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Veneto. Pd: “Zaia smantella i servizi nel territorio. Ecco le nostre controproposte”

“Vogliamo scongiurare la creazione di distretti di serie A e distretti di serie B”, afferma il capogruppo Stefano Fracasso, secondo il quale “la proposta di Zaia purtroppo va in questa direzione e introduce differenze tra distretto e distretto”. Il Pd chiede che in ogni distretto ci sia una Unità Operativa Complessa per le cure primarie, per l’infanzia-adolescenza-famiglia e disabilità/non autosufficienza.


25 LUG - Presentate ieri a Padova le controproposte del Partito Democratico in ordine alle Linee guida per la predisposizione, da parte delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale, del nuovo atto aziendale, per l'approvazione della dotazione di strutture nell'area non ospedaliera, per l'organizzazione del Distretto, del Dipartimento di Prevenzione e del Dipartimento di Salute Mentale, oggi all’esame in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto.

“L’approvazione delle Linee guida degli atti aziendali delle Aziende ULSS – ha esordito il capogruppo PD in Consiglio regionale Stefano Fracasso - prevista domani in Quinta Commissione consiliare permanente, avviene con un pesante ritardo, di almeno cinque mesi. Il tempo perduto non va tuttavia recuperato con scelte approssimative e sbagliate, assunte senza un confronto aperto e ponderato. Il Partito Democratico vuole mettere sul tavolo una serie di proposte destinate a ricalibrare l’impostazione che la Giunta Zaia ha dato alle Linee guida”.

“La questione centrale è la necessità di rafforzare i distretti – ha sottolineato Fracasso - che sono 26 (2 Dolomiti, 4 Trevigiana, 1 Veneto orientale, 4 Serenissima, 2 Polesana, 5 Euganea, 4 Scaligera, 2 Berica, 2 Pedemontana) e riguardo i quali, già in sede di approvazione della riforma sanitaria (Legge regionale n. 19/2016) il PD propose un’azione di potenziamento dei servizi sanitari e socio sanitari nel territorio, e della rete tra ospedale e territorio. Tutto questo, a fronte di una riforma che, con l’avvento dell’Azienda Zero, ha sottratto servizi amministrativi nel territorio e nelle strutture ospedaliere”, prosegue.

“Ci siamo battuti durante l’approvazione della Legge di riforma per un distretto forte – ha proseguito l’esponente dei Democratici - vero luogo di governo dei servizi per i più deboli: disabili, non autosufficienti, minori, famiglie in difficoltà. Ma la proposta della Giunta regionale non va in questa direzione. Chiederemo quindi un impegno preciso sul potenziamento dei servizi territoriali”.

“A nostro avviso – ha spiegato il capogruppo - in ogni distretto, gli ambiti da potenziare in termini di servizi, affidando ognuno di essi a una figura apicale responsabile, sono: cure primarie: aumento delle medicine di gruppo, copertura vaccinazioni e screening oncologici, assistenza domiciliare integrata, coordinamento dell’assistenza nelle strutture intermedie; infanzia, adolescenza e famiglia: area materno infantile, tutela dei minori, presa in carico nell’età evolutiva delle diverse disabilità, rapporto con le famiglie, attività del consultorio, mediazione familiare; disabilità e non autosufficienza: coordinamento dei servizi residenziali e diurni, progetto di vita individuale della persona disabile, integrazione lavorativa, inserimento scolastico, inserimenti in casa di riposo o centri diurni, assistenza domiciliare, cronicità e demenze, coordinamento dell’inserimento nelle strutture intermedie”.

“Vogliamo scongiurare la creazione di distretti di serie A e distretti di serie B – ha detto il consigliere regionale - e la proposta di Zaia purtroppo va in questa direzione e introduce differenze tra distretto e distretto, che vanno a creare disparità di trattamento tra i cittadini veneti. Il diritto di tutti a eguali servizi socio-sanitari non può essere messo in discussione in alcun modo. Vogliamo evitare il rischio che con Ulss più grandi non si realizzi più l’integrazione socio- sanitaria, che invece è stata da sempre un’eccellenza per il nostro Veneto, unico modello per tutelare adeguatamente i nostri cittadini che vivono condizioni di fragilità”.

“Chiediamo quindi che in ogni distretto ci sia una Unità Operativa Complessa per le cure primarie, per l’infanzia-adolescenza-famiglia e disabilità/non autosufficienza – ha concluso Stefano Fracasso - in modo che i sindaci possano interloquire alla pari su tutto il territorio regionale, anche perché i comuni compartecipano con risorse proprie per garantire questi servizi indispensabili sul territorio”.

