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Veneto. Inquinamento da Pfas. Bottacin: “Ora Governo fissi limiti e dichiari stato d’emergenza”

Nei giorni scorso la  Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti ha pubblicato la propria relazione sui Pfas in cui ha esplicitato la necessità di “definire in modo completo la fissazione dei limiti per tutti i Pfas e in tutte le matrici ambientali” e che “tale compito spetta al ministero dell’Ambiente”.


02 MAR - “A tre anni di distanza, la Commissione bicamerale mette finalmente un punto fermo alle polemiche su chi doveva fare cosa in materia di inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas): la competenza nella fissazione dei limiti è del governo, non della Regione, come del resto previsto dagli articoli 75 e 101 del decreto legislativo 152/2006”.

Così l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin ha commentato l’esito della relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati pubblicata nei giorni scorsi. Nella relazione, la Commissione afferma esplicitamente che “sarebbe necessario definire in modo completo la fissazione dei limiti per tutti i Pfas e in tutte le matrici ambientali, e tale compito spetta al ministero dell’Ambiente”.

“Non per questo siamo stati fermi – ha aggiunto Bottacin – e siamo intervenuti immediatamente per far fronte a questa forma di inquinamento che rappresentava una novità. Ora siamo all’avanguardia a livello nazionale ed europeo, grazie all’enorme lavoro messo in campo in questi anni. Stiamo procedendo su più fronti: acque potabili, scarichi industriali, caratterizzazione del sito della Miteni in vista della bonifica. L’obiettivo unico della nostra azione è la salvaguardia ambientale e la tutela della salute dei cittadini, anche se per la soluzione definitiva del problema ci vorrà ancora tempo”.

Da parte sua il direttore generale di ARPAV a coordinatore della Commissione regionale “Ambiente e Salute” Nicola Dell'Acqua ha illustrato due dei fronti aperti: da un lato, la relazione della Commissione bicamerale rafforza le considerazioni già all’esame della Protezione Civile nazionale e del ministero dell’Ambiente con cui è stata accompagnata la richiesta dello stato di emergenza, in accordo con i due consigli di bacino degli enti gestori del servizio idrico. Dall’altro, l’Agenzia ambientale del Veneto è divenuta il punto di riferimento della rete nazionale delle ARPA su questo tema e sulle modalità con cui affrontare altri inquinanti emergenti.

"Il prossimo passo - ha concluso l’assessore - è fare “gioco di squadra per fare pressione sull’Unione Europea. Perché è quella la sede deputata a prendere decisioni per inibire del tutto l’uso di queste sostanze nei cicli produttivi”.

02 marzo 2018
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