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Veneto. Rsa. I ricoverati comparteciperanno alle spese di ospitalità alberghiera

Per l’assessore al Sociale “aver parificato il trattamento degli oltre 700 ex degenti degli ospedali psichiatrici con quello dei non autosufficienti ospiti di strutture protette o case di riposo è un atto di giustizia sociale da tempo atteso e per troppo tempo rinviato”.


01 AGO - Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità la Proposta di Legge, di iniziativa del consigliere Fabrizio Boron (ZP), relativa ai criteri per la compartecipazione alle spese di ospitalità alberghiera dei degenti di ex ospedali psichiatrici ed ex case di salute. Nello specifico, le persone dimesse da ex ospedali psichiatrici ed ex case di salute, ai sensi della Legge 23 dicembre 1994, n. 724, ‘Misure di razionalizzazione della finanza pubblica’, e le persone presenti alla data del 31 dicembre 1995 negli ex Istituti di riabilitazione, riconvertiti in residenze sanitarie assistenziali (Rsa), qualora ospiti di strutture residenziali extra ospedaliere socio-sanitarie, sono tenute alla compartecipazione alle spese di ospitalità alberghiera, ferma restando la conservazione a favore dell'assistito di una quota non inferiore alla somma corrispondente al 25 per cento del trattamento minimo di pensione Inps per i lavoratori dipendenti.

La Giunta regionale sarà chiamata a definire le modalità di compartecipazione da parte degli utenti alle spese di ospitalità alberghiera, sentita la Quinta Commissione consiliare, la quale dovrà esprimere parere entro trenta giorni dal ricevimento del provvedimento.

Nel corso del dibattito, è intervenuto il consigliere Claudio Sinigaglia (PD), correlatore del PdL, il quale ha chiesto “se questi interventi rientrino o meno nei ‘LEA’, e quindi siano o non siano a carico del Ssr”; il competente assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin, ha quindi specificato “che sono extra LEA”.

Patrizia Bartelle (M5S) ha chiesto “più attenzione per ‘l’essere persona’ dei soggetti colpiti da problematiche di natura psichiatrica”. Piero Ruzzante (Articolo 1 – MDP) ha sottolineato come ‘la spesa per il Sociale nella Regione Veneto sia in genere inferiore alle aspettative e alle reali necessità; nello specifico, non si considera il notevole costo sociale ed economico a carico di una famiglia in cui ci sono persone afflitte da problemi psichiatrici”. Giovanna Negro (Veneto del Fare) ha condiviso “lo spirito di questa Proposta normativa, in quanto ritengo che sia un principio di giustizia sociale il fatto che la pensione venga spesa per fare fronte alle necessità della persona che ne beneficia, senza coinvolgere la famiglia”.

Per l’assessore al Sociale, Manuela Lanzarin, “aver parificato il trattamento degli oltre 700 ex degenti degli ospedali psichiatrici con quello dei non autosufficienti ospiti di strutture protette o case di riposo è un atto di giustizia sociale da tempo atteso e per troppo tempo rinviato”.

“Si tratta di circa 720 persone in Veneto, ormai anziane – spiega l’assessore – per le quali la Regione Veneto impegna ogni anno circa 9 milioni di euro del proprio bilancio per pagare le rette nelle strutture di accoglienza. Con questo intervento legislativo proposto dal presidente della commissione Sanità, su suggerimento della Giunta, la Regione fa una operazione di equità e di redistribuzione: anche gli ex Op concorreranno alle spese per la parte alberghiera della loro retta, impegnando l’assegno sociale o la pensione di invalidità di cui dispongono, o richiedendo l’intervento assistenziale pubblico se indigenti, così come accade per tutti gli altri non autosufficienti”.

“In questo modo – conclude l’assessore – nel bilancio del Fondo annuale per la non autosufficienza si libereranno risorse (tra i 4 e i 4,5 milioni di euro)  che potranno essere utilmente riassegnati ad altre emergenze sociali o progetti innovativi di assistenza alle persone non più autosufficienti, evitando così di attuare trattamenti di favore tra categorie che esprimono bisogni assistenziali di grado e gravità comparabili”.

01 agosto 2017
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