Per Claudio Sinigaglia “con la Legge regionale n. 19/2016, di riforma sanitaria, sono state compiute due scelte precise: da una parte, ricercare la semplificazione, con la riduzione del numero delle Ulss, e la razionalizzazione amministrativa, con l’istituzione dell’Azienda Zero, per il contenimento della spesa; dall’altra, a fronte dell’allargamento delle Ulss, garantire la salvaguardia del modello veneto di integrazione socio - sanitaria, con un distretto territoriale forte, che possa assicurare adeguati servizi di prossimità al cittadino, soprattutto a tutela delle fascie più deboli della popolazione: disabilità, non autosufficienza, minori, presa in carico della cronicità delle malattie,…”.

“Tuttavia – ha continuato Sinigaglia – abbiamo purtroppo constatato, con nostra forte sorpresa e rammarico, che in realtà le nuove Linee guida regionali impoveriscono il territorio, privandolo dei necessari punti di riferimento e facendo così saltare il modello di integrazione socio - sanitaria. Infatti, non in tutti i 26 distretti verrà garantita la figura apicale per le cure primarie; si pensi a tutte le attività in carico ai medici di base, allo sviluppo della Medicina Integrata di Gruppo, alle vaccinazioni, allo screening oncologico, ai servizi per l’infanzia, l’adolescenza, la famiglia (tutela dei minori), ai Consultori familiari, alla disabilità e non autosufficienza (cronicità). Noi, invece, vogliamo che tutti i distretti territoriali siano di eccellenza, senza distinzioni che penalizzerebbero alcuni cittadini veneti a vantaggio di altri, dotandoli tutti di figure apicali di riferimento, responsabili dei servizi che devono essere garantiti alla popolazione, ripeto, soprattutto per garantire le fasce più deboli”.

Alessandra Moretti ha sottolineato “l’evidente differenza che c’è tra operare una giusta e opportuna razionalizzazione nell’organizzazione delle Ulss da una parte, anche per ottenere risparmi economici che possano essere reinvestiti nell’erogazione di servizi di eccellenza, e invece, dall’altra, lo smantellamento sistematico del sistema di integrazione socio – sanitaria, un orgoglio per la nostra Regione, che purtroppo la Giunta Zaia sta ora perseguendo. E’ necessario lavorare di squadra, garantire Unità Operative Complesse in ciascun distretto, che possano assicurare la multidisciplinarietà tra le diverse competenze socio- sanitarie”. “La famiglia va difesa con i fatti e non solo a parole – ha concluso Alessandra Moretti – Zaia invece va nella direzione opposta, indebolendo i servizi territoriali e danneggiando così le persone in condizione di fragilità”.

Bruno Pigozzo ha messo in evidenza come “per mancanza di risorse certe, il Piano Socio Sanitario regionale non sia ancora riuscito a spostare l’asse dall’ospedale al territorio, come invece sarebbe auspicabile. I risparmi della riorganizzazione operata con la Legge 19/2016 avrebbero dovuto essere reinvestiti per erogare più servizi di qualità ai cittadini, ma questo è rimasto solo a livello di belle intenzioni. Si rischia di smantellare il Sociale, fagocitato dall’aspetto sanitario, altro che modello veneto di integrazione”.

Per Orietta Salemi “i servizi territoriali sono importantissimi in quanto garantiscono la continuità assistenziale tra ospedale e territorio e vanno quindi potenziati, non minati. Ospedale e territorio devono collaborare e interagire tra loro, ma ora non possono farlo in quanto mancano quelle indispensabili figure apicali di riferimento e coordinamento”.

Francesca Zottis ha osservato come “con il taglio di risorse voluto da Zaia, non possono più essere garantiti gli essenziali servizi di accompagnamento e di supporto alle persone fragili, affidati ora solo al lavoro encomiabile ma purtroppo non sufficiente dei volontari”.

“Vogliamo garantire ai cittadini veneti servizi sociosanitari di eccellenza – hanno dichiarato Graziano Azzalin (PD) e Cristina Guarda (AMP) – attraverso il potenziamento dei distretti territoriali e la salvaguardia del modello di integrazione. Ci opporremo quindi a queste Linee guida regionali, delineate dalla Giunta Zaia, che non ci convincono affatto. Non dobbiamo infatti vanificare il senso e la portata della Legge n. 19/2016, che tanto ci siamo battuti in aula consiliare per fare approvare nella attuale forma”.

25 luglio 2017
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