per sconfiggere il timore dei cittadini a sottoporsi allo screening per paura della malattia e il dubbio infondato che la procedura sia complessa e difficile da portare a termine le farmacie collaboreranno con i Medici di medicina generale per sensibilizzare gli utenti sull'importanza della prevenzione e per promuovere l'adesione ai programmi di screening oncologici.
 
I numeri della prevenzione.  Ogni anno vengono invitate oltre centomila persone per l'esecuzione del test, al quale aderisce circa il 60%. Di queste il 5% circa risulta positivo all'esame e viene quindi invitato per il relativo approfondimento diagnostico. Per quanto riguarda il numero di lesioni identificate con l'approfondimento diagnostico, il più recente report regionale, che è relativo all'anno 2015, indica nel territorio dell'Azienda Ulss 9 Scaligera il riscontro di 273 adenomi a basso rischio, 389 adenomi avanzati e 54 forme tumorali.
È da sottolineare che nelle province in cui lo screening viene effettuato senza la collaborazione delle farmacie l’adesione della popolazione è sensibilmente inferiore.
 
Ruolo delle farmacie. Il riconoscimento di ruolo alla farmacia verrà avallato dalla preventiva condivisione dei risultati ottenuti e delle percentuali di partecipazione attiva da parte dei cittadini, al fine di rendere consapevoli tutti i protagonisti circa il contributo di prevenzione clinica raggiunto. Per migliorare il servizio offerto alla popolazione i farmacisti vengono formati attraverso corsi Ecm specificatamente mirati all’approfondimento di tematiche legate all’argomento dello Screening Colon Retto.
 
 

30 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